Sabato, 11 maggio 2024 - ore 23.07

Sicilianismo e Centralità Mediterranea della Sicilia Il Movimento Noi meridionali

Di seguito due articoli, (Un articolo di Enzo Maiorana e un commento di RAR) che formano l’esordio di un dibattito che si sta avviando in Sicilia , in collaborazione con l’Obiettivo, quindicinale on line; la base comune è l’identità siciliana e il liberalismo sociale,

| Scritto da Redazione
Sicilianismo e Centralità Mediterranea della Sicilia Il Movimento Noi meridionali

Il Movimento Noi meridionali di Enzo Maiorana

Il riconoscimento dei diritti di tutti che dovrebbe essere automatico in una società civile, in realtà per i nostri politici purtroppo non lo è. Di fatto, i siciliani ed i meridionali sono stati da sempre costretti a subire il furto dei propri diritti e della dignità.

Disoccupazione generale e giovanile doppia rispetto al Centro-Nord, reddito pro-capite del 50% inferiore, famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà.

La grave carenza di infrastrutture (strade, autostrade, porti, aeroporti) condanna la Sicilia ed il Meridione al sottosviluppo.

La Sicilia, pur disponendo di un immenso patrimonio culturale e paesaggistico, accoglie solo il 20% dei turisti della sola Venezia.

Siamo sempre stati considerati una colonia, abbandonati e traditi da tutti i politici di ogni estrazione ma, in particolare, dai politici siciliani e meridionali i quali, invece di battersi con orgoglio per la propria gente, hanno preferito vantaggi personali.

Per questo è nato il movimento Noi Meridionali che si rivolge a chi ama la difesa della dignità e dei diritti propri e dei propri figli. Al contrario della Lega Nord, non vogliamo dividere l'Italia, in realtà già divisa in un Nord ricco ed un Sud povero, vogliamo realizzare una vera Unità nazionale non solo sotto l'aspetto geografico ma anche sociale ed economico.

Come conseguenza di decenni di politica corrotta la Sicilia ed il Meridione stanno vivendo una gravissima crisi che prima e più che essere economica è una crisi etica.

Il progetto socio-economico di Noi Meridionali supera i relativi progetti della destra e della sinistra, resi anacronistici dalla globalizzazione, superandoli entrambi in un moderno Liberalismo sociale in grado di dare grande impulso allo sviluppo delle imprese, ridurre la disoccupazione ed insieme realizzare un vero Stato sociale che tuteli le classi più deboli.

È necessario coinvolgere le energie migliori della società nel triplice impegno di difendere la Costituzione, l'Unità nazionale e la Democrazia per la realizzazione di una giustizia sociale.

In questo non possono non riconoscersi i valori di tutti i cittadini onesti, dai cattolici ai laici. Tutto ciò è possibile realizzarlo solo con un Movimento politico in grado di difendere il proprio territorio.

Enzo Maiorana Presidente di Noi Meridionali

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Dal Meridionalismo alla Centralità mediterranea della Sicilia.   RAR

Basta già il titolo dell’ultimo articolo  per inquadrare al meglio la “sicilianità” di Enzo Maiorana, affermato medico ginecologo nativo di San Cataldo, ma da sempre operante a Roma, dividendosi  tra il suo prestigioso ambulatorio e la facoltà di medicina, dove insegna preso la scuola di specializzazione.

Potrei descrivere a lungo la personalità di Enzo, stante la reciproca conoscenza, praticamente da sempre, ma rischierei di diventare lezioso e cadere nella piaggeria, quindi, non me ne vorrà Enzo se, analizzando il suo scritto, anche alla luce del suo storico personale di impegno in politica, preferisco aggiungere ciò che non dice, che esaltare ciò che ha detto.  Non faccio riferimenti alla storia, convinto come sono che proprio la storia del Meridione d’Italia debba essere riscritta, ma da storici onesti e non vincolati da interessi di bottega.

Enzo Maiorana si autodefinisce “sicilianista” e “meridionalista”, ma so per certo che vorrebbe dire molto di più, ma preferisce l’andatura dei piccoli passi, pur senza perdere di vista la meta finale. Oggi il termine “meridionalista” va aggiornato, perché si contrappone  a “settentrionalista”, in una spaccatura orizzontale con la parte opulenta della nazione che si distingue e divide da quella diventata povera, dopo la spoliazione da parte di Garibaldi delle immense fortune borboniche,  giacenti nei caveaux del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli, finiti nelle mani dei Savoia per pagare, in parte, i debiti con il potente gruppo bancario dei Rothschild, creditore esigente dei Savoia, e altra parte per progettare lo sviluppo del Nord, allora in condizioni economiche penose. La politica meridionalistica oggi esige una variante sia dialettica che operativa, con progettazioni a medio e lungo termine, limitata alla Sicilia, con le sue prospettive e le sue potenzialità.

Il suggerimento di Edward Luttwak, rivolto alla Sicilia, di staccarsi dall’Italia, oltre a non essere realizzabile, non può apparire risolutivo;  infatti il giornalista americano parte da un assunto ideologico di stampo nettamente americano, quando accusa anche il pontefice  il Pontefice che "non si rende di collaborare al suicidio dell'Europa cristiana”, aderendo al dettato del predecessore di Papa Francesco che voleva le “radici cristiane dell’Europa” affermarsi come  caratteristica univoca e riservata alla parte occidentale del mondo, per escludere il mondo islamico; radici cristiane descritte in quel libercolo “Senza radici” scritto a quattro mani con l’ateo, razzista, ragioniere e filosofo (ma più ragioniere che filosofo)  Marcello Pera. Le radici cristiane così descritte possono essere assimilate  a talune condizioni antropologiche distintive di taluni popoli,l come il naso adunco degli Aztechi.

Il futuro della Sicilia, e questo Enzo Maiorana lo sa benissimo, non può, così come fin ora non ha potuto, concedersi velleità  estranee alla sua storia, alla sua cultura, al suo umanesimo.

La proiezione futuribile della Sicilia sta nella sua Centralità Mediterranea, che la pone al centro del Mediterraneo, vero polmone pulsante e unica alternativa possibile al ruolo di mediazione  fra tre continenti: Asia (Medio Oriente), Africa (Africa del Nord, Sahariana e Sub-Sahariana), Europa, fino all’estremo Sud d’Europa (Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria).

Si  tratta  di  un  ruolo che  la  Storia chiama  la Sicilia ad affrontare,  forte  dei  suoi  retaggi  storici arabo-normanne, spagnoli, francesi.

La Storia chiama la Sicilia, ma i siciliani sapranno rispondere ?

Rosario Amico Roxas

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