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Tamoil. Rassegna del Consiglio Comunale aperto del 7 luglio 2012

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Tamoil. Rassegna del Consiglio Comunale aperto del 7 luglio 2012

Relazione di Bordi. Interventi di Ruggeri, Ravelli. Mail di Turco. Commenti: Perri fa il buonista; Ruggeri: troppi problemi aperti. Sintesi intervento Perri
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Relazione  dell’Assessore Francesco Bordi
It è un romanzo horror scritto da Stephen King e pubblicato nel 1986 è la storia di sette amici provenienti dalla città di Derry, nel Maine. Considerato il capolavoro di King, It è una lunga e sinistra saga corale che si espande tra orrori inquietanti e drammi umani senza speranza, e tratta i temi che in seguito diventeranno il simbolo dell'autore: la forza soverchiante della memoria, la profonda incisività dei traumi infantili, il prezzo della violenza occultata dietro una fragile maschera di felicità, la grettezza e la bassezza umana nascosta dietro le apparenze di una ridente e piccola cittadina.
Paragone azzardato ma che mi ricollega per analogia alla storia della  raffineria che nasce negli anni 40 qui a Cremona.
Localizzata e autorizzata dall’allora Ministero dell’industria in fregio al fiume Po per 3 precisi  motivi:
1 presenza di sabbia nel sottosuolo (dreno naturale in caso di sversamenti)
2 presenza di falda (quindi acqua per i processi produttivi)
3 presenza del fiume (via d’acqua per operazioni di carico e  scarico in acque superficiali)
Si sviluppa, come il resto della città dagli anni 50  fino agli anni 70, nel frattempo viene deviato il corso del Po (vedi Curva 45), viene risagomato l’argine maestro, scompare il Riglio, si allarga grazie ai pennelli l’area ora “lungo Po”, le lanche vengono tombate e sorgono/si allargano le società canottieri, , viene costruita la conca dell’avamporto, scompare l’attracco delle bettoline e la PipeLine che attraversava il Po, si allarga il piazzale d’accesso alla raffineria, sorgono nuovi condomini ecc. ecc.
Per circa 70 anni, tranne sporadici casi (messi in silenzio e passati nel dimenticatio) nessuno si accorge che in città esiste una raffineria.
Le persone vanno e vengono dalle società rivierasche, escono con le jole o le venete,  si allenano a vincere i mondiali di canoa, pescano o smettono di pescare perché il pesce cotto sà di idrocarburi, fanno la doccia con acqua che puzza di benzina o irrigano i prati di notte per lo stesso motivo, scavano pozzi o movimentano terra in occasione di interventi edili, vanno a lavorare e non si accorgono di sversamenti, non vedono cartelli che dicono “vietato scaricare idrocarburi in fognatura”, non si accorgono di interramento di rifiuti pericolosi.
I sindaci, le Giunte, i Consigli comunali che si sono succeduti dal dopoguerra trattano, deliberano, autorizzano con i vari proprietari della raffineria senza domandarsi mai se un industria insalubre e a rischio di incidente rilevante potesse o non potesse considerarsi pericolosa per l’ambiente.
 Per citare alcuni esempi :
1. "Accordo quadro tra l’amministrazione comunale e la società Amoco Italia spa per la regolarizzazione dei reciprochi rapporti derivanti dalla richiesta di installazione di nuovi serbatoi ed impianti all’interno dello stabilimento industriale di Cremona, via Eridano” del 17 settembre 1981 al cui interno si cita :” che il Comune ha richiesto ad una Commissione di tecnici appositamente nominata di determinare la compatibilità dell’installazione dell’impianto Visbreaker con la situazione ambientale sotto il profilo ecologico (inquinamento aria e acque, sicurezza)” – “che la citata Commissione ha espresso parere secondo il quale si può procedere alla installazione dell’impianto in quanto compatibile con la situazione ambientale sotto il profilo ecologico …” – “che il Consiglio Comunale con deliberazione del 21 luglio 1981 approvava lo schema di accordo …..”. All’interno dell’accordo all’art. 8 si cita. “L’Amoco è disponibile a discutere e concordare tutte quelle possibili misure inerenti la difesa ecologica dell’ambiente, la sicurezza e la gestione delle aree di sua proprietà, ed in particolare si impegna: a) a piantumare, con essenze appropriate, entro l’anno in corso le aree descritte nell’allegata planimetria; b) a non utilizzare l’attracco bettolina e le tubazioni di collegamento entro il primo semestre del 1982.  Firmato dall’allora Sindaco On. Renzo Zaffanella.
