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Ripensare al ruolo delle Province e rinviare l’elezione del 25 agosto di Francesco Ghelfi

Rilancio ancora una volta l’appello a tutti i partiti: bisogna al più presto affrontare il caos istituzionale delle Province e al Ministro degli Interni chiedo di spostare la data delle elezioni a dopo le vacanze estive perché il Presidente possa essere eletto dal maggior numero di amministratori comunali.

| Scritto da Redazione
Ripensare al ruolo delle Province e rinviare l’elezione del 25 agosto di Francesco Ghelfi

Ripensare al ruolo delle Province e rinviare l’elezione del 25 agosto di Francesco Ghelfi

Chissà se Matteo Salvini, Ministro degli interni, lunedì scorso a Cremona, si è ricordato di quella interrogazione, presentata qualche mese fa da Roberto Speranza, Segretario Nazionale di Articolo Uno relativa alla richiesta di spostare la data dell’elezione da parte dei Sindaci e dei Consiglieri Comunali dei Comuni della provincia del Presidente della Provincia di Cremona, prevista in piena estate (25 agosto).

Certo l’attenzione verso questi Enti è sempre stata scarsa e quasi fastidiosa. Per il timore di perdere consensi elettorali è meglio non parlarne, meglio tenerle lì nel loro limbo senza risorse finanziarie e senza che possano espletare un ruolo chiave e strategico per il Paese.

Quindi pongo una domanda: è utile eleggere un Presidente che può soltanto limitarsi a prendere atto che ci sono dei problemi, che ci sono delle esigenze e delle richieste che vengono dai territori, ma che non ci sono soldi per intervenire, assumendosi gratuitamente le responsabilità che il ruolo gli affida? Avete mai visto un manager che gestisce una impresa senza soldi lavorando gratuitamente?

A rischio, come ormai avviene da anni, sono gli interventi di manutenzione e messa in sicurezza degli edifici destinati alle scuole superiori e delle strade provinciali, dei ponti, dei viadotti e delle piste ciclabili. La chiusura di ponti o di strade diventa necessaria non per creare disagi alla comunità, ma per prevenire incidenti, se non tragedie.

Un’altra domanda? E’ possibile mantenere in vita Comuni da 300/500 abitanti? Si è pensato di creare l’istituto delle Unioni dei Comuni o meglio ancora la fusione. Se però guardiamo la realtà, è difficile che ci sia la volontà da parte dei Comuni di fondersi, per una questione di campanilismo e perché non paga elettoralmente.

Le Unioni non stanno funzionando perché non è possibile che a ogni cambio di Amministrazione il Comune possa uscire o entrare nell’Unione, creando caos/inconvenienti organizzativi, costi e disagi alle comunità.

Le Regioni, soprattutto quelle dell’Italia settentrionale, hanno un’ampia estensione territoriale, una popolazione numerosa e, al loro interno, vi è la presenza di numerosi piccoli/medi Comuni; le Province hanno quindi esercitato nel tempo funzioni di programmazione e coordinamento, costituendo un utile elemento di intermediazione tra tali Comuni e Regione. Nella situazione odierna, tale ruolo si è molto indebolito e la distanza istituzionale tra la piccola amministrazione comunale e la Regione si è ampliata.

Rilancio ancora una volta l’appello a tutti i partiti: bisogna al più presto affrontare il caos istituzionale delle Province e al Ministro degli Interni chiedo di spostare la data delle elezioni a dopo le vacanze estive perché il Presidente possa essere eletto dal maggior numero di amministratori comunali.

Francesco Ghelfi

Segretario Provinciale di Articolo Uno Cremona

6 giugno 2019

 

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