Martedì, 07 maggio 2024 - ore 17.18

Sindacato confederale e unitario dei pensionati: Un confronto con i Comuni

| Scritto da Redazione
Sindacato confederale e unitario dei pensionati: Un confronto con i Comuni

Aumenta il sostegno economico dei cittadini lombardi per avere servizi pubblici locali, i Comuni hanno avanzi di amministrazione dettati da troppa prudenza e non sempre buona programmazione.
Il confronto con i Comuni che come sindacato unitario dei pensionati e confederale  stiamo sollecitando sarà particolarmente difficile.
Occorre lavorare con gli enti locali per evitare una secca riduzione dei servizi.
È necessario promuovere una vasta e maggiore lotta all’evasione fiscale, garantirsi l’efficienza della pubblica amministrazione e dei servizi, assieme a trasparenza e equità.


Ai Comuni chiediamo di aumentare il grado di equità nella allocazione delle risorse, di aumentare la responsabilità pubblica in un momento tanto difficile per le famiglie, affinché i diritti alla salute, all’assistenza e all’istruzione vengano garantiti; di garantire a tutti un alloggio adeguato con un occhio di particolare riguardo agli anziani e ai giovani. Insomma occorre sostenere le persone in situazioni di fragilità sociale, come gli anziani non autosufficienti, implementare i servizi a sostegno della famiglia e dell’infanzia e dell’adolescenza.
Per fare questo occorrono risorse e in questo periodo fare gli amministratori non è certo un compito facile.
Proprio per questo abbiamo cercato di leggere attentamente i bilanci dei Comuni e dobbiamo dire che occorre migliorare la programmazione dei bilanci cercando di spendere tutte le risorse destinate a sostegno del sociale, perché ve ne è tanto bisogno. Non è sempre così, anche se qualcosa sta cambiando nei Comuni, ma molto ancora c’è da fare.
L’esame dei bilanci di previsione per il 2011 e dei consuntivi 2010 dei comuni lombardi evidenza  come, nonostante i progressivi tagli ai trasferimenti statali e i forti vincoli di spesa introdotti negli ultimi anni, le amministrazioni locali non riescano a spendere tutte le somme previste in bilancio facendo maturare cospicui avanzi di amministrazione.
Per quanto riguarda infatti le previsioni definitive per il 2010 (cioè i dati a consuntivo), tutti i comuni lombardi hanno dichiarato avanzi di amministrazione pari a ben 502 milioni di euro, una somma che a livello pro capite corrisponde a 50,7 euro per cittadino (44 euro pro capite a livello Italia). Eppure in sede di bilancio previsione i comuni della Lombardia avevano previsto di ottenere un avanzo molto più contenuto, pari a 18,2 euro pro capite
Per il 2011 gli stanziamenti iniziali dei comuni – che, dunque, in genere tendono a stimare utili di amministrazione poco consistenti – prevedono un avanzo complessivo di circa 177,6 milioni di euro, una somma comunque consistente pari a quasi 12 euro per ogni cittadino lombardo.

Va sottolineato che le somme riportate negli avanzi di amministrazione vengono poi riutilizzate dalle Amministrazioni comunali allo scopo di ripianare i debiti o per effettuare interventi diversi da quelli inizialmente previsti (vincolati o non), oppure confluiscono direttamente negli stanziamenti di bilancio per l’anno successivo.
La consistenza delle somme non utilizzate (si pensi che nel 2009 l’avanzo dei comuni lombardi ammontava a circa 800 milioni di euro, pari a 80 euro pro capite) ci autorizza a ritenere che siamo di fronte non a un fenomeno fisiologico della gestione, quanto piuttosto a una non adeguata programmazione da parte degli enti locali.

Considerando l’avanzo di amministrazione calcolato definitivamente per il 2010, tra i comuni lombardi le somme più alte si registrano nelle classi demografiche più piccole, fino a mille abitanti (pari a ben 105,7 euro pro capite), da mille a tremila abitanti (85,6 euro) e da tremila a cinquemila abitanti (71,1 euro), a conferma che dell’esistenza di forti diseconomie di scala (capacità di progettazione e di realizzazione degli interventi) nei piccoli comuni. Nelle medie e grandi città (con oltre 50mila abitanti), tuttavia, l’avanzo di amministrazione fa registrare anche in questo caso somme consistenti, pari mediamente a 40 euro.

Dall’analisi dei bilanci di previsione per il 2011 emerge, inoltre, un’altra linea di tendenza, questa volta che conferma come, negli ultimi anni, sia cresciuta non solo la pressione tributaria a livello nazionale (leggi: manovre correttive nazionali varate nel 2010-2011) e locale (leggi: Addizionale Irpef regionale e comunale, Tarsu, ora Imu) ma anche la quota di compartecipazione dei cittadini ai costi dei servizi pubblici locali.
Infatti, il grado di copertura di tutti i servizi a domanda individuale (dato dal rapporto tra spese ed entrate specifiche costituite dai proventi delle tariffe e da contributi straordinari) è pari nel 2011 al 58% (il 53,7% a livello nazionale), con un incremento progressivo registrato rispetto al 2009 (55,7%)e al 2010 (56,2%).

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http://www.cgil.cremona.it/index.php/spi/73-sindacato-confederale-e-unitario-dei-pensionati-un-confronto-con-i-comuni-

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