Venerdì, 17 maggio 2024 - ore 11.00

Piombino non deve chiudere Il rap degli operai

Stonatissimi, specie nel refrain, ma poco importa. Conta la loro voglia di mettersi in gioco

| Scritto da Redazione
Piombino non deve chiudere Il rap degli operai

Il video prodotto da Klaus Davi e Marco Bussinello in collaborazione con la Cgil. Protagonisti i lavoratori della Lucchini sulle note di "Quelli che benpensano" di Frankie Hi-nrg. "Ascoltate le nostre proposte". E nel backstage cantano 'Bella Ciao' di Maurizio MinnucciSono sopra a me / Ma non parlano di me / Sono sotto a me / Ma si sentono meglio. Il brano è Quelli che benpensano (1997) di Frankie Hi-nrg, forse la più famosa critica degli ultimi anni all'ipocrisia dei ricchi e potenti. Gli operai di Piombino provano anche questa. Riprendono il pezzo, lo attualizzano in un video, ci mettono la faccia e cambiano due parole del ritornello: i benpensanti, appunto, nel testo originale, "sono intorno a me"; nella versione operaia "sono sopra a me". Differenza non da poco.Stonatissimi, specie nel refrain, ma poco importa. Conta la loro voglia di mettersi in gioco una volta ancora per la Lucchini, nella speranza di conservare il lavoro di 4mila persone almeno. "Abbiamo pensato fosse giusto attualizzare quella canzone e loro sono stati bravissimi", spiega Klaus Davi, uno dei produttori, durante la presentazione oggi (19 giugno) nella sede della Cgil nazionale. "L'hip-hop - sottolinea Davi - è ascoltato soprattutto dai giovani. Nel raccontare Piombino abbiamo scoperto che molti ragazzi non sanno neppure dov'è la città, per questo è importante che se ne parli. Ringraziamo Frankie - sottolinea - che ci ha dato i diritti gratis". L'altro produttore è Marco Bussinello: "Ben felice di averlo fatto, loro sono stati bravissimi. Chiediamo alle tv di mandarlo in onda quando hanno uno spazio libero, non venduto".La vertenza della Lucchini di Piombino è un simbolo della crisi industriale italiana, i lavoratori sono stremati. "Ne abbiamo provate tante - spiega uno di loro, Mirko Lami - Siamo saliti sui tetti, abbiamo occupato i monumenti, incontrato i presidenti Letta e Napolitano, portando ogni volta le nostre proposte per la siderurgia italiana nel suo complesso. Non possiamo permetterci di perdere un settore strategico, con l'altoforno in stand-by i clienti se ne vanno. Allora - si domanda - perché non unire le forze pubbliche e private? Proviamoci. I lavoratori non sanno come pagare le bollette"."Le proposte del sindacato ci sono, e non solo per Piombino", spiega il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Abbiamo chiesto di aprire una discussione sul siderurgico in Italia, ma se tu neghi che si possa fare una regia nazionale dei poteri pubblici, allora cancelli non solo la protesta, ma anche la proposta dal punto di vista industriale". In effetti il governo in questa fase non sembra disposto a gestire cabine di regia del genere, oggi si muove su altre riforme, "c'è interlocuzione, sì, ma solo sulle singole vertenze", osserva il leader della Cgil.Alla presentazione c'era anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. "Veniamo da anni di deserto industriale. Il progetto fatto insieme per la Lucchini, approvato dalle assemblee dei lavoratori, è decisivo. Come Regione abbiamo messo 60 milioni per una nuova tecnologia di lavorazione del ferro, il Corex, che i lavoratori stessi propongono e sulla quale anche l'Europa potrebbe essere interessata. Il paese - aggiunge Rossi - deve dotarsi di un piano per l'industria dell'acciaio. Lo ha fatto l'Unione europea, prevedendo il dimezzamento della produzione e la riconversione ecologica, eppure da noi permane una situazione d'incertezza. L'intervento pubblico deve mirare a un progetto generale".In questa fase si parla anche di possibili investimenti stranieri. A Piombino e Terni finora di capitali italiani non ne abbiamo visti. Taranto dimostra come fare molti profitti e troppi disastri. "Noi non abbiamo mai usato genericamente l'italianità - riprende Camusso - Abbiamo sempre pensato a condizioni di base che diano prospettive. Se produci acciaio - osserva - è ben più importante il piano industriale rispetto alla targa della proprietà. Poi è bene non consegnare a uno stesso paese tutte le produzioni. Però, o andiamo verso una nuova stagione di imprese, partecipate o pubbliche, che prendano in mano settori strategici, oppure servono imprenditori italiani che però, ci dispiace, continuiamo a non vedere". Infine una considerazione sul video degli operai e sulla narrazione giornalistica. "È un dovere civile dell'informazione mandarlo in onda - conclude  - L'informazione non deve essere solo quella degli spazi a pagamento o delle cose .

Fonte rassegna sindacale

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