Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 07.07

Rodotà. Con la Fiom dalla parte della democrazia

Dove stiamo andando allora? “Verso una concentrazione del potere. Il governo padrone del Parlamento, le maggioranze che si impadroniscono delle istituzioni di garanzia.

| Scritto da Redazione
Rodotà. Con la Fiom dalla parte della democrazia

L’autoritarismo soft e il neopopulismo di Renzi, la battaglia contro chi nega la rappresentanza e la possibilità del conflitto in una sintesi dell’intervento al congresso di Rimini “Intorno al lavoro si stanno riunificando grandi questioni sociali: la diseguaglianza, la povertà, il precariato. Difendere le ragioni del lavoro è tutt’uno con la difesa della Costituzione e della legalità democratica”. Accolto da una vera e propria standing ovation, Stefano Rodotà è intervenuto il 12 aprile nella giornata conclusiva del congresso Fiom – poco prima di Susanna Camusso e di Maurizio Landini – ribadendo la sua vicinanza ai metalmeccanici della Cgil e i motivi della battaglia dei “professori” – i “professoroni” di Renzi –, in difesa della Costituzione. “Oggi – ha subito osservato – stiamo assistendo all’intreccio fra diverse forme di populismo e autoritarismo”. Tre i populismi in campo: quello di Berlusconi, che non è una novità, quello di Grillo, e il nuovo populismo di Renzi, il “populismo buono”. Il segno comune è la riduzione forzosa della complessità e della rappresentanza, praticata su tutti i terreni: “Il disprezzo con cui è stato trattato il sindacato è la stessa cosa del rifiuto della mediazione parlamentare”, della volontà di inserire una soglia dell’8 per cento per chi vuole entrare, appunto, in Parlamento. Disprezzo e rifiuto che nascono dalla negazione del conflitto – “il sale della democrazia”.  Dove stiamo andando allora? “Verso una concentrazione del potere. Il governo padrone del Parlamento, le maggioranze che si impadroniscono delle istituzioni di garanzia”.

“Dobbiamo guardare con serietà a questa dimensione. Si pensi al modo come è stata affrontata la questione del Senato. La fine del bicameralismo perfetto, che noi vogliamo, dovrebbe dare al Senato una funzione di garanzia che invece non ha”.  Una democrazia senza popolo: questo il rischio. I populismi usano il popolo, non gli dànno voce. La sentenza della Consulta che ha restituito la rappresentanza alla Fiom – e con la Fiom al sindacato e ai lavoratori –, così come quella sul “porcellum” hanno voluto dire proprio questo: la rappresentanza non può essere negata. Un sistema efficiente – vedi la Germania – non ha nessun bisogno di eliminarla. “La rappresentanza è essenziale per dare voce alla società. Quando si deprime la rappresentanza si acuiscono le tensioni: l’ingresso in Parlamento delle formazioni extraparlamentari, negli anni di piombo, aiutò a svelenire il clima di quell’epoca.  “Riprendere la via maestra della Costituzione”: questo il compito di un lavoro comune anche con la Fiom. “Altro che i professori che non vogliono le riforme. Interverremo sull’articolo 81 della Costituzione, l’obbligo del pareggio di bilancio, sull’articolo 8 (la la norma Sacconi pro Fiat del 2011, ndr) e i diritti sociali. Dobbiamo esportare la Costituzione in Europa, chiedere che l’Europa abbia la sua legittimità nella tutela dei diritti”.  Si è aperta una stagione difficile, un confronto tra due idee di società. “Noi vogliamo rinnovare la Costituzione guardando ai diritti come punto di partenza, alla rappresentanza come condizione della democrazia”. “Ci è stato rimproverato di usare la parola autoritarismo”. Ma il processo in atto è proprio questo, anche se lo svuotamento della democrazia avviene in maniera “soft”. “Sono qui – la conclusione – perché con la Fiom sto dalla parte giusta, cioè dalla parte della democrazia”.

DI G.RISPOLI

Fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2014/04/13/110827/rodota-con-la-fiom-dalla-parte-della-democrazia

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