RUSSIA: CONDANNA DI AMNESTY ALLA VASTA REPRESSIONE DELL’OPPOSIZIONE IN VISTA DELLE ELEZIONI DI SETTEMBRE
Commentando l’arresto di cinque membri dell’opposizione, tra cui Aleksei Navalny, le perquisizioni e le indagini penali avviate contro altri otto, Oleg Kozlovsky, ricercatore di Amnesty International sulla Russia, ha dichiarato:
“Questo tentativo aperto e spudorato da parte delle autorità russe di intimidire l’opposizione in vista delle elezioni parlamentari di settembre a Mosca deve terminare subito. Aleksei Navalny e altri quattro attivisti arrestati ieri sono prigionieri di coscienza e devono essere rilasciati immediatamente e incondizionatamente - convocare raduni politici pacifici non è un crimine e non dovrebbe mai essere punito come tale”.
“Ma gli arresti amministrativi non sono l’unico strumento usato dal governo. Da ieri, molti attivisti e candidati dell’opposizione sono indagati sulla base di un confuso articolo del codice penale. Nelle ultime ore, diversi candidati che desideravano presentarsi alle elezioni hanno subito la perquisizione delle loro case o sono stati convocati per un interrogatorio. Il messaggio è chiaro: smetti di parlare”.
“È scandaloso che le autorità russe si sentano così incoraggiate a far tacere le voci critiche. I diritti alla libertà di espressione e all’assemblea pacifica sono sanciti dal diritto internazionale dei diritti umani e devono essere rispettati ovunque”.
Ulteriori informazioni
Il 24 luglio, al leader dell’opposizione russa Aleksei Navalny sono stati comminati 30 giorni di arresti amministrativi per aver convocato una manifestazione pacifica il 27 luglio per protestare contro la decisione dei funzionari della città di Mosca di vietare ai candidati dell’opposizione di candidarsi alle elezioni parlamentari regionali di settembre. Altri quattro attivisti sono stati posti agli arresti per un periodo fra gli otto e i 30 giorni per lo stesso motivo o per aver preso parte a proteste pacifiche.
Lo stesso giorno, le autorità hanno perquisito le case dei candidati dell’opposizione Dmitry Gudkov e Ivan Zhdanov. Altri sei candidati sono stati convocati per un interrogatorio. Sono stati minacciati di essere accusati di “violazione dei diritti di voto” e “ostruzione del lavoro delle commissioni elettorali con l’uso della violenza” perché hanno partecipato a una manifestazione pacifica che ha avuto luogo al di fuori della Commissione elettorale di Mosca il 14 luglio. Le convocazioni per l’interrogatorio dei candidati all’opposizione sono poi proseguite.
Roma, 26 luglio 2019