Sabato, 20 aprile 2024 - ore 10.13

Rinaldo , nuova produzione barocca del Ponchielli Cremona sul palco il 23 novembre con repliche il 25

È Rinaldo la nuova produzione barocca del Ponchielli, realizzata in coproduzione con OperaLombardia e che debutterà sul palco del teatro cremonese il prossimo venerdì 23 novembre (ore 20.30) con replica due giorni dopo, domenica 25 (ore 15.30).

| Scritto da Redazione
Rinaldo , nuova produzione barocca del Ponchielli Cremona sul palco il 23 novembre con repliche il 25

Rinaldo , nuova produzione barocca del Ponchielli Cremona sul palco il 23 novembre con repliche il 25

È Rinaldo la nuova produzione barocca del Ponchielli, realizzata in coproduzione con OperaLombardia e che debutterà sul palco del teatro cremonese il prossimo venerdì 23 novembre (ore 20.30) con replica due giorni dopo, domenica 25 (ore 15.30).

La rivisitazione dell’opera in tre atti di Georg Friedrich Händel, tratta da Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, è affidata alla sapiente direzione del carismatico Ottavio Dantone, mentre la regia è  cura del talentuoso regista  Jacopo Spirei.

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Rinaldo

Nota alla nuova edizione critica a cura di Bernardo Ticci

Revisione drammaturgica a cura di Ottavio Dantone

La stesura di un’edizione critica di un’Opera si basa molto sui costanti e continui progressi che si conquistano nel campo della conoscenza del repertorio e della prassi esecutiva barocca.

Lo studio sempre più approfondito dell’autore, del modo di “scrivere musica” e quindi della codifica delle convenzioni di notazione che ogni compositore possiede, sono stimoli per cercare di presentare ai nostri giorni un testo il più vicino possibile all’idea e alle intenzioni originali.

Dallo studio diretto delle fonti si apprende che frequentemente i compositori preparavano nuove versioni e rimaneggiamenti di precedenti propri manoscritti, per esempio in occasione di un nuovo allestimento dell’opera, come nel caso del Rinaldo.

Dopo la prima versione del 1711 Handel dovette apportare delle modifiche in funzione del nuovo allestimento di venti anni successivo, nel 1731. Il cast completamente diverso rendeva necessari cambiamenti nei recitativi e trasposizioni per adattare la prima versione alle esigenze del momento.

La scelta del M° Ottavio Dantone di riunire le due versioni potrebbe, ad un esame superficiale, apparire quasi arbitraria. Tuttavia è proprio grazie allo studio di nuovi trattati dell’epoca, alla scoperta di nuove fonti, al confronto tra loro e alle continue ricerche nel campo della prassi esecutiva dell'epoca che si apprende quanto una simile operazione fosse in realtà usanza del tempo e sia anzi quanto mai storicamente motivata.

Lo stimolo che spinge ai nostri giorni a curare nuove edizioni è la consapevolezza che il manoscritto di un’Opera vada inteso come forma “viva” di Arte, soggetta a uno studio e a un approccio sempre nuovo, con il fine di tendere alla forma più pulita e più vicina possibile al modo in cui l’Autore ha scritto e pensato; l’obiettivo è interpretare e comprendere al meglio il compositore e fornire agli esecutori e al pubblico di oggi il miglior testo possibile per riprodurre il Teatro di secoli passati, nella speranza di una meritata riscoperta e definitiva valorizzazione.

 

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