Si ringraziano i partecipanti all'incontro e i relatori, l'esperto ambientale R.Michele Cenci, Iolanda Nanni e Danilo Toninelli (M5S in Regione e in Parlamento) molto chiari nell'aver espresso le criticità dell'attività in questione.
In Italia si producono 2 milioni di tonnellate di fanghi e quasi la metà, 800mila, vengono prodotte in Lombardia di cui 130mila prodotte solo nella nostra Provincia. Senza considerare che più del 50% dei fanghi che smaltiamo in Regione provengono da tutta Italia.
Le province di Pavia Lodi Cremona e Mantova sono quelle più direttamente colpite dal fenomeno dello spandimento fanghi.
Le istituzioni hanno la colpa grave di non conoscere a fondo quelli che possono essere i rischi per la salute dei cittadini e dell'ambiente. La scarsa conoscenza ha fatto sì che al termine fanghi si corrispondesse il classico concimante, nutriente per i terreni agricoli. Non ci siamo mai domandati se potessero avere sostanze tossiche in grado di compromettere la qualità e la fertilità dei nostri suoli fino a un livello di compromissione irreversibile.
I fanghi, secondo la legge vigente 99 e considera parametri di misurazione della tossicità dei fanghi legati soltanto alla presenza di metalli pesanti in quantità comunque troppo elevate, senza considerare tutte le altre componenti chimiche, comprese le diossine.
I comuni dal canto loro hanno però strumenti giuridici per arginare il fenomeno di spandimento fanghi. La legge prevede che i fanghi non possano essere distribuiti oltre i 100 metri dalle abitazioni. I comuni possono però estenderla con una variante al PGT fino a 500 metri, ed è una sentenza del consiglio di stato che dà loro ragione. Non possono vietarne l'attività ma hanno potestà programmatoria e con essa stabilire dei requisiti a tutela della salute dei cittadini.
È bene rendere cosciente la cittadinanza su queste problematiche ed è bene che non solo le associazioni ma anche la stampa faccia il proprio giusto dovere per informarla.
Luca Penzani, associazione "Andiamo Oltre"