Autostrade, sui pedaggi il governo ha fatto ciò che i Benetton non avrebbero mai osato
Quello che non avrebbero mai avuto il coraggio di fare i Benetton lo ha fatto il governo. Ci voleva il passaggio dalla proprietà privata dei Benetton a quella pubblica del ministero dell’economia per avere un nuovo aumento dell’1,6% dei quasi 3mila km di rete autostradale italiana. Aumento assolutamente ingiustificato perché i costi di gestione non sono aumentati, anzi dopo oltre mezzo secolo di ammortamenti non c’è nessuna giustificazione per questo nuovo aumento dei pedaggi che andrebbero invece ridotti.
Inoltre in questo momento l’aumento non farà altro che dare un’altra fiammata inflattiva assieme alle tariffe pubbliche che andrebbero amministrate e monitorate e che invece sono già aumentate. Anziché tutelare i redditi più bassi il Governo riduce il potere d’acquisto dei salari, in particolare dei pendolari forzati dell’automobile, che per recarsi al lavoro si troveranno a dover fronteggiare anche questo nuovo aumento – visto che non è possibile utilizzare i mezzi di trasporto pubblico, sia ferroviari che di autobus, perché sono così inefficienti da costringerli ad usare la propria automobile.
Oltre alla benzina alle stelle ora si aggiungono gli aumenti dei pedaggi di metà della rete autostradale. Il traffico veicolare è in netta ripresa, l’automazione ha dimezzato il personale e i costi di esercizio, rendendo ancor più ingiustificati gli aumenti visto che la manutenzione e la sicurezza dovrebbero già essere ricompensate dai lauti profitti derivanti dai pedaggi tra i più alti d’Europa. Adesso si vorrebbe sotto la veste pubblica continuare a spennare camionisti ed automobilisti. Alla festa partecipa lo Stato con Cassa depositi e prestiti che controlla l’88% di Aspi (51% di CdP e 49% diviso in egual misura dai fondi Mac-quarie e Blackstone), mentre il rimanente 12% è in mano ad Allianz e Silkroad. Una bella compagnia pronta a perpetrare la rendita di posizione garantita che avevano i Benetton da una maxi concessione che durerà almeno fino al 2038. Dopo aver speso 9,5% miliardi per togliersi dall’ingombrante situazione del Concessionario pubblico, che anziché controllare i Benetton si faceva dettare le scelte aziendali fatte di poca manutenzione e alte tariffe e alte tariffe ora siamo alla beffa.
Insomma senza una riforma delle concessioni stiamo passando dalla padella alla brace. E presto alzeranno la testa anche gli altri concessionari autostradali.
Dario Balotta