Slovacchia Migliaia di persone hanno commemorato Jan Kuciak e protestato contro la corruzione
Venerdì si sono svolti raduni in tutta la Slovacchia e in diverse città all’estero, con migliaia di partecipanti nonostante il freddo pungente, per commemorare il giornalista assassinato Jan Kuciak e la sua compagna.
Nella manifestazione principale a Bratislava i partecipanti – tra i 20 e i 25.000 secondo gli organizzatori – hanno marciato da piazza Hviezdoslavovo nel centro cittadino fino piazza della Libertà, di fronte all’Ufficio del Governo. La protesta contro il barbaro omicidio e il dolore per due giovani vite stroncate si è accompagnata a un significato più ampio, a una contestazione non solo contro chi vuole mettere a tacere la voce libera dei media che mettono a nudo gli intrighi e la corruzione del potere, ma anche nello specifico di chi è considerato, da ormai oltre un decennio, il responsabile di uno scadimento morale del paese che ha portato a una corruzione dilagante.
Tra giovani, anziani, e pure intere famiglie con i bambini, alla manifestazione ha partecipato il presidente Andrej Kiska, che ha voluto aderire al tormento degli slovacchi riguardo allo stato attuale del paese. Kiska non ha parlato, è solo intervenuto per chiedere un minuto di silenzio. Molte persone hanno gridato lo slogan “Non vogliamo ritornare agli anni ‘90” e hanno esibito cartelli con le immagini dei giovani uccisi, altri cartelli contro il primo ministro che ha “le mani sporche di sangue”, e striscioni con slogan che richiamavano la Rivoluzione di Velluto del 1989. Altri portano un cartello in inglese a favore delle telecamere straniere, con un messaggio a metà tra un’implorazione e un’intimazione: “Mafia get out of my country”. Tantissimi hanno con sé candele accese.
Diverse persone intervistate dai giornalisti hanno detto che l’omicidio di Jan e Martina rappresenta un punto di non ritorno, un fatto che non consente di rimanere inerti. Molti hanno pronunciato la parola “corruzione”, e il fatto che è necessario fare qualcosa.