Sabato, 27 aprile 2024 - ore 16.48

Pianeta Migranti. Torre Melissa, una comunità rimasta ‘umana’.

A Torre Melissa, piccolo paese in provincia di Crotone, 51 migranti naufragati davanti alla costa, alle 4 del mattino, sono stati soccorsi dalla gente. Uomini, donne, bambini e perfino un neonato, tutti salvati, accolti, asciugati, vestiti e nutriti da un’intera comunità che ha espresso un alto senso di umanità pur nel contesto di una politica migratoria cinica e disumana.

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti. Torre Melissa, una comunità rimasta ‘umana’. Pianeta Migranti. Torre Melissa, una comunità rimasta ‘umana’. Pianeta Migranti. Torre Melissa, una comunità rimasta ‘umana’. Pianeta Migranti. Torre Melissa, una comunità rimasta ‘umana’.

Pianeta Migranti. Torre Melissa, una comunità rimasta ‘umana’.

A Torre Melissa, piccolo paese in provincia di Crotone, 51 migranti naufragati davanti alla costa, alle 4 del mattino, sono stati soccorsi dalla gente. Uomini, donne, bambini e perfino un neonato, tutti salvati, accolti, asciugati, vestiti e nutriti da un’intera comunità che ha espresso un alto senso di umanità pur nel contesto di una politica migratoria cinica e disumana.

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha elogiato la comunità di Torre Melissa per aver soccorso i profughi naufragati davanti alle sue coste. “In un momento in cui la logica della politica spesso prevale sulla responsabilità verso il prossimo, la solidarietà e lo spirito di accoglienza dimostrate dal sindaco, dalle forze dell’ordine e da molti privati cittadini restituiscono il dovuto senso di umanità - sottolinea l’Unhcr -. L’episodio evidenzia ancora una volta la pericolosità dei viaggi che i rifugiati intraprendono per cercare protezione da persecuzioni, guerre e violazioni dei diritti umani”.

Tra le 51 persone soccorse, 48 provenivano dal Kurdistan iracheno: l’Iraq è uno dei Paesi con il più alto numero di persone in fuga al mondo e con quasi 7 milioni che necessitano di assistenza umanitaria.

Il sindaco di Torre Melissa, Gino Murgi così ha commentato: “Come si può rimanere indifferenti davanti a una madre con in braccio una bimba di tre mesi? La gente del paese è accorsa alle 4 del mattino e si toglieva il giubbotto per coprire le persone fradice e infreddolite. Ritengo che davanti a questi fatti non ci dovrebbe essere un colore politico, si tratta di far emergere la nostra umanità”. Quando si è sparsa la voce che i bambini avevano bisogno di indumenti è scattata una vera e propria gara di generosità  senza se e senza ma. I migranti sono stati poi trasferiti al Cara di Isola Capo Rizzuto, mentre i bambini con le mamme nel reparto di pediatria dell’ospedale di Crotone.

A fronte di questi migranti salvati dalla solidarietà di un paese, molti altri affogano senza lasciare traccia. Un recente rapporto di Ispi (Istituto per studi di politica internazionale) dice che nel 2018 gli sbarchi in Italia sono calati di circa 28mila unità, (il 20%) rispetto al calo già registrato con le politiche Minniti. Ma ciò ha coinciso con un forte aumento delle morti in mare che, invece, con Minniti, erano in diminuzione. Ciò significa che la nuova stretta sui salvataggi in mare inaugurata da Salvini ha fatto aumentare i morti: secondo l’Organizzazione Mondiale delle migrazioni sono più di 2000 nel 2018, i due terzi deceduti nel Mediterraneo centrale.

Resta da chiedersi a cosa serve stingere sui salvataggi se gli sbarchi sono calati e se muoiono più persone. Si sa che impedire i salvataggi, respingere in Libia, lasciare i migranti per 20 giorni sulla Sea Watch… fa crescere il capitale di consenso politico di un paese indotto ad addossare la colpa dei suoi disagi economici e sociali ai migranti. In questo clima culturale, Torre Melissa ha lanciato il chiaro segnale di una comunità non omologata al pensiero politico dominante. I gesti, i fatti, sono più forti di tanta propaganda e rappresentano la miglior risposta a chi, anche dall’alto di una carica istituzionale, si nutre di rancore e vorrebbe tutti a sua immagine e somiglianza.

 

 

 

 

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