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Piena del PO a San Daniele Il sindaco Davide Persico ringrazia

Isola Pescaroli, 27 novembre 2019, ore 21.00. Da circa 24 ore, dopo il raggiungimento del culmine di piena a 5.36 m, il Po ha iniziato a calare, portandosi lento ma costante a 4.80 m.

| Scritto da Redazione
Piena del PO a San Daniele Il sindaco Davide Persico ringrazia Piena del PO a San Daniele Il sindaco Davide Persico ringrazia

Piena del PO a San Daniele Il sindaco Davide Persico ringrazia

Isola Pescaroli, 27 novembre 2019, ore 21.00. Da circa 24 ore, dopo il raggiungimento del culmine di piena a 5.36 m, il Po ha iniziato a calare, portandosi lento ma costante a 4.80 m.

Livello ancora troppo alto per essere sopportato a lungo senza disagi, ma abbastanza basso per tranquillizzare e far pensare all'ennesimo scampato pericolo.

Troppe volte il fiume in piena in troppi pochi anni. Significa che questi eventi stanno diventando abitualmente più frequenti e questo è un segnale molto negativo in relazione al cambiamento climatico in corso. Non è l'intensità dell'evento, quanto la frequenza nel manifestarsi il vero segnale.

Ogni evento di piena è un evento a sé, ma contribuisce, come nella composizione di un mosaico, ad aggiungere tasselli di esperienza nella gente della bassa cambiando la morfologia dell'ambiante in primis, ma anche la vita delle persone.

Sono sempre eventi stressanti le esondazioni, ricche di tensione, che incutono timore, che provocano fatica, disagio. Ma ne siamo usciti anche stavolta.

Pensate, se non lo avete ancora fatto, all'importanza delle piccole cose, dei dettagli. Ai vecchi che sono scrigno di esperienza. Pensate alla fondamentale presenza di un piccolo gruppo di Protezione civile locale, all'impegno che queste persone ci mettono, alla costanza nell'attrezzarsi, nell'addestrarsi. Pensate solo al vantaggio di averli visti una ventina di giorni fa ad esercitarsi con altri in paese passando in rassegna a scopo di addestramento tutti gli argini. Ecco quell'esercitazione è stata importantissima per la piena in corso. Il quadro complessivo della situazione degli argini, ad emergenza sopraggiunta, c'era già, ed è stato più facile individuare i punti deboli della rete riprendendo il lavoro preventivo mentre cominciavano ad essere snocciolati i valori di livello che poi si sarebbero man mano verificati.

Tre giorni fa eravamo pronti nell'intervenire, si sapeva come muoversi, si conoscevano le criticità, le si sono affrontate in anticipo.

Poi i numeri, fondamentale è sempre segnarseli. Un quaderno pieno di livelli, capisaldi, riferimenti che man mano si dispiegano mentre l'acqua ricopre la golena.

Arrivati a questo numero ci aspetta questo, poi quest'altro. Se si ferma qui stiamo tranquilli, se procede lo siamo meno, se avanza ancora dobbiamo evacuare queste case, quelle cascine, se non si blocca allora l'intervento di evacuazione è ancora più corposo, impegnativo.

La volta scorsa, nel '14 abbiamo evacuato Sommo, come mai questa volta no? Per due motivi: l'inesperienza (mia soprattutto) di allora e una previsione largamente sbagliata malauguratamente verbalizzata dagli organi preposti. E stavolta? Stavolta più pazienza perché abbiamo i numeri del passato su di una pagina, sappiamo quasi tutto, tranne gli imprevisti.

Allora stavolta ci siamo mossi cm dopo cm, misura dopo misura, tempo dopo tempo informandoci, misurando, informando, ma soprattutto decidendo esclusivamente con la nostra testa. Ed è andata bene. O meglio, abbiamo lavorato bene, coralmente, senza discussioni ma con la massima collaborazione e poi? E poi l'Eridano ci ha graziati. Ma eravamo pronti. Niente panico ma idee chiare.

Isola in questi giorni era un carosello, complici il sole e i 18 gradi (A FINE NOVEMBRE!). Le persone si sono trovate numerosissime a curiosare, a capire, a confrontarsi.

La piena sgretola la terra sotto i piedi ma rinsalda la comunità, aggrega, rende partecipi, fa da collante perché il timore di una persona sola diventa reciproco sostegno se si è in due e poi tre, e in quattro, fino a milletrecentoottanta....

Una comunità che in parte si è adoperata per prevenire ed una parte che giustamente non si è allarmata perché tranquillizzata dall'operato e dalle giuste informazioni.

E' così che mi ero immaginato di affrontare la "prossima piena" dopo il novembre 2014. E' così che l'abbiamo affrontata.

C'è una immensa responsabilità nel condurre queste operazioni ma il senso gravoso del termine si affievolisce fin quasi a scomparire quando alle spalle, anzi tutt'intorno, ci si ritrova persone preparate, coraggiose, collaborative, d'esperienza e che non conoscono fatica. Lavorare in questo modo per il Paese, cioè con il Paese, è bellissimo.

Ve lo assicuro.

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