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Primarie 2012.Assumersi la responsabilità delle riforme | F.Mirabelli

| Scritto da Redazione
Primarie 2012.Assumersi la responsabilità delle riforme | F.Mirabelli

CAVALCARE L’ANTIPOLITICA O ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ DELLE RIFORME
Franco Mirabelli (Consigliere Regionale Pd Lombardia - Direzione Nazionale Pd)
Risolto positivamente il nodo delle regole per le primarie e chiarito che occorre garantirne la regolarità senza in alcun modo ostacolare la partecipazione degli elettori del centrosinistra alla scelta del loro candidato, ora è utile riflettere sulla posta in gioco e sulle alternative tra cui dovrà scegliere chi vota. Il tema non è scontato e non credo possa tradursi nelle semplificazioni che contrappongono vecchio a nuovo o apparati a società civile. Non credo sia questo il cuore del confronto. Infatti, se sul tema del rinnovamento anche Bersani ha dimostrato concretamente grande apertura, non sempre la ”rottamazione” - che insiste più sulla necessità di escludere alcuni anziché sul valorizzare nuove risorse e nuove esperienze - produce rinnovamento.
La questione centrale su cui gli elettori del centrosinistra saranno chiamati a scegliere è un’altra ed è fortemente legata alla fase politica che stiamo vivendo e al futuro che vogliamo per il Paese. L’esperienza del governo Monti è stata, ed è, utile e necessaria per portare l’Italia fuori da una situazione che si stava facendo disperata. È nata nell’emergenza e, su quest’onda, ha fatto e messo in cantiere riforme importanti. Ma la necessità di dare risposte immediate alla crisi ha portato a decisioni a cui è spesso mancato un quadro di riferimento, un disegno istituzionale e sociale di riforma in cui collocarle. L’intervento sulle Provincie e, oggi, la discussione sulla necessità di togliere poteri alle Regioni dimostrano che, sulla spinta della giusta necessità di ridurre i costi e gli sprechi (anche di fronte a scandali inaccettabili), si stanno cambiando gli assetti dei poteri per risparmiare ma senza essere guidati da un’idea chiara di quali devono essere i  nuovi equilibri tra le istituzioni  per rendere lo Stato più efficiente e moderno. Togliendo ai territori le funzioni di autogoverno e ritornando ad un forte centralismo si renderebbe davvero più forte il nostro tessuto democratico?
Aprire finalmente una stagione di riforme dettate da un’idea di Paese, e non dall’emergenza,  dovrebbe essere il compito della politica, ed è questa la ragione per cui serve che a proseguire l’azione di risanamento e di riforme iniziata dal governo Monti sia un governo eletto dai cittadini. In queste settimane sono in tanti, soprattutto alcuni centri di interesse, a tentare di far passare esplicitamente l’idea che questo Paese non sia abbastanza maturo per scegliere chi lo potrà  governare e che l’unica alternativa al governo tecnico dovrebbe essere un altro governo Monti. Sono ancora di più le lobbies economiche e finanziarie che, di fronte alla evidente crisi di rappresentanza e di fiducia che vive giustamente la politica, vorrebbero una sorta di commissariamento dell’intero sistema politico-istituzionale per garantirne meglio il funzionamento  e, soprattutto, ridurne i costi.
Alle primarie del centrosinistra dovremo decidere proprio questo. Il nostro compito non può essere quello di cavalcare l’antipolitica ergendoci a fustigatori dei costumi e assecondando l’idea di una politica tutta uguale, chiusa in se stessa, volta a perpetuare rendite di posizione a cui non esistono alternative se non la rottamazione. Il centrosinistra deve, invece, assumersi la responsabilità di rinnovare la politica accettando la sfida del cambiamento e delle riforme da fare con i cittadini, restituendo ruolo alla politica, affrontando i problemi e mettendo in campo le soluzioni. È  necessario chiudere la stagione dei populismi assumendosi la responsabilità delle scelte, anche impopolari, avendo in testa il futuro dell’Italia e le idee e i valori su cui ricostruire il Paese. Credo sia questa la forza della candidatura di Bersani: il coraggio di non accontentarsi di scorciatoie e di assumersi le responsabilità, la consapevolezza della necessità di aprire una stagione di riforme capaci di guardare al futuro e non solo all’emergenza e la convinzione che senza la politica - una politica rinnovata e credibile - non si può realizzare questo progetto.

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