2. “Rinnovo della Convenzione regolante i rapporti tra l’Amministrazione Comunale e la Tamoil Italia spa “ approvato dal Consiglio Comunale il 3 ottobre 1988 (tra i presenti il sig. Pezzoni Marco), presieduto dall’On. Renzo Zaffanella, in cui, tra altri punti si afferma che: “ravvisata l’opportunità di addivenire al rinnovo della convenzione stipulata tra il Comune e la Tamoil Italia spa, al fine di salvaguardare quei pubblici interessi la cui finalità rientra tra quelle istituzionali del Comune” si Delibera di rinnovare la convenzione regolante i rapporti ….”. Il consiglio approva all’unanimità.
3. Verbale della riunione tenuta il  giorno 11 marzo 1993 sul tema “rapporti Comune -Tamoil” presenti il Sindaco Garini avv. Alfeo e il Vicesindaco Tadioli dott. Giuseppe in cui facendo seguito alla precedente riunione del 4/11/92 si illustrano gli argomenti da approfondire : a) acquisizione area di proprietà Tamoil, finalizzata alla realizzazione di impianti sportivi (campo di calcio) – b) realizzazione bosco filtro – c) stoccaggi GPL presso la raffineria.
4.  Verbale della riunione del 4 settembre 1994 sul tema “rapporti Comune-Tamoil” presenti il Sindaco Garini avv. Alfeo e il Vicesindaco Tadioli dott. Giuseppe in cui si gli argomenti da approfondire erano i seguenti: a) iniziative per realizzazione di un area “filtro” di uso pubblico – b) realizzazione di una pista ciclabile, in fregio alla recinzione Tamoil – c) stoccaggio GPL – d) demolizione manufatto ex attacco bettoline a Po – e) Centrale di Cogenerazione
L’unica prescrizione che viene in più  riprese richiesta è la creazione del bosco filtro quale polmone di difesa ambientale per la città.
- Arriviamo al 2001 quando il 29 marzo  Tamoil, in base alla normativa allora vigente, art. 9 (Interventi ad iniziativa degli interessati)  DM 471/99, così come molte altre industrie, si autodenuncia a scopo precauzionale per aver diritto a trattare con la regione competente i tempi per  l‘eventuale bonifica.
Tale autodenuncia (saranno 3 di cui una per la raffineria, una per il deposito di p.zza Caduti del Lavoro e una per il deposito di via Eridano) viene comunicata a tutti gli Enti competenti.
 Il 27 aprile 2001 Tamoil presenta il piano della Caratterizzazione per i 3 siti e il 26 ottobre  2001 la Regione Lombardia notifica al protocollo comunale l’inserimento nell’anagrafe dei siti da bonificare le aree citate.
 21 febbraio 2003 Il Comune inoltra al Ministero delle attività Produttive l’istanza per il rilascio di una Autorizzazione Unica che comprenda l’autorizzazione Ambientale Integrata per la costruzione e l’esercizio di un  impianto cogenerativo a ciclo combinato per la produzione di energia elettrica da ubicare nel Comune di Cremona in sostituzione di un impianto esistente di proprietà della società Tamoil Raffinazione spa.
L’iter autorizzativo viene sospeso in attesa della verifica di compatibilità ambientale in capo alla Regione Lombardia, che nel gennaio 2006 esclude il progetto dalla procedura di VIA prescrivendo la bonifica dell’area interessata dal progetto in stralcio al procedimento già avviato ai sensi del D.M. 471/99.
Il 3 maggio 2006 la Provincia di Cremona trasmette al Comune di Cremona l’autorizzazione all’installazione e messa in esercizio della centrale di cogenerazione al cui interno si decreta che: “l’intervento in progetto recepisca le indicazioni e le prescrizioni di cui la procedura in corso ai sensi del DM 417/99, nonché rispetti le  Determinazioni della Conferenza dei Servizi indetta sull’argomento dal Comune di cremona in data 11 aprile 2006.
L’argomento della centrale  termoelettrica, ( insieme ad ulteriori ammodernamenti nel campo della sicurezza e dell’ambiente) sarà oggetto di 2 incontri tra il sindaco di Cremona prof. GianCarlo Corada e i vertici di Tamoil nel dicembre 2005 e giugno 2006 e giugno 2007 (Come da Comunicati stampa Comune Cremona).
2006 inizio pratica al Ministero dell’Ambiente  per il rilascio dell’AIA, all’interno della pratica vengono di volta in volta meglio definiti gli aspetti inerenti il procedimento legato alla procedura di bonifica e ai monitoraggi.
Luglio 2007 la città si accorge di avere una raffineria all’interno del suo perimetro e che negli anni qualche problema ambientale si è andato ad allargarsi.
