Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 02.37

Pianeta migranti. Profughi all’addiaccio sulla rotta dei Balcani

Solo all'ultimo summit i leader europei hanno deciso i provvedimenti necessari perché i profughi possano trovare riparo durante l'inverno sulla rotta balcanica. Intanto molti gruppi di volontari, che da mesi suppliscono le istituzioni, chiedono di agire immediatamente per evitare nuove tragedie, questa volta sulle strade dell'Europa.

| Scritto da Redazione
Pianeta migranti. Profughi all’addiaccio sulla rotta dei Balcani Pianeta migranti. Profughi all’addiaccio sulla rotta dei Balcani Pianeta migranti. Profughi all’addiaccio sulla rotta dei Balcani Pianeta migranti. Profughi all’addiaccio sulla rotta dei Balcani

Un altro summit europeo si è consumato la scorsa domenica. Il sesto da aprile, quando cominciò ad essere chiaro che il flusso migratorio verso l’Europa stava assumendo aspetti, e numeri, ben diversi rispetto al passato.

E si è arrivati al sesto summit, alla metà di ottobre per cominciare a discutere di come affrontare l’inverno incombente.  I leader europei si sono accorti che qualcosa andava fatto quando ormai le nostre pagine Facebook e i telegiornali erano affollati da immagini di migliaia di migranti, molti dei quali bambini al di sotto dei cinque anni, nel fango, a piedi nudi, sotto la pioggia gelida dell’Europa centrale, protetti da Kway, se non da sacchetti di plastica, fermi davanti a barriere invalicabili; video che mostrano famiglie sedute sul nudo terreno, bambini avvolti in stracci che si preparano ad una notte all’addiaccio. Una situazione indegna dell’Europa in cui vogliamo continuare a credere.

Junker, presidente della commissione europea, alla fine del summit, in cui si è discusso soprattutto di come rallentare il flusso dei profughi e dell’accordo in proposito con la Turchia (invitata a fare da paese filtro in cambio di molte concessione sul piano politico-diplomatico e di un notevole sostegno economico) ha però dichiarato che “l’imperativo immediato è preparare ricoveri… non può essere che nell’Europa del 2015 la gente sia lasciata a cavarsela da sola, a dormire nei campi”. E dunque si è raggiunto l’accordo per il finanziamento di 100.000 posti in strutture ricettive adeguate da preparare lungo la rotta dei Balcani, 50.000 delle quali in Grecia. Ma ci vorrà tempo, e l’inverno non aspetta.

Intanto in prima linea nel soccorso ai profughi ci sono migliaia di volontari, quelli che stanno documentando la situazione e che per primi si sono mobilitati per evitare che, in aggiunta ai morti in mare, ci siano i morti di freddo e di disagio sulle strade dell’Europa centrale.

Riportiamo la loro lettera ai governi europei. Le loro parole lucide e accorate non hanno bisogno di commenti.

“Noi, i volontari di prima linea che da mesi siamo arrivati in aiuto alle migliaia di rifugiati, ci appelliamo a tutti i governi d'Europa perché agiscano immediatamente e in modo decisivo per migliorare la situazione. Ci sono decine di migliaia di persone lungo tutta l'Europa sud orientale, e la capacità attuale dei punti di aiuto organizzati dai volontari è seriamente messa in discussione. Tenendo conto dell'arrivo rapido dell'inverno e dei problemi di molte frontiere, noi crediamo esista un pericolo vero che la situazione possa portare a gravi problemi medici e anche a decessi nella comunità dei rifugiati.

Tutti hanno il diritto legale di domandare asilo. Se l'Europa non è capace di fornire rotte legali e sicure ai richiedenti asilo, deve perlomeno fornire un aiuto a coloro che percorrono le rotte pericolose. Non vogliamo vedere un solo rifugiato morire mentre fa una fila senza fine davanti alle frontiere d'Europa, o nelle nostre braccia.

I volontari hanno fornito un largo ventaglio di attività fino ad oggi, in parecchi settori hanno molto semplicemente rimpiazzato le istituzioni governative e il loro aiuto. Abbiamo distribuito il cibo e l'acqua, abbiamo gestito i gruppi, abbiamo fornito le informazioni critiche sulla registrazione alle frontiere, abbiamo orientato le persone vulnerabili verso i servizi medici o all'UNHCR, ci siamo presi cura dei bambini, abbiamo gestito stock di coperte e di vestiti, abbiamo pulito i luoghi, abbiamo raccolto fondi e abbiamo fornito un riparo a coloro che erano più in pericolo.

Abbiamo passato molti mesi a Lesbos, Atene, Gevgelija, Budapest, Röszke, Belgradeo Eidomeni, Hegyeshalom, Nickelsdorf, Vienna, Salzburg, Heiligenkreuz, Zakány, Botovo, Calais, Preševo, Berkasovo, Bregana, Harmica, Trnovec, Mursko SredišÄ‡e, Bapska, Opatovac e in altre città d'Europa. Abbiamo dimostrato che i volontari possono fare molto, ma non saremo mai in grado di mettere al caldo migliaia di persone, ora che l'inverno è alle porte.

L'inverno arriva a grandi passi e noi abbiamo davanti a noi appena qualche giorno, per rispondere in un modo umano.

Ci appelliamo ai paesi europei perché forniscano immediatamente aiuto a tutti i paesi che vivono la crisi dei rifugiati, invece che aiutare questi paesi a costruire chiusure e muri.

Chiediamo la costruzione di centri di accoglienza e di transito sicuri, con installazioni che possano corrispondere alle condizioni rigide dell'inverno nella regione.

Chiediamo anche che sia fornito aiuto umanitario alle persone che ne hanno bisogno, con la messa a disposizione di servizi medici appropriati e con il coordinamento degli sforzi, a livello pan-europeo.

Chiediamo anche alla UE di mettere in opera immediatamente gli altri meccanismi esistenti per organizzare un passaggio sicuro verso la UE.

Questo è un avvertimento a voi tutti, dirigenti d'Europa: ci saranno persone che moriranno di freddo alle nostre frontiere, prossimamente, se voi non agite ora.

Noi abbiamo fatto del nostro meglio e continueremo a venire in aiuto, per tutto il tempo che sarà necessario. Ma ora è il vostro turno, governi d'Europa. Per favore, rispondere e mostrate al mondo che l'umanesimo è ancora al centro dei valori europei”

La lettera ‪#‎europeact ha l'appoggio dei gruppi di volontari il cui elenco si trova in allegato.

Riportiamo integralmente il lungo elenco in allegato nella convinzione che è necessario sapere chi si è mosso in questi drammatici lunghi mesi per evitare tragedie che avrebbero già potuto avvenire per l’assenza delle istituzioni e l’opposizione di alcuni governi ad affrontare la crisi migratoria nel rispetto dei diritti umani e della protezione dovuta ai profughi, secondo le convenzioni internazionali vigenti.

Riteniamo inoltre di fare un servizio alle associazioni italiane che si stanno organizzando per intervenire e che potrebbero trovare nell’elenco partner con cui meglio coordinare l’azione.

Redazione

 

 

 

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