PERSEGUITATI PER OMOSESSUALITÀ: SI ALLO STATO DI RIFUGIATI POLITICI LA CASSAZIONE HA RITENUTO CHE LO STRANIERO GAY, PERSEGUITATO NEL PROPRIO PAESE PER VIA DELLA LEGGE CHE LÌ PUNISCE L’OMOSESSUALITÀ COME UN REATO, HA DIRITTO AD ESSERE ACCOLTO IN ITALIA CON LO STATO DI RIFUGIATO POLITICO.
La Suprema Corte, nel chiarire ciò in una recente sentenza [1], si è mostrata in disaccordo con la precedente pronuncia data dalla Corte di Appello di Trieste che, invece, aveva rigettato il ricorso di un senegalese gay.
Il diritto all’asilo politico spetta ogni qual volta un Paese straniero impedisca a un proprio cittadino il libero godimento di un diritto fondamentale della persona (riconosciuto dalla nostra Costituzione) [2]. La repressione dell’
omosessualità, secondo la Cassazione, impedisce ai cittadini gay di vivere liberamente la propria vita sessuale e affettiva. Il che si traduce nella privazione di un diritto fondamentale dell’uomo.
Riportiamo alcuni passaggi chiave della sentenza in commento.
“… Le persone di orientamento omosessuale sono costrette a violare la legge penale del Senegal e a esporsi a gravi sanzioni per poter vivere liberamente la propria sessualità: ciò costituisce una grave ingerenza nella vita privata dei cittadini senegalesi omosessuali che compromette grandemente la loro libertà personale”.
In Senegal, infatti, l’omofobia determina gravi atti discriminatori e
persecutori: atti denunciati costantemente dai mezzi di informazione e da siti istituzionali.
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PERSEGUITATI PER OMOSESSUALITÀ: SI ALLO STATO DI RIFUGIATI POLITICI
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