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Rispettando gli impegni della COP26 riusciremmo ad evitare per un pelo un riscaldamento globale di oltre 2° C

Ma sono necessari subito nuovi impegni più ambiziosi per restare entro gli 1,5° C

| Scritto da Redazione
Rispettando gli impegni della COP26 riusciremmo ad evitare per un pelo un riscaldamento globale di oltre 2° C

Secondo lo studio “Realization of Paris Agreement pledges may limit warming just below 2° C” pubblicato su Nature da un team internazionale di ricercatori guidato dell’università di Melbourne, se tutti i Paesi rispettassero gli impegni dell’Accordo di Parigi ribaditi alla COP26 Unfccc di Glasgow del 2021, il mondo potrebbe riuscire a mantenersi per un pelo entro gli 1.9 – 2° C.

Si tratta del primo studio  peer-reviewed a quantificare l’impatto sul clima degli impegni aggiornati per ridurre le emissioni che sono stati presi in vista e durante la conferenza COP26 di Glasgow. Il team di ricerca ha analizzato i dati e gli obiettivi di 196 Paesi, oltre alle emissioni dei trasporti marittimi e aerei internazionali e ha calcolato le emissioni dell’intera economia a livello nazionale, poi ha studiato i dati e gli impegni climatici, quindi ha aggregato tutto a livello globale e ha utilizzato simulazioni climatiche probabilistiche per dedurre il riscaldamento futuro. Allo studio hanno partecipato, Climate Resources Melbourne, International energy agency (Iea) e il segretariato dell’United Nations climate change.

Il principale autore dello studio, Malte Meinshausen del Climate & Energy College della School of geography, Earth and atmospheric sciences dell’università di Melbourne, ha evidenziato che «La comunità globale deve  sfruttare lo slancio attuale dopo che questi recenti progressi hanno reso possibile che il riscaldamento possa essere limitato a “appena sotto” la soglia simbolica di 2° C con almeno una probabilità del 50%. Solo un anno fa, sommando le promesse dei Paesi, non potevamo vedere  i 2° C a portata di mano. Questo è cambiato. Se tutti i paesi rispettano le loro promesse, mantenere l’aumento della temperatura globale appena al di sotto dei 2° C ora sembra possibile. Comprendendo le promesse fatte alla COP26, ora calcoliamo che il picco di riscaldamento sarà limitato a una stima migliore, di circa 1,9 – 2,0°C, se tutte le promesse, sia condizionali che incondizionate, saranno sufficientemente sostenute e onorate. Uno dei contributi più significativi ai nuovi impegni è arrivato dall’India, che ha annunciato un obiettivo di emissioni net zero entro il 2070. Ora ci sono 75 parti che hanno presentato obiettivi a lungo termine come parte dei loro Nationally Determined Contribution, o NDC».

Ma ,lo studio mostra anche qualcosa di molto preoccupante: «Se i paesi non migliorano sostanzialmente i loro obiettivi di riduzione entro questo decennio. È improbabile limitare il riscaldamento di picco al di sotto degli 1,5° C».

Uno degli autori dello studio, lo specialista di dati climatici Jared Lewis di Climate Resource e dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA), ha sottolineato che «Sono urgentemente necessari impegni e azioni più forti in questo decennio per raggiungere l’obiettivo di 1,5° C. Il raggiungimento di questo obiettivo di mantenere il riscaldamento intorno a 1,5° C ci consentirà di mitigare alcuni dei peggiori risultati dei cambiamenti climatici, tra cui ondate di caldo estreme, sbiancamento della barriera corallina, inondazioni crescenti e piogge prolungate».

Il nuovo studi  stima che nel 2030 le emissioni saranno superiori del 6-13% rispetto ai livelli del 2010, ma il rapporto del Working Group III dell’Intergovernmental Panel on Climate Change pubblicato nei giorni scorsi conclude che per limitare l’aumento della temperatura a 1,5° C richiederebbe una riduzione del 37% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010 e Christophe McGlade dell’Iea ha detto a BBC News: «La cosa veramente fondamentale è l’importanza di ridurre le emissioni nel periodo fino al 2030. Ci sono opzioni disponibili per i responsabili politici per rispondere all’attuale crisi che possono anche essere in linea con i nostri obiettivi di emissioni a lungo termine, cose come la riduzione del consumo di petrolio abbassando i limiti di velocità. Ha un impatto immediato in termini di riduzione della domanda di petrolio, riduce parte dello stress sui mercati petroliferi e aiuterebbe anche a ridurre le emissioni”.

Meinshausen conclude:«Con gli attuali impegni, il mondo esaurirà il suo budget di carbonio rimanente per gli 1,5° C in questo decennio. Ridurre in modo deciso l’uso di combustibili fossili in questo decennio dovrebbe essere la priorità climatica numero. Un’accelerar ta phase out e phase down di carbone, petrolio e gas apre le opportunità per un futuro elettrico ed alimentato da fonti rinnovabili».

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