Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 03.05

RISPETTO RECIPROCO ANTIDOTO CONTRO L’INTOLLERANZA

Il Presidente Mattarella nella cerimonia degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, Forze Politiche e Società Civile.

| Scritto da Redazione
RISPETTO RECIPROCO ANTIDOTO CONTRO L’INTOLLERANZA

“Nella stagione che viviamo il confronto politico assume sovente toni molto aspri; e anche alcuni recenti passaggi parlamentari hanno fatto registrare tensioni. Sappiamo che la politica comporta anche scontri”. Così il Presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che oggi pomeriggio ha ospitato al Quirinale la tradizionale cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, Forze Politiche e Società Civile.

Il Capo dello Stato ha iniziato il suo intervento citando alcune parole di Aldo Moro: “anche se talvolta profondamente divisi… sappiamo di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere di andare più lontano e più in alto”. “Non è importante che pensiamo le stesse cose” invece è di straordinaria importanza – scriveva - la “comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo”. Parole da cui “si possono trarre due preziose indicazioni”, ha osservato il Capo dello Stato.

“La prima: chi riveste ruoli istituzionali deve avvertire la responsabilità di farlo in nome e per conto di tutti i cittadini. Aveva ben presente, Moro, il grave pericolo – purtroppo confermato dagli eventi successivi – che corre una società attraversata da lacerazioni profonde. Il bene comune è, appunto, bene di tutti, nessuno escluso. E chi amministra la cosa pubblica, chi è chiamato al compito di governare esprime, certo, gli orientamenti della maggioranza ma con il dovere di rispettare e garantire la libertà e i diritti degli altri, delle minoranze. Questa è l’essenza della democrazia, che richiede rispetto reciproco. Il rispetto rappresenta il più efficace antidoto all’intolleranza, foriera di conseguenze negative”.

La seconda indicazione, ha aggiunto, “è quella di confrontarsi, con lungimiranza, sulle prospettive, sull’ampio orizzonte del futuro. A volte parliamo del futuro come di un domani lontano, cui non dedicare grande attenzione, oppure un domani che giungerà all’improvviso. Invece il futuro è già cominciato: scrive sulle pagine del nostro presente. Il futuro ci riguarda già oggi perché sta cambiando le nostre vite. Questa consapevolezza deve interpellare anche chi assume responsabilità politiche, istituzionali, di governo e chi, dall’opposizione, vi si confronta”.

Siamo pienamente dentro un cambiamento vorticoso e inedito”, ha aggiunto Mattarella. “Il mondo in cui ci troviamo è diverso da quello che abbiamo conosciuto. Il modo in cui viviamo è differente. Cambiano le tecnologie, gli strumenti della nostra quotidianità, le nostre abitudini. I linguaggi, gli stili di vita, i lavori, i tempi con cui organizziamo le nostre giornate. Cambia l’ambiente in cui viviamo, il clima e, in conseguenza di questo, si aggravano gli effetti dei fenomeni naturali sui nostri territori. È forse questo uno degli aspetti più evidenti e più dirompenti del cambiamento”.

Citati i mutamenti climatici e le loro conseguenze per i popoli, Mattarella è tornato a parlare della cultura digitale che “moltiplica le opportunità, amplia le conoscenze” ma che “non è uguale per tutti”. Dunque “il divario digitale è sempre più palesemente un fattore di profonde diseguaglianze”.

“Il tradizionale e frequente augurio “felice anno nuovo” esprime il fascino e la suggestione del futuro”, ha detto ancora il Presidente. “È paradossale – proiettati, come già siamo, nel domani – che venga contraddetto da spinte e aspirazioni di ritorno a condizioni del passato; a un passato impossibile perché rimosso dalla realtà. Una scelta siffatta condurrebbe inevitabilmente a un rapido e malinconico declino. Non ci si può limitare a subire gli eventi, lasciando a dinamiche incontrollate il compito di decidere come sarà il mondo nuovo”.

“Tanto più è necessario questo impegno – ha aggiunto – in quanto assistiamo all’emergere di energie nuove, di domande di tanti giovani che, in ogni parte del mondo, chiedono di far valere il loro diritto al futuro. Perché il loro futuro è oggi, qui, adesso. Preparare il futuro, cominciando a viverlo, significa non ignorare quel che si trasforma attorno a noi. Alzare lo sguardo dalle emergenze del presente, non significa in alcun modo parlar d’altro. Significa, al contrario, indicare la cornice e un metodo in base ai quali adoperarsi per risolvere i tanti problemi, anche gravi, che ancora attendono soluzioni, guardando oltre il contingente e la mera ricerca di consenso”.

Per il presidente, dunque, “è necessario misurarsi con la complessità dei problemi e delle situazioni, assumere decisioni, compiere delle scelte nei tempi richiesti dalla velocità delle trasformazioni in atto. Stabilire priorità e concentrare le risorse sui settori strategici per il nostro futuro, fare affidamento su competenze solide, tener conto degli effetti non soltanto immediati di quanto viene deciso”.

