Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 22.42

SPIGOLATURE Vennero a prendere gli zingari, e fui contento…di Renzo Balmelli

VENNERO. "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento perché rubavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

| Scritto da Redazione
SPIGOLATURE   Vennero a prendere gli zingari, e fui contento…di Renzo Balmelli

SPIGOLATURE   Vennero a prendere gli zingari, e fui contento…di Renzo Balmelli 

VENNERO. "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento perché rubavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Poi quando vennero per gli scrittori e i pensatori e i radicali e i dimostranti e gli utopisti, distolsi gli occhi. Poi vennero i migranti e sparirono in mare. E poi vennero per me, mi voltai e mi guardai intorno, non era rimasto più nessuno”. Rivisitato e rimaneggiato più volte, un testo famosissimo di un’altra epoca attribuito al pastore luterano, teologo e pacifista tedesco Martin Niemöller, torna improvvisamente d’attualità anche in questa , la nostra, nelle sue varie versioni , proprio mentre nell’ottantesimo delle leggi razziali aumenta e dismisura la piaga delle discriminazioni. Sul filo dell'indignazione, la coincidenza non poteva essere più emblematica.

FANTASMI. Nell’ignobile battaglia per i voti facili e la ricerca spericolata del consenso un tanto al chilo combattuta sulla pelle dei migranti, ogni giorno conosce la sua pena. Un tempo l’Italia era il paese del bello di cui si innamorò perdutamente Goethe. Ora esporta ricette di poco pregio scopiazzate malamente anche in Germania da chi ha annusato l’aria del nuovo corso e prova a logorare la povera Merkel anziché rileggere l’opera sublime del vate di Weimar. E si avverte un malcelato fastidio all’idea che il presunto nuovo corso, il corso del cambiamento a ritroso, arrivi da Roma, dal cuore del Rinascimento, e stia provocando reazioni scomposte con le sue impennate autarchico-populiste capaci, ora più che mai, di surriscaldare gli animi elettoralistici. Ci tocca sorbire l’indigesta brodaglia comprendente il censimento dei Rom (ma solo quelli stranieri perché quelli italiani ce li dobbiamo tenere, Salvini dixit), la chiusura dei porti e finanche – udite, udite – il blocco alle importazioni di riso cambogiano. Ma vi pare possibile. Il risultato e un menù di sicuro non da masterchef, però spacciato all’ingrosso e a torto come la panacea di tutti i mali. Con la storia del riso coltivato in un Paese in cammino dalla povertà verso un futuro migliore, si potrebbe sorridere amaro come in una farsa all’altezza del miglior Eduardo. Invece è la dura realtà, la crudele realtà, di un metodo studiato a tavolino non per risolvere i problemi veri, bensì per esasperarli e quindi per ingannare volutamente il prossimo. Tutto l’opposto insomma della buona politica, che è poi il fine ultimo della democrazia. Una tendenza che ha ancora il potere di evocare brutti fantasmi.

VERITA’. Hanno lasciato inorridita anche la discreta Melania Trump le immagini dei bambini messicani chiusi in gabbia. Per la prima volta la first lady è intervenuta in una questione politica sebbene il suo scopo fosse non soltanto “caritatevole", ma mirasse a dare una mano alla “strategia migratoria di successo” voluta dal marito. Ma quale? La Casa Bianca da tempo mira a fare ricadere sui democratici la responsabilità della grave crisi umanitaria in atto lungo i confini tra gli Stati Uniti e il Messico in modo da potere imporre al Congresso la linea della tolleranza zero sulla quale la maggioranza repubblicana è appesa al filo di un solo voto. In casi analoghi, mentre negli USA cresce l’indignazione trasversale per una situazione che fa orrore, arriva l’ennesima conferma che nessun problema complesso come l’immigrazione è mai stato risolto ne mai lo sarà con parole e gli slogan a effetto. A maggior ragione quando si consideri che nel mondo il numero degli sfollati costretti a fuggire per i più svariati motivi ha ormai raggiunto il nuovo e poco edificante primato di 68 milioni e mezzo di persone. Uno su 110 abitanti del pianeta! Una follia. “A volte – ha commentato Michelle Obama – la verità va al di la dei partiti” . Se il buonismo è logoro come taluni sostengono, il cattivismo è doppiamente nefasto nell’Occidente sempre più dominato dagli egoismi e dalle spinte centrifughe.

PANCIA. Vuoi vedere che anche la Svizzera ha perso la bussola! D’accordo, siamo in tempo di crisi, ma in questo scrigno dorato in mezzo alle Alpi dalle nevi eterne l’eco dei disagi arriva ovattato rispetto alle difficoltà dei vicini. Il benessere è palpabile e anche nei casi più drammatici nessuno è costretto a elemosinare per avere un pasto caldo. Lo stato sociale vede e provvede. Tuttavia autorizzare la vendita di armi a Nazioni in preda alla guerra civile è parsa una torsione e una deroga intollerabile a talune regole di comportamento che finora la Confederazione aveva sempre rigorosamente rispettato. La situazione economica della potente industria bellica, decisiva nel fare approvare la svolta, appare come un'ipoteca troppo alta per giustificare una misura non limitata alla sola difesa, ma anche votata all’offesa, all’uccisione, e che butta a mare alcuni principi etici fondamentali della storia e della tradizione umanitaria del Paese di Tell. Ossia di colui che fu certo armigero esperto e celebrato fuoriclasse del tiro alla balestra ovunque nel mondo, ma esportato soltanto sulle note di Rossini e col dramma di Schiller. Sarebbe grave se fossimo entrati nel tempo in cui – ammoniva Brecht – prima viene la pancia piena e poi la morale.

Fonte L'AVVENIRE DEI LAVORATORI  www.avvenirelavoratori.eu  

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