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Tamoil. Burgazzi:ha vinto la democrazia.Virgilio:il PD si è spaccato

| Scritto da Redazione
Tamoil. Burgazzi:ha vinto la democrazia.Virgilio:il PD si è spaccato

Le Dichiarazioni di Burgazzi e Virgilio
Dichiarazione  di Burgazzi
E' abbastanza curioso leggere la stampa cartacea ed on line in questi giorni in merito alla riunione della direzione cittadina del PD di lunedì scorso.
Giovedì 14 giugno poi il quotidiano La Provincia ha raggiunto il massimo: chi ha vinto e chi ha perso.
Io credo che abbia vinto il PD e la democrazia.
Il fatto che il documento preparatorio sia stato modificato in un solo punto significa innanzitutto che non era blindato, che il frutto della discussione lo ha modificato con l'accordo di tutti, che il 95% del testo era condiviso e solo il punto della costituzione di parte civile da parte del Comune non vedeva tutta la direzione sulle stesse posizioni.
A questo punto si è votato, come si fa nella democrazia, ed è passata una linea: questo significa divisione o capacità di assumere una decisione da parte del partito?
I toni non si sono alzati, la discussione è stata assolutamente stimolante e costruttiva e chi voleva ha potuto esprimere compiutamente il suo parere.
Significa che ci sono delle correnti? A me non sembra, semplicemente su un unico punto del documento ci sono state due posizioni e democraticamente si è deciso quale assumere: con un voto.
Il resto è tutta fantasia
Daniele Burgazzi
Segretario Cittadino PD Cremona
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La dichiarazione di Virgilio
Il dato di fatto è che nella sostanza senza retorica il PD si è spaccato
Caro Direttore,
resto convinto che mettere insieme l’attuazione dell’accordo con la costituzione di parte civile in sede processuale non sia una via concretamente praticabile. Anzi, ho la netta impressione che sia una posizione piuttosto ambigua: una scelta probabilmente facile, scontata per una forza che si colloca all’opposizione e che non detiene responsabilità di governo, una scelta dettata da quell’apparente buon senso  che non tiene conto delle relazioni necessarie non solo per perseguire l’accordo, ma per andare, in prospettiva, oltre a quegli impegni già formalizzati.
Non mi convince il rischio sottovalutato di delegare tutta la questione ambientale all’esito incerto ed indeterminato di un procedimento giudiziario; credo, al contrario, che il dovere delle istituzioni dovrebbe essere quello di garantire l’attuazione degli impegni presi dall’Azienda, monitorando, informando i cittadini e soprattutto promuovendo il ruolo degli enti locali nel salvaguardare la riqualificazione e la bonifica.
Sull’area  Tamoil il nodo non è la costituzione di parte civile del Comune, il tema è molto più ampio e complesso. La volontà del confronto non è autentica nel momento in cui viene presentato  un documento (quello votato nella Direzione Cittadina) carente di condivisione e di prospettiva e la cui  formulazione iniziale era purtroppo concentrata sull’unico punto di contrasto all’interno del PD.
Durante la fase di definizione dell’accordo Tamoil, pur nella legittima esigenza della riservatezza, i partiti hanno preferito delegare i loro rappresentati istituzionali; tuttavia, resto convinto che, lungo quel cammino faticoso, le forze politiche avrebbero dovuto far sentire la loro voce, per avanzare proposte e per non limitarsi ad un’inutile valutazione ex post, con la solita liturgia del documento politico votato a giochi fatti. Non credo che questa ritualità possa definirsi “moderna” e “democratica”.
Oggi i partiti non possono limitarsi semplicemente a “ fare il compitino”. L’antipolitica la si sconfigge ripristinando il senso più faticoso e più affascinante del fare politica: l’elaborazione, la proposta, la presa d’atto che i problemi non si risolvono con facili slogan ma con l’approfondimento, la costruzione di relazioni e la partecipazione.
Tamoil, nella sua drammaticità, richiama pertanto la politica alla sostanza. Ad esempio, si pensi alla difficile questione degli esodati e al fatto che il decreto del governo rischia di compromettere la parte occupazionale dell’accordo; un grande partito come il mio deve occuparsi del risanamento di una grande area industriale,  pensare concretamente al destino che vogliamo riservare a questa parte di città e con tutta onestà è su questo che apprezzerei il protagonismo del PD, anche attraverso un dibattito  aspro ma trasparente.
Purtroppo, nella discussione  che si è innescata, il rischio palese è quello di mostrare che il re è nudo, che la logica dei partiti è spesso generata dal ruolo (opposizione VS funzione di governo), dalla strumentalizzazione  delle posizioni in campo. Al contrario, occorre affrontare con maturità e sobrietà la concretezza dei problemi e l’attenta analisi delle possibili ricadute rispetto alle scelte.

Andrea Virgilio
(capogruppo PD in Consiglio Provinciale)

Cremona 16 giugno 2012

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