Lunedì, 13 maggio 2024 - ore 02.30

Sel sull'ISIS: non inviare armi, incentivare le misure umanitarie

Il testo della risoluzione proposta da SEL

| Scritto da Redazione
Sel sull'ISIS: non inviare armi, incentivare le misure umanitarie

Mentre il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è a Bagdad per la sua missione lampo in Iraq, a Roma le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno approvato la risoluzione della maggioranza (a prima firma di Giorgio Tonini del Pd) per la fornitura di armi al governo iracheno. Bocciate le altre due mozioni, quelle di M5S e Sel, contrarie all’invio di armamenti ai peshmerga. «Un contingente Onu a protezione dei civili con funzioni di ‘Peace Enforcement’ a guida europea e l’apertura di una conferenza di pace sul Medioriente che coinvolga tutti gli attori della regione e partire dall’Iran e dall’Arabia Saudita». E’ la proposta avanzata da Sinistra Ecologia Libertà con gli on.li Erasmo Palazzotto e Donatella Duranti, capogruppo in commissione Esteri e Difesa della Camera dei Deputati al termine dell’informativa delle Ministre Mogherini e Pinotti sulla situazione in Iraq e la fornitura di armi alle milizie Peshmerga. «Non possiamo pensare di non assumerci le nostre responsabilità sulla situazione in Iraq – continuano gli esponenti di Sel – non possiamo delegare ad altri il compito di proteggere le popolazioni civili da una minaccia che abbiamo contribuito a creare, con le scelte compiute verso l’Iraq negli ultimi 15 anni dai governo che si sono succeduti nel nostro Paese. Riteniamo inoltre incredibile che il Governo assuma decisioni di questo tipo senza che il Parlamento nella sua interezza ne abbia discusso – concludono i deputati di Sel - Scelte di questo tipo riguardano il ruolo del nostro paese alla guida dell’Unione Europea sullo scenario globale e non possono essere liquidate in una riunione di commissione».

Il testo della risoluzione proposta da SEL:

Le Commissioni Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato riunite oggi 20 agosto 2014 per le comunicazioni del governo riguardo la situazione in Iraq e le decisioni del Consiglio Europeo dei Ministri degli Esteri tenutosi il 15 agosto scorso; ascoltate le comunicazioni delle Ministre degli Esteri e della Difesa; condannando le persecuzioni ed atrocità commesse dai miliziani ISIS verso le popolazioni civili; sottolineando l’urgenza di una forte iniziativa internazionale nell’ambito delle Nazioni Unite per la protezione dei civili, e di dare seguito alle raccomandazioni contenute nella risoluzione recentemente adottata dal Consiglio di Sicurezza riguardo all’ISIS; richiamando l’attenzione sulla necessità di assicurare la tenuta e l’agibilità del nuovo governo irakeno che si insedierà a breve dopo l’uscita di scena dell’ex-premier Al Maliki, e l’effettivo coinvolgimento delle rappresentanze sunnite finora marginalizzate dalla vita politica del paese ricordando che la recente decisione del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea del 15 agosto lascia ai paesi membri la possibilità di optare per l’invio di armi alle forze “peshmerga” o l’invio di aiuti umanitari alle popolazioni civili, considerando che allo stato attuale l’invio di armi aipeshmerga rischia di accelerare il processo di divisione dell’Iraq, e di rafforzare un progetto di Kurdistan iracheno indipendente, con conseguente ulteriore destabilizzazione in tutta l’area ritenendo che la decisione rispetto all’invio di armi da parte del governo italiano debba essere sottoposta ad una discussione circostanziata ed accurata del Parlamento e non ad una semplice informativa ex-post in Commissione, nonché all’approvazione di un atto specifico che autorizzi la cessione di armamenti compatibilmente con le prescrizioni ed i criteri fissati dalla legge 185/90 respinge la proposta fatta dal Governo di inviare armi alle milizie peshmerga e impegna il Governo

- ad attivarsi prontamente con un’iniziativa a livello europeo e presso i competenti organi delle Nazioni Unite per l’invio in tempi rapidi di un contingente di “peaceenforcement” sostenuto e sotto il comando dell’Unione Europea che si attenga strettamente alle regole del diritto internazionale e che operi esclusivamente a difesa dei civili minacciati dall’avanzata di ISIS;

- a promuovere in quanto presidente di turno dell’Unione Europea la convocazione di una conferenza che veda coinvolti tutti paesi della regione, Arabia Saudita, Iran, Iraq, Turchia in primis, al fine di mettere a punto un approccio regionale alla crisi ed isolare economicamente e politicamente ISIS e le forze jihadiste che operano in quelle aree, dando applicazione alle decisioni in merito adottate dal Consiglio di Sicurezza ONU;

- a rafforzare le proprie iniziative umanitarie, dando maggior risalto alle attività ed al protagonismo delle realtà locali ad Erbil e nelle zone limitrofe.

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