Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 11.45

Pianeta migranti. Migranti dal Corno d’Africa, sempre più difficile avere la protezione internazionale

I richiedenti asilo provenienti dal Corno d’Africa, da paesi come Eritrea, Somalia, Sudan ed Etiopia, sono ormai in coda alle priorità stabilite da molti paesi europei. Rischiano di vedersi respinta la domanda e di essere rimandati al paese d’origine. Ma il diritto d’asilo è individuale e non può dipendere dalla consistenza dei flussi e dalla gravità, o visibilità, delle crisi che li originano.

| Scritto da Redazione
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I dati diffusi da diverse organizzazioni internazionali che si occupano d migrazioni, come l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Oim, l’Unhcr, che si occupa in specifico dei profughi, e il Segretariato Regionale per le Migrazioni, Rmms, specializzato nel monitoraggio dei flussi nell’Africa dell’Est e nel Corno d’Africa, permettono di avere un quadro della situazione su una rotta migratoria poco conosciuta nel nostro paese, ma che interessa centinaia di migliaia di persone che si spostano in e da una regione tra le più povere e instabili del mondo. Permette anche di avere una visione complessiva sui flussi che da questi paesi raggiungono il Mediterraneo e approdano in Europa sulle nostre coste. La prima osservazione è che, complessivamente, il numero di persone in movimento è aumentato in tutti e cinque i paesi dell’area: Gibuti, Etiopia, Eritrea, Somalia e Sudan. Si deve comunque tener presente che i dati su cui si basano i rapporti ufficiali sono sempre approssimati per difetto, perché riguardano le persone che hanno avuto contatti con le organizzazioni internazionali competenti, che li hanno registrati. Nulla si sa e si può dire di tutti quelli che non sono stati intercettati dalle statistiche, spesso un numero considerevole.

Sulla rotta del golfo di Aden, secondo i dati disponibili, le migrazioni irregolari sono molto aumentate nel 2015 rispetto al 2014. Il fattore di maggior incremento è stato il conflitto yemenita che ha portato più di 72.000 persone a cercare rifugio a Gibuti e in Etiopia, Somalia e Sudan. L’anno precedente gli spostamenti dallo Yemen verso i paesi vicini erano stati così irrisori da non figurare nelle classifiche delle organizzazioni citate. Ma il conflitto non ha fermato i migranti che approdano sulle coste del paese per poi dirigersi verso l’Arabia Saudita e gli altri paesi i della penisola arabica in cerca di lavoro. Si sono registrati infatti 92.466 persone, leggermente in aumento rispetto ai 91.592 dell’anno scorso, il 90% dei quali etiopi e il resto somali. Diversi analisti dicono che probabilmente la diminuzione dei controlli sulla terraferma causata dalla crisi potrebbe aver facilitato il transito verso i paesi petroliferi della penisola, attirando dunque un numero maggiore di persone. Complessivamente dunque nelle due direzioni si sono mossi circa 165.000 persone. E’ però significativamente diminuito il numero di incidenti, che hanno causato 95 morti nel 2015, contro i 246 nel 2014. Anche questo, dicono gli esperti, potrebbe essere stato causato dalla guerra nello Yemen, per cui si sono impegnati nel trasporto dei profughi natanti più grandi e in migliori condizioni, che sono poi ritornati ai porti di partenza con i migranti economici diretti nei paesi petroliferi.

Anche nel 2015 i paesi del Corno d’Africa, e in particolare Eritrea, Somalia e Sudan, hanno originato uno dei maggiori flussi migratori verso l’Europa; persone che sono generalmente approdate sulle nostre coste. 37.000 richiedenti asilo sono sbarcati in Italia dall’Eritrea, più di 11.000 dalla Somalia e quasi 9.000 dal Sudan. Delle 3.772 persone morte l’anno scorso nel Mediterraneo, 359 provenivano dai paesi del Corno d’Africa.

Certo ormai l’emergenza provocata dai conflitti in Siria e in Iraq e dalla crisi complessiva nel Medio Oriente in genere ha di molto superato, nei numeri, quella provocata dalla povertà e dall’instabilità dei paesi del Corno d’Africa. I richiedenti asilo che provengono da questi paesi sono ormai in fondo alla lista di coloro che si vedranno riconosciuto il diritto alla protezione internazionale. Diversi paesi europei hanno stilato una classifica delle nazionalità dei richiedenti asilo da accogliere o da respingere e chi proviene dal Corno d’Africa sta precipitando in fondo all’elenco degli aventi diritto. Perfino gli eritrei non potranno più aver riconosciuto lo status profugo in Gran Bretagna e Danimarca. Ma il diritto a godere della protezione internazionale è individuale. Non può dipendere dalla consistenza dei flussi. Non ci possono essere migranti di serie A e di serie B, soprattutto se la discriminate è il luogo di provenienza invece di un’analisi approfondita della condizione individuale che ha spinto alla partenza, o forse meglio, alla fuga.

Bruna Sironi

Articolo pubblicato precedentemente su Nigrizia

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