“La fase prolungata di debolezza dell’economia ha inciso fortemente sull’apparato produttivo del nostro Paese, con pesanti conseguenze occupazionali e gravi fenomeni di disgregazione sociale. Ecco la missione per cui combattere e il nemico da sconfiggere insieme”, l’invito di Mattarella: “la mancanza di lavoro, quel lavoro indicato come fondamento della nostra Repubblica. Il lavoro che, quando c’è, è sovente precario o sottopagato. Serve il lavoro, remunerato e tutelato, anche nella sicurezza, come rimedio alla frammentazione sociale e come elemento centrale della ripresa economica. Un lavoro che possa essere il risultato di investimenti che accrescano la produttività del sistema e che affrontino i nodi che frenano lo sviluppo”.

“La stessa ferita dell’emigrazione forzata di tanti nostri giovani – ha sottolineato – è frutto di questa situazione di stallo, al cui superamento vanno indirizzati tutti gli sforzi delle Amministrazioni della Repubblica, delle forze economiche e sociali, delle energie dinamiche della società civile, dei suoi corpi intermedi, del mondo della scienza e della cultura. Una grande alleanza tra le qualità, spesso sottoutilizzate della straordinaria rete di competenze e capacità imprenditoriali del nostro Paese, dei suoi territori, dei suoi Sindaci. Delle sue Regioni la cui autonomia rappresenta un valore costituzionale e apporta un contributo di grande rilievo che qualifica l’unità nazionale”. Per questo “occorre impegnarsi intensamente, valorizzare le professionalità e le intelligenze. L’Italia ha grandi potenzialità. Le trae dalla sua storia, dai principi fondamentali su cui è nata la Repubblica. Le ritrova nel suo straordinario patrimonio culturale; e anche nella creatività, nella voglia di fare della nostra gente”.

“Queste potenzialità possiamo e dobbiamo investirle anche per rafforzare l’Unione Europea, di cui siamo fondatori. Ne abbiamo il prestigio, l’autorevolezza e l’interesse”, ha ricordato il Presidente prima di ribadire che “l’Europa è casa nostra, e costituisce l’ambito di integrazione essenziale per consentire al nostro Paese di misurarsi con questioni divenute – piaccia o meno - globali e che solo a questo livello possono trovare soluzioni efficaci. In un mondo, i cui gli attori protagonisti hanno ormai dimensioni continentali”.

“L’Unione Europea ha avviato una fase di importante rifondazione, per la prosecuzione, con coraggio, di un processo di integrazione equilibrato e solidale; e per un ruolo più incisivo in ambito internazionale. Il nostro contributo – ha rimarcato Mattarella – sarà tanto più significativo quanto più la nostra presenza ai tavoli negoziali saprà essere qualificata nelle proposte e ferma nel sostegno di una visione che valorizzi gli interessi comuni”.

Citata la presidenza di Casellati al Senato, di Cartabia alla Corte Costituzionale e di Gabriella Palmieri nuova guida dell’Avvocatura Generale dello Stato, Mattarella ha sostenuto che “la presenza delle donne ai vertici delle istituzioni e nei ruoli di responsabilità delle imprese e della società civile è uno straordinario fattore di crescita e di equilibrio. Stiamo compiendo passi in avanti, anche se ancora non siamo vicini al traguardo. Resistono divari, e dobbiamo affrontarli con determinazione per superarli al più presto: penso, in particolare, al dato dell’occupazione femminile, troppo carente rispetto al resto dell’Europa. Il lavoro delle donne è oggi, per il nostro Paese, la principale opportunità di crescita e sviluppo”.

Il Presidente ha quindi rinnovato “la riconoscenza della Repubblica alla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza, agli Organismi di informazione per la sicurezza, a tutte le Forze impegnate, insieme alla Magistratura, per debellare la criminalità, per contrastare l’illegalità, per prevenire minacce alla convivenza civile. Nei loro confronti va espressa, insieme agli auguri, l’assicurazione della alta considerazione dell’impegno profuso”.

“Profonda gratitudine” è stata espressa dal Capo dello Stato “alle amministrazioni, ai Servizi e ai Corpi dello Stato. Dai Vigili del Fuoco alla Protezione Civile, dal mondo della sanità a quello della scuola”.

E ancora: “le nostre Forze armate continuano a farsi apprezzare nel mondo per la loro professionalità e per il loro senso di umanità. Ai nostri militari che trascorreranno le festività in missione all’estero, formulo gli auguri più cordiali. Come ai tanti volontari, impegnati in diverse parti del mondo in opere di solidarietà e di sostegno allo sviluppo. Di Forze Armate, Forze dell’Ordine, di Corpi dello Stato ricordiamo, con commozione e riconoscenza, quanti sono caduti nell’espletamento del dovere. Oggi, al Quirinale - che gli italiani avvertono come la loro casa - sono presenti i vertici politici, istituzionali, amministrativi, delle magistrature, quelli militari, assieme ai rappresentanti delle realtà sociali. Con voi lavorano donne e uomini che si impegnano, ogni giorno, nella vita della Repubblica. A tutti – ha concluso – va il mio apprezzamento e il mio grazie, insieme all’augurio più sincero di buon Natale e di buon 2020”. 

 

 

 

Fonte aise

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