Improvvisamente lo stato di catalessi che era calato sulla città scompare. I soci delle canottiere riacquistano la memoria, si ricordano di quando e di come, compaiono i gas esplosivi (come d’incanto), si ritrovano discariche abbandonate. Tra gli operai spuntano segnalazioni di rifiuti interrati, di possibili buchi nel fondo dei  serbatoi, di errori e distrazioni di anni, di impianti tenuti insieme con il fil di ferro. I cittadini lamentano puzze, odori, pericoli di esplosioni.
Insomma il caos e i politici …  fanno i politici. Si, no, lo sapevo, non lo sapevo l’avevo detto, però???  Si istituiscono consigli comunali aperti, commissioni  ambiente, osservatori, assemblee pubbliche che a tratti assomigliano più a tribunali del popolo; bisogna trovare un colpevole o meglio più colpevoli perché entra in gioco anche la magistratura e in questo caso è corsa per coprirsi le spalle, per scaricare su altri le proprie mancanze.
Perché la verità e che tutti e tutti nel senso vero sapevano ma nessuno voleva rompere l’incantesimo che si riassume nella frase: al fine di salvaguardare quei pubblici interessi la cui finalità rientra tra quelle istituzionali del Comune.
Estate del 2007 incominciano le indagini della Magistratura e viene relazionata anche la Prefettura e la Provincia emette diffida nei confronti di Tamoil affinché provveda a mettere in atto le eventuali misure di prevenzione e messa in sicurezza d’emergenza delle aree esterne alla raffineria e interessate dalla contaminazione.
Il 23 maggio 2008 viene convocata la prima seduta dell’Osservatorio Tamoil e, nella seconda seduta, il Sindaco “riferendosi alle notizie pubblicate sui giornali interpreta il pensiero di Tamoil per ciò che riguarda l’impegno della stessa a finanziare le indagini senza però assumersi la responsabilità dei fatti avvenuti”
Anno 2009, terribile per Tamoil, si susseguono sversamenti ed incidenti. Si arriva alla diffida (prima e unica) da parte del Comune di Cremona  verso la Tamoil raffinazione spa in ordine all’obbligo di adozione delle procedure operative di sicurezza volte alla salvaguardia delle persone e dell’ambiente e nell’incontro tecnico del 30 novembre 2009, con gli Enti, Prefettura e Vigili del Fuoco in cui, facendo il punto della situazione si rappresentava la preoccupazione sulla situazione della Tamoil e si ribadiva l’obiettivo primario della Giunta che è la salvaguardia della salute e della sicurezza dei cittadini e dei dipendenti della raffineria.
Novembre 2010  e 2011 la Tamoil annuncia l’intenzione di cessare con le attività di raffinazione e di voler convertire la raffineria in deposito.  Sorgono forti preoccupazioni per l’occupazione (addetti e indotto) e sulla bonifica. Viene attivata un’unità di crisi e iniziano innumerevoli incontri presso la Prefettura, la sede della Provincia, il Comune e in Regione e al Ministero.
Il 25 febbraio 2011 si tiene un Consiglio comunale aperto nel quale vengono riportati le problematiche occupazionali e ambientali (preoccupazioni per la barriera idraulica e sistema p&t esterno con recupero vapori.
Si arriva così al famoso “accordo di Roma” del 1 aprile 2011 di cui da alcuni giorni circolavano bozze che erano oggetto di cambiamenti e verifiche. Lo stesso accordo a Roma durante l’intera giornata di trattative veniva più volte modificato e alla fine sottoscritto da tutti i convenuti.
A seguito dell’accordo partiva il 11 aprile 2011 la prima conferenza dei servizi, gestita dalla Regione Lombardia, sull’istanza di autorizzazione alla dismissione degli impianti di raffinazione presentata dalla società Tamoil, mentre nel dicembre del 2011 si insediava il Tavolo regionale di Confronto Tamoil
Tamoil nel frattempo ha portato a termine il processo di analisi di rischio e il progetto di Messa in Sicurezza Operativa delle Aree Interne e l’analisi di rischio e il progetto di ripristino ambientale delle aree esterne. I progetti sono stati approvati ai sensi del D.Lgs. 152/06 e smi con conferenza dei servizi.
Sono proseguite inoltre tutte le attività di monitoraggio delle falde e dei gas interstiziali cosi come illustrate recentemente nella Commissione Ambiente allargata di giugno, in cui la ditta ha presentato inoltre il progetto di ripristino ambientale delle aree esterne che è partito in questi giorni.
-Danno ambientale perché non c’è (vedi nota ufficiale)
-Perché non costituirsi parte civile ragioni giuridiche e ragioni politiche vedi sopra (contro la cittadinanza e contro chi ha governato al città