Referendum Lombardo: è in gioco l'unità dei diritti Non andrò a votare di Gian Carlo Storti
Fra le tante motivazioni-condivisibili-che in molti hanno illustrato (vedi correlati) che invitano a votare No o a non partecipare al voto di domenica 22 sottolineo quella della Cgil-che ripropongo- che nel mentre ripropone un ‘assetto istituzionale fondato su un federalismo unitario e solidale’ sottolinea che questo non può frantumare i diritti, del lavoro e civili, ‘su tutto il territorio nazionale’.
Nella prospettiva degli Stati d’Uniti d’Europa è palesemente evidente che la forma Stato , da centralizzato come l’abbiamo conosciuto- dalla rivoluzione francese in poi- si sta radicalmente modificando cerso lo stato federale. Ma questa entità appunto deve garantire ‘l’uniformità dei diritti fondamentali su tutto il territorio nazionale’. Quindi non andrò a votare per non ‘legittimare’ Maroni come paladino dell’autonomia e del federalismo.
Totalmente incomprensibile la posizione del Sindaci del PD che voteranno SI. Difficilmente digeribile la posizione del PD Lombardo che lascia ‘liberta’ di voto come se fosse un problema di coscienza.
Ecco la posizione della Cgil nazionale espressa in una nota stampa: La Cgil ha sempre sostenuto “la necessità di un assetto istituzionale fondato su un federalismo unitario e solidale che garantisca l’uniformità dei diritti fondamentali su tutto il territorio nazionale”. Per questo, spiega la nota, è urgente affrontare le criticità del Titolo V, a partire dalla rivendicazione di un luogo istituzionale in cui Stato e Regioni possano cooperare, e di una legislazione nazionale che definisca il quadro unitario di diritti.
Per il sindacato di corso d'Italia occorre “approvare i Livelli essenziali delle prestazioni e leggi quadro nazionali per le materie di legislazione concorrente, nei cui confini le varie realtà locali possano e debbano agire valorizzando le rispettive peculiarità, facendosi promotori di sviluppo e di buone pratiche”.
“La confederazione, insieme alle sue strutture territoriali di Veneto e Lombardia - si legge infine nella nota - è impegnata a diffondere tra lavoratori e pensionati queste valutazioni”, perché “il voto deve essere democratico, consapevole e informato. L’uso strumentale di questo esercizio per l’inefficacia dell’esito rischia di generare ulteriore sfiducia e distanza tra cittadini e istituzioni”.