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Pianeta Migranti Cremona . La voce di chi li aiuta a casa loro. La testimonianza di Donata Galloni, dott.cremonese

La dottoressa infettivologa Donata Galloni, cremonese, lavora come project manager all’Ospedale di Bangui (Repubblica Centro Africana) con Medici per l’Africa CUAMM e ci manda un aggiornamento sulla giornata internazionale del bambino africano presso il suo ospedale. Un evento di educazione sanitaria e promozione sociale.

| Scritto da Redazione
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Pianeta Migranti Cremona . La voce di chi li aiuta a casa loro. La testimonianza  di Donata Galloni, dottoressa cremonese

“Aiutiamoli a casa loro” -si dice- ma va fatto sul serio creando condizioni economiche, sanitarie, ambientali perché possano davvero restare nel loro paese.

La dottoressa infettivologa Donata Galloni, cremonese, lavora come project manager all’Ospedale di Bangui (Repubblica Centro Africana) con Medici per l’Africa CUAMM e ci manda un aggiornamento sulla giornata internazionale del bambino africano presso il suo ospedale. Un evento di educazione sanitaria e promozione sociale.

Bangui,  16 giugno 2020

“La pandemia COVID- 19 non ha impedito di celebrare, con le dovute precauzioni, in modo essenziale, ma con messaggi chiari, la festa per i dei diritti dei bambini.

In apertura dell’evento, un' emittente radio ha intervistato i relatori della tavola rotonda:  i Medici con l’Africa (CUAMM), il CHUPB (complesso ospedaliero universitario di Bangui),  Anne Yadibert, sorvegliante generale; l’ASEAC (associazione soccorso ai bambini colpiti da tumore),  e l’associazione CIE (Centro Informatico dei bambini) che appoggia il servizio scuola all’ospedale.

Il tema del dibattito “I diritti dei bambini e i rischi a cui sono esposti” aveva lo scopo  di chiedere un impegno maggiore nella cura dell’infanzia, a partire dal contrastare le pratiche tradizionali che nuocciono alla salute.

Dopo il benvenuto del direttore ad interim (il titolare era convalescente per il covid ) sono intervenute le associazioni coinvolte, due bimbi ricoverati al complex e l’autorità locale. I bambini hanno chiesto agli adulti ascolto, cure sanitarie, istruzione e attenzione! Le associazioni hanno offerto in omaggio ai piccoli ricoverati e allo staff dell’ospedale una bottiglia di acqua e del sapone.

Un gruppo di attivisti delle associazioni presenti, si sono posizionati  in 12 punti della città per informare la popolazione sulle pratiche scorrette e sui vari rischi a cui vanno incontro i bambini centrafricani: gli incidenti stradali, le intossicazioni alimentari,  l’automedicazione, la violenza domestica, i matrimoni forzati, l’ arruolamento nelle forze armate, l'abbandono,  le pratiche culturali sbagliate, la sindrome dei manghi.

In ospedale riscontriamo tante morti causate da queste pratiche: la notte scorsa, è deceduta una piccola di 5 anni per intossicazione da cure locali contro la malaria; in chirurgia, si vedono ustioni provocate dall’immersione del sederino in acqua bollente come tentativo terapeutico contro le parassitosi intestinali. Il mese scorso, due bambini malnutriti sono stati abbandonati in ospedale e poi portati in due orfanotrofi della capitale… sono solo alcuni esempi di situazioni quasi all’ordine del giorno.

Dal 14 marzo, la pandemia COVID-19 ha aggravato la situazione generale, mettendo in crisi la già inadeguata e scarsa educazione scolastica e favorendo l’aumento dei bambini di strada. Inoltre, la paura per il contagio ha ridotto l’afflusso ai centri di salute con un probabile aumento della mortalità e morbidità a domicilio dovuto al ricorso sempre più frequente all’automedicazione e al ritardo nella ricerca delle cure mediche necessarie.

La festa del bambino africano dentro l’ospedale e nella città, oltre ad essere stata partecipata con entusiasmo, ha offerto l’occasione per porre un tassello sanitario, educativo e sociale significativo nell’ottica della prevenzione e della cura della salute dei bambini, che poi saranno la società del domani. 

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