Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 19.47

Recensione LA TRILOGIA NERA di Dave Zeltserman |© Miriam Ballerini

Recensione LA TRILOGIA NERA di Dave Zeltserman |© Miriam Ballerini

| Scritto da Redazione
Recensione LA TRILOGIA NERA di Dave Zeltserman |© Miriam Ballerini

Recensione LA TRILOGIA NERA di Dave Zeltserman |© Miriam Ballerini

“Noir classici, scioccanti, che non scendono a compromessi. Un colpo in pieno viso. Pura, nerissima magia”. Ken Bruen

 Questo tomo raccoglie tre romanzi di Zeltserman usciti in anni precedenti, singolarmente.

Tre romanzi noir che ho letto piuttosto velocemente, rapita dal modo di scrivere di questo autore. Usa un linguaggio semplice, diretto, senza tergiversare, senza particolari frasi ad affetto; ma la sua penna è onesta, diretta.

Tutti e tre i romanzi sono scritti in prima persona dal protagonista, ogni volta diverso, ma che parte sempre dallo stesso punto: l'uscita dal carcere dopo avere scontato la propria pena.

Parla del presente, mentre riporta a tratti quanto avvenuto in passato per far comprendere come si sia arrivati a quel punto, in un racconto metodico.

I sentimenti vengono abilmente mostrati attraverso i dialoghi, così come le varie personalità dei protagonisti. I punti di vista non sono unilaterali.

Vediamo uno per volta di cosa tratta Zeltserman.

 Il primo romanzo s'intitola “Piccoli crimini”.

Il protagonista esce di prigione: “Dopo sette anni racchiuso in cella, adesso volevo tutta l'aria che potevo avere”.                       

Ritorna nel vecchio quartiere in casa dei genitori, madre e padre che non desiderano la sua presenza. Leggendo si prova empatia verso questa persona che ha sbagliato, ha fatto un gran casino nella sua vita; ma che cerca in qualche modo di ricominciare, ritrovandosi tutti contro.

La situazione viene portata all'esasperazione, tanto da confondere il lettore che non capisce esattamente come andrà a finire.

Lo scrittore si dimostra piene di risorse, il personaggio d'invenzione un cattivo al quale non si può fare a meno di affezionarsi.

 Il secondo libro è: “La vera storia di Kyle Nevin”.                         

Kyle esce di prigione e si rifugia in casa del fratello, il quale, nel frattempo, ha cambiato vita ed è riuscito a trovare un lavoro e una compagna.

L'uscita dal carcere di Kyle stravolge ancora la sua esistenza e, per i due, la via che seguono li porterà alla loro rovina.

Chi scrive è Kyle, che sta di fatto buttando giù la sua biografia, mettendo qua e là note per l'editore che leggerà quanto da lui scritto. “Mi ero reso conto di quanto fosse importante per me quel libro. Era la mia eredità, qualcosa per compensare tutte le schifezze che avevo fatto nella mia vita”.

Mentre nel precedente romanzo il protagonista è una persona che ha sbagliato, ma in fondo buona, qui il personaggio principale è cattivo e vendicativo. Arrivi ad odiarlo, a non sopportare più le sue battute sessiste e le sue cafonaggini.

Ha tratti mafiosi, violenti.

Sapere che potevi uscire per strada e prenderti quel che volevi ti dava una sensazione unica”.

 La terza storia è: “Killer”.     

Direi che è la trama che più mi è piaciuta, anche se non posso dir nulla di male sulle due precedenti. Mi sono immaginata il protagonista Leonard, col viso di un Clint Eastwood anziano, triste, depresso; eppure con una scorza dura appena sotto la pelle che solo all'apparenza può apparire fragile. “La luce fioca di quell'unica lampadina seppelliva la mia faccia sotto vari strati di ombre, che probabilmente aggiungevano anni al mio aspetto”.

L'uomo torna in libertà dopo anni, anche se non ha di fatto scontato tutta la pena, avendo patteggiato e consegnato altri in cambio della sua detenzione. “Forse la prigione non aveva fatto giustizia, ma di sicuro la strada sapeva come prendersi cura di un traditore come me”.

E così è, visto che la gente che lo riconosce lo evita, lo insulta, lo umilia.

Si sente braccato da coloro che ha tradito, mentre altro non fa che cercare di vivere il più defilato possibile.

Di notte va in un palazzo fino alle due del mattino per fare le pulizie negli uffici; i figli non vogliono più avere a che fare con lui.

A un certo punto, dopo che i giornali hanno parlato della sua scarcerazione, facendo conoscere in giro la sua faccia: lui si distingue per un gesto eroico. Riesce a mandare a monte un tentativo di rapina da parte di due tossici.

Ma nemmeno questo basta per far cambiare idea agli altri che, sempre, lo vedranno per un mostro.

Leonard, nell' introspezione di un vecchio delinquente, arriva a giustificarsi, così come spesso accade ai detenuti che cercano sempre di sminuire le loro colpe, proprio per convivere con quanto fatto.

Fino alla fine, fino a quando riesce ad ammettere anche a se stesso cosa lui sia in realtà.

 Lo scrittore non è mai romantico o tenero, anche quando parla di buoni sentimenti. La sua penna è adeguata al tipo di personaggi che ha deciso di narrare e che lui stesso così descrive: “Ho deciso di raccontare le imprese dei miei “bastardi usciti di prigione” in prima persona perché sono tutti e tre totalmente inaffidabili. Se non li avessi fatti parlare con la propria voce ci avrebbero raccontato solo un mucchio di balle”.

 

© Miriam Ballerini

fonte: "La trilogia nera" di Dave Zeltserman: tre romanzi noir in un unico volume - OUBLIETTE MAGAZINE            

 

LA TRILOGIA NERA di Dave Zeltserman

© 2012 Fanucci

ISBN 978-88-6688-015-8

Pag. 827  € 12,00

                                                                                                                                                                                                                                                                               

 

850 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online