S. GIUSEPPE E… L’ODIO DI CLASSE | G.Azzoni

Lettera dal ventennio (4)
Caro lettore, è noto che durante il ventennio c’erano i sacerdoti che benedivano gagliardetti neri, non tutti però. Anzi qualche prete era proprio indigesto per il regime. Uno di questi era senza dubbio don Mario Bozzuffi che fu parroco ad Annicco e a Corte dè Frati. In questi giorni natalizi mi viene in mente una sua vicenda, riportata dalle carte dell’epoca. Bisogna sapere che nel 1926, essendo da tempo nel mirino squadrista, don Bozzuffi fu oggetto di una “spedizione” nel clima che seguì il delitto Matteotti e l’attentato di Bologna al duce. I picchiatori non lo trovarono nella sua casa parrocchiale di Annicco, la devastarono e picchiarono il sacrestano e un fedele trovato casualmente in chiesa. Poi trovarono il prete per strada a Soresina e gli somministrarono la lezione di manganello e pugni. Dopo di che don Bozzuffi rimase un po’ d’anni “esiliato” a Milano. Poi, quando il Vescovo Cazzani richiese che egli potesse tornare nel cremonese, gli fu accordato purchè parlasse solo di cose religiose. Così nel 1935, il 19 marzo giorno di S.Giuseppe, don Bozzuffi nella predica a Corte dè Frati parlò appunto di questo santo e della sua povertà, raccontò certamente delle peripezie del natale e del bambino nato nella stalla e per far capire quanto fosse grande la miseria della sua famiglia disse che bisognava aver presente la vita della famiglia di un … salariato di Corte dè Frati. La cosa fu subito riferita all’Autorità e così della predica, tradotta in burocratese, si parla in una pratica prefettizia: secondo don Bozzuffi la povertà di S.Giuseppe “trova riscontro nelle attuali condizioni economiche degli operai e dei salariati”… Essa è pertanto giudicata come incitamento all’odio di classe e sostegno al malcontento per il patto colonico. Nel 1938, in un’altra predica, don Bozzuffi trova il modo, parlando di cristiani e di pagani, di dire male delle leggi razziali e di chi le sostiene. Il giornale di Farinacci – Regime Fascista -  dà indignato la notizia e commenta che forse don Bozzuffi “…vuol provare ancora le emozioni di Annicco…”.
Giuseppe Azzoni