Mario Draghi con un intervento pessimo e ipocrita ha perso l’occasione di dare un contributo per una soluzione pacifica del conflitto.
Il presidente del consiglio ha ribadito la linea guerrafondaia del governo e l’allineamento dell’Italia con gli USA e la NATO.
Draghi ha fatto finta di non sapere che la violazione del diritto internazionale non è solo prerogativa di Putin ma pratica abituale di USA e Nato.
L’Italia dovrebbe svolgere un ruolo di mediazione e trattativa al fianco del Vaticano; invece, ribadisce la linea dell’invio delle armi e del riarmo. Draghi se ne frega dell’articolo 11 come del resto della Costituzione. In altri tempi l’Italia avrebbe assunto un’iniziativa di pace invece di mettersi l’elmetto.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
MANIFESTA: MA DAVVERO DRAGHI PENSA CHE LA PACE SI REALIZZI ALIMENTANDO LA GUERRA?
Abbiamo ascoltato con grande attenzione e preoccupazione l’intervento alle Camere riunite del premier ucraino Volodymyr Zelensky.
Lo abbiamo sentito chiedere un aumento della pressione sanzionatoria nei confronti della Russia, non ha parlato di “no fly zone” né ha fatto alcun richiamo alla nostra Resistenza.
Ci ha sorpreso molto negativamente l’intervento del nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi che ha invece rincarato la dose con le sue accuse contro l’intera Russia e ponendo come fondamentale l’aumento del sostegno militare all’Ucraina.
Come ManifestA continuiamo ad affermare che tale sostegno non rappresenti affatto uno strumento utile a realizzare l’obiettivo fondamentale per chi sta pagando l’invasione, ovvero un immediato “cessate il fuoco”.
Il dovere di ogni Paese, in questo momento è certamente quello di accogliere chi fugge ma contemporaneamente di mettere al primo posto di ogni agenda, l’apertura di un reale tavolo di trattativa che porti ad una pace duratura. E le armi non saranno mai strumento di pacificazione.
Silvia Benedetti, Yana Ehm, Doriana Sarli, Simona Suriano, Componente ManifestA, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea