Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 06.33

Risparmio del territorio. Finalmente un passo avanti | M.Terzi

| Scritto da Redazione
Risparmio del territorio. Finalmente un passo avanti | M.Terzi

Egregio Direttore,  mi conceda questo rapido commento e questa esortazione.
Il Consiglio dei Ministri circa un mese fa ha approvato un disegno di legge che pone un limite all’avanzata dell’asfalto e del cemento e mira a garantire un giusto equilibrio tra terreni agricoli ed aree edificabili,  proteggendo  l’agricoltura ed il paesaggio come elementi essenziali di quella cornice ambientale che si è formata nei secoli diventando parte fondamentale di quello che era  il nostro bellissimo Paese. Finalmente sembra prendersi in seria considerazione un disegno di legge urbanistico a favore dell’agricoltura, dei suoli fertili e del loro ruolo strategico nella tutela e sviluppo del nostro territorio . E’ un riconoscimento a quanto proclamato dall’art.9 della Costituzione ed a quanto è collegato alla tutela della salute “come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività”.  E’ un provvedimento lungimirante,che potrebbe concretamente contribuire alla “salvezza dell’Italia”indirizzandola sulla retta via, moderando lo spreco e la dissoluzione di quelle che sono le sue vere e proprie uniche grandi risorse. Quelle che, come spesso vado ripetendo, “nessuna Cina” ci potrebbe copiare. Quelle caratteristiche uniche ed universalmente ammirate dell’identità italiana che potrebbero permetterci di costruire un modello di sviluppo  potenzialmente complementare a quello industriale.  E’ una scelta politica  che va sostenuta e che al momento non ha avuto una adeguata pubblicizzazione ed il giusto riconoscimento dalla stampa nazionale ed ancora troppo poco da quella locale. Purtroppo nell’entusiasmo del momento ( che ci auguriamo non debba nel futuro essere deluso ) dobbiamo rimarcare che è un provvedimento tardivo, come tutti possono giornalmente constatare, perché la Repubblica, proprio quando ci si aspettava che fosse portatrice, insieme a speranze ed ideali, di una prassi ed un costume nuovo, ci ha reso testimoni impotenti, dal dopoguerra ad oggi , di una devastazione del territorio che è impressionante. Dagli anni cinquanta, ( con la giustificazione della ricostruzione ), ad oggi ( con la giustificazione dell’accrescimento dello sviluppo ) non si è riusciti ad indirizzare la modernizzazione su criteri meno devastanti. Abbiamo veramente esagerato.  Abbiamo distrutto, cementificato, alterato  sino ad arrivare ad una crisi che ci ha portato sull’orlo  del fallimento. Un milione e mezzo di ettari (pari a tutta l’Emilia Romagna) è stato sepolto da villette, nuove espansioni,capannoni,autostrade,strade,svincoli,tralicci e discariche.  Il paesaggio è stato cancellato da questa furia, la produttività e qualità agricola menomata, la salute alimentare messa in dubbio, il settore turistico indebolito. I cremonesi provengono da una storia di sapienza contadina che potrebbe insegnare molte cose. La generazione che ci ha preceduto aveva adottato, suo malgrado, la sobrietà come vero e proprio stile di vita, non potendosi permettere il lusso di sprecare nulla di quanto offriva la natura. Era una civiltà naturalmente “ecologica” perché basata sull’utilizzo di risorse rinnovabili, a cominciare dall’energia solare, dall’acqua e del vento, così come rinnovabili erano il legname dei boschi e l’humus della terra, purchè utilizzati con giudizio e parsimonia. Pane, acqua e aria sono gli elementi nei quali ci muoviamo. Siamo in un territorio dove l'ambiente dovrebbe essere naturalmente anche più prezioso che altrove, stante la qualità dei prodotti ed i guadagni che se ne traggono e se ne potrebbero trarre. C’è una civiltà da recuperare attorno alla terra: si chiama sostenibilità,sobrietà, rispetto accoglienza e bellezza. Le visioni della campagna cremonese dall’alto, pubblicate recentemente in “Immagini dal cielo” da G. Regis, restituiscono al territorio di pianura brani di una dignità estetica sovente sottovalutata ed accantonata. La marginalità infrastrutturale, lo sviluppo ritardato ci hanno un poco preservato e ci hanno permesso di ridurre lo scempio che è stato effettuato in altri territori più disinvolti e scalpitanti.  Ora pur nelle gravi difficoltà che contrassegnano questo momento, questo disegno di legge ci può permettere un serio ripensamento e la difesa di quanto rimane, ma nel contempo  riabilitare e segnalare tra i territori virtuosi. Prevede,infatti, una soglia massima di superficie agricola edificabile, il continuo monitoraggio del consumo effettivo di suolo agricolo, un premio per i Comuni virtuosi, l’abrogazione dell’uso degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti ed un incentivo per il recupero degli edifici rurali. Queste condizioni possono fornire un terreno di elaborazione originale per una qualità dello sviluppo orientato verso settori “diversi”e per costruire  elementi d’innovazione. L’iter sarà, come tutte le disposizioni urbanistiche del passato, sicuramente ostacolato, lungo e difficile. Sarebbe conveniente che tutti  i rappresentanti della comunità cremonese valutassero positivamente questa opportunità e dessero tutta la loro disponibilità e collaborazione perché il progetto abbia un esito positivo prima della fine della legislatura.

Massimo Terzi architetto
Cremona

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