Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 09.37

Reggio Calabria, un voto di verità. Il punto di Rosario Amico Roxas

Pubblichiamo l’articolo di Rosario Amico Roxas sull’analisi della recente tornata elettorale che ha visto vittorioso Giuseppe Falcomatà

| Scritto da Redazione
Reggio Calabria, un voto di verità. Il punto di Rosario Amico Roxas

Reggio Calabria è una città complessa, che si dimena tra una maggioranza operosa e una risicata minoranza malavitosa, tant’è che l’Amministrazione Comunale è stata sciolta per evidenti relazioni con la ’ndrangheta.

La città è stata chiamata al voto per rinnovare il Consiglio Comunale, con la segreta speranza di vedere eletta una pattuglia di onesti, in grado di neutralizzare gli inquinamenti mafiosi. È stata la maggioranza, non più silenziosa, che ha determinato il successo del giovanissimo Giuseppe Falcomatà, assegnandogli la vittoria al primo turno, con il 61% di voti, definita dal trentunenne Falcomatà «una vittoria nuova, dal sapore antico», con il ritorno al centrosinistra che a Reggio Calabria ricordano come esempio di buon governo. Il «sapore antico» è dato dalla memoria di Italo Falcomatà, padre del neo Sindaco, anch’egli Sindaco della città per il centrosinistra, che aveva lasciato un’eredità di quel buon governo, che adesso eredita il figlio. Così il nuovo si è coniugato con l’antico, la speranza con l’esperienza, l’energia pulita con la capacità di saper mediare. Se questo è il segnale del «futuro pulito che avanza e che sta arrivando», come ha detto Renzi alla Leopolda, allora il lumicino della speranza torna a brillare.

Ma il risultato più importante, per fare delle analisi politiche proiettate nel futuro, è quello di Forza Italia, un misero 8,4%, come da un anno a questa parte vado scrivendo a commento di sondaggi taroccati a comando; da oltre un anno anticipo che la reale consistenza di Forza Italia non arriverà più alla percentuale a due cifre, identificando una forchetta tra l’8 e il 9%. Così è stato. Ma è molto più significativo il dato che ciò sia avvenuto a Reggio Calabria, dove possiamo ipotizzare un pesante intervento delle cosche della mafia reggina. Così è la mafia che risulta sconfitta, proprio nella città che ha dominato per un decennio, fino allo scioglimento per collusioni mafiose.

Renzi deve imparare molto da questa severa lezione e capire, finalmente, che l’alleanza con un pregiudicato come Berlusconi non potrà mai essere foriera di sviluppo e di ripresa per la nazione. Si scontrano due interessi opposti, quelli dello Stato, che necessita di riforme strutturali e non personalistiche, e quelli dei soliti noti dell’ultimo ventennio, che, passati in minoranza, hanno tutto l’interesse a boicottare ogni iniziativa per evitare che vengano assunte decisioni sul welfare e sullo Stato Sociale, che dilaterebbero i limiti della speranza e dei consensi. Un’alleanza di fatto, com’è adesso, con chi rappresenta l’8% degli elettori, riduce ai minimi termini lo spazio di trattativa, perché quell’8% pretende di decidere come se ancora si fosse nel tragico ventennio berlusconiano. Apprendiamo così che solo l’8% degli elettori di Forza Italia ha simpatie mafiose, mentre la stragrande maggioranza vuole isolare le mele marce e riporle definitivamente in pattumiera.

Rosario Amico Roxas

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