Sabato, 27 aprile 2024 - ore 09.06

Pieve D’Alpago (Bl) Presentazione di Giuseppe Brombini, pittore ed incisore

Giuseppe Brombin, ha un patrimonio di acqueforti che spaziano da Venezia a quasi tutte le piazze d’Italia, raccolte in una bella brochure corredata da testi di vari personaggi

| Scritto da Redazione
Pieve D’Alpago (Bl) Presentazione di Giuseppe Brombini, pittore ed incisore

Non sono un esperto sulla materia che vado ad esporre riferendomi all’artista mestrino, Giuseppe Brombin, anche perché, parlarne con cognizione di causa, significherebbe conoscere, almeno in parte, le metodiche che stanno alla base delle sue importanti opere in aggiunta ovviamente alla sua professionalità  per cui, lascio agli esperti il giudizio osservando alcune foto qui sotto riportate, raccolte frettolosamente durante una mia vista  presso la sala consigliare del Comune di Pieve d’Alpago, in provincia di Belluno..

Anzitutto, per capire, è necessario dare una definizione su “l’acquaforte” che, come leggo anch’io in un dèpliant,  costituisce  - al pari dell’acquatinta e della vernice molle -  un sistema di incisione della matrice di metallo ottenuta non direttamente, come nel caso del bullino o della punta secca, ma attraverso una particolare soluzione di acqua e…acido nitrico.   Già nel XVII secolo il grande Rembrand sapeva esprimersi in maniera  poetica attraverso espressioni rivenienti dalla metodica dell’incisione: questo per dire che, malgrado le difficoltà non proprio “semplici”, quest’arte risale già ad alcuni secoli addietro.

Detto questo, con le riserve tutte della mia non proprio versatile conoscenza in materia, ritengo di poter dire a pieno titolo che Giuseppe Brombin va annoverato fra i più quotati artisti , non solo per le sue numerose ed interessanti mostre fatte in varie città d’Italia, ma anche perché la sua è un’arte che, per le sue peculiarità e complessità,  ha un target di visitatori qualificati e preparati rispetto alle più popolari, per quanto rispettabili, mostre ordinarie che si vedono un po’ ovunque, talvolta valorizzate, anche se di scarsa valenza artistica.

Giuseppe Brombin, ha un patrimonio di acqueforti che spaziano da Venezia a quasi tutte le piazze d’Italia, raccolte in una bella brochure corredata da testi di vari personaggi di cui ne cito solo un paio semplicemente perché da veneziano trasferitosi a Belluno, mi viene quasi spontaneo citare Ivo Prandin di Venezia, collega giornalista nel tempo in cui vivevo appunto nel veneziano, e Marco Perale, pure collega giornalista ma anche Vice-sindaco della città di Belluno, ove attualmente vivo.

Ivo Prandin, parlando dell’artista in questione, dice che Brombin, attraverso la sua arte,  ci fa amare le piazze come opere d’arte esse stesse, una specie di land art originaria, oppure come poemi scritti con le pietre ed i marmi, dove la poesia è quella “scienza necessaria”, anzi essenziale alla vita come lo è il respiro per l’organismo.

Parole forti, quelle di Prandin che, quasi sicuramente, traggono il loro principale input anche dalla più bella città del mondo, come la mia-nostra Venezia, ove l’arte costituisce una risorsa primaria.

Marco Perale, prima di citare Belluno, esordisce dicendo che il centro della città, in generale, è uno spazio vuoto attorno al quale tutto ruota e si agita, tutto nasce e tutto accade, ove trovano un senso ed una funzione l’intorno organizzato da storia ed architettura, spazio vuoto ma significante,  ove si sono materializzate nel tempo l’autocoscienza, la consapevolezza ed identità di Belluno.

Parole anche queste che, nella loro possanza dialettica, hanno bisogno di soggettiva interpretazione come per Venezia, realtà entrambe, quelle di Venezia e Belluno, che sono unite da storia millenaria.

Ritornando all’artista Giuseppe Brombin, di certo va a lui ascritto un forte apprezzamento anche perché, le sue piante prospettiche delle varie Piazze  d’Italia, concepite con modalità davvero molto e molto difficili da trasmettere attraverso gli strumenti che ho sopra brevemente indicati, sono risorse intellettuali che rimarranno per sempre come patrimonio di tutti. Non a caso, si dice che la cultura non serve solo all’interessato ma costituisce appunto una ricchezza collettiva. Del mondo intero.

ARNALDO DE PORTI (Feltre) 

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