Pianeta Migranti Cremona . ‘RiVolti ai Balcani’, sulla rotta della disperazione.
“RiVolti ai Balcani” è una nuova piattaforma composta da 36 realtà diverse che, ognuna con le sue specificità e competenze, si è messa in rete per cercare di portare all’attenzione le violazioni dei diritti umani, tutti documentati nel “Dossier Balcani”, presentato recentemente a Milano.
Lungo la “Rotta balcanica” arrivano in Italia e in Europa una parte rilevante dei rifugiati del nostro continente. Si tratta in gran parte di siriani, afgani, iracheni, iraniani, pakistani che fuggono da persecuzioni e conflitti pluriennali.
Lungo tutta la rotta continuano a verificarsi violenze, torture, respingimenti e restrizioni arbitrarie e altre misure che mettono a rischio le persone migranti. Lo ha denunciato di nuovo Amnesty International all’inizio di maggio, sottolineando la complicità dei governi dell’Unione europea.
Anche l’Italia è toccata dalla rotta percorsa da migliaia di persone dirette in Europa in condizioni proibitive. Fino a poco fa, l’Italia rappresentava un luogo sicuro di protezione per loro, ma ora non è più così. Per rompere il silenzio sulla “rotta balcanica”, denunciare quanto sta avvenendo in quei luoghi e lanciare chiaro il messaggio che i soggetti vulnerabili della rotta balcanica non sono più soli, è nata la rete “RiVolti ai Balcani”, composta da oltre 36 realtà impegnate a difesa dei diritti delle persone e dei principi fondamentali sui quali si basano la Costituzione italiana e le norme europee e internazionali.
“RiVolti ai Balcani” ha preso ufficialmente il via in una conferenza stampa a Milano presentando un quadro dettagliato della situazione attuale lungo la rotta, tramite testimonianze dirette. “Bisogna agire in modo sistemico”, ha detto Silvia Maraone della ong Ipsia/Acli e “ci sono misure politiche urgenti da prendere.
La rete prevede un seminario pubblico a Trieste, a fine ottobre, e dei tavoli di lavoro per elaborare un documento per il Parlamento Europeo, la Commissione Ue e tutti i governi nazionali coinvolti. Nei prossimi mesi si realizzerà anche una carovana che partirà dal confine italo–francese e dal confine greco–turco. I due gruppi si ritroveranno poi a Sarajevo. Sarà un gesto collettivo della società civile per far conoscere i crimini compiuti verso i migranti e per dare un chiaro segnale alla politica.
La conferenza stampa di Milano ha anticipato anche i contenuti di un dossier di denuncia e informazione sulla rotta a cura di “RiVolti ai Balcani”, con particolare attenzione alle riammissioni illegali in corso dalla metà di maggio sul confine italo-sloveno.
Il dossier ripercorre la storia di queste rotte, a partire dal settembre 2015, quando fu trovato sulla spiaggia di Bodrum il piccolo Alan Kurdi, morto durante un tentativo di arrivare nell’isola di Kos, a poche miglia dalle cose turche. La commozione mondiale suscitata da questa immagine non ha impedito a tanti altri Alan Kurdi di morire annegati in una strage senza fine.
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