Martedì, 23 aprile 2024 - ore 20.10

Pianeta Migranti Cremona . 20 giugno 2020, giornata mondiale del rifugiato.

Nessuno è al sicuro finchè tutti non sono al sicuro. Tutti possono fare la differenza.

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti Cremona . 20 giugno 2020, giornata mondiale del rifugiato. Pianeta Migranti Cremona . 20 giugno 2020, giornata mondiale del rifugiato.

Pianeta Migranti Cremona . 20 giugno 2020, giornata mondiale del rifugiato.

Nessuno è al sicuro finchè tutti non sono al sicuro. Tutti possono fare la differenza.

In un’ Europa che rappresenta il 5% della popolazione mondiale, con gli indici di vecchiaia e spopolamento peggiori della sua storia, in un’Europa che solo un secolo fa era ricorsa alla migrazione di massa negli Stati Uniti per fuggire da povertà e guerre, (oltre 12 milioni di persone sbarcarono ad Ellis Island tra il 1880 ed il 1920) è in fortissima ascesa l’ideologia della “chiusura”. La Brexit, lo shock politico più importante dalla caduta del muro di Berlino, prometteva ai suoi fautori la facile espulsione dei migranti. A Ventimiglia, Italia e Francia si “sono contesi” per anni la non-accoglienza di poche decine di persone migranti rifugiate sugli scogli. Nella ‘Jungla’, il campo profughi spontaneo di Calais sulla Manica, oltre 7mila persone hanno vissuto per anni in condizioni di totale precarietà e indigenza, pur di provare a imbarcarsi verso il Regno Unito.

Ai confini con il Marocco c’è un territorio europeo, la barriera di Ceuta, in cui i

migranti possono vivere per intere giornate in bilico tra Africa ed Europa, una gamba al di qua ed una al di là della barriera, nella speranza di non essere fermati dalla polizia spagnola. Nei primi mesi del 2020 a Lesbo e Chios, due isole greche ai confini con la Turchia, i migranti vengono cacciati come bestie durante la notte da ronde di greci che si sono auto-organizzati nel respingimento dei migranti, molti provenienti dalla martoriata Siria, come fossero dei nemici di guerra.

Nel Mediterraneo, 300 km di mare hanno ingoiato più di 19mila vite dal 2013 al 2019, persone che potevano essere salvate con poco impegno da parte di un’Europa girata da un’altra parte. In Italia per la prima volta dal dopoguerra abbiamo vissuto un intero anno con i porti chiusi ai migranti, anche se naufraghi, minori, anche se donne incinte e provenivano dall’orrore dei campi di concentramento in Libia, denunciati come tali dall’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu, Unhcr, con una pubblicazione di dicembre 2018. Una politica coerente con gli stereotipi prodotti nella pancia del popolo confermati dal rapporto Censis secondo cui per il 75% degli italiani gli immigrati fanno aumentare la criminalità; per il 63% sono un peso per il nostro sistema di welfare.

“Prima i nostri! “ E’ l’idea populista del fronte anti-immigrati visti, come persone che portano via il nostro benessere (senza dati che lo confermano). È il racconto di un welfare delle prestazioni equivalente ad una coperta corta: se arrivano stranieri a tirare la coperta gli europei/italiani restano scoperti. Si arriva così a vivere nell’accoglienza dello straniero tre paure mescolate tra di loro: verso l’altro, verso il diverso, verso il povero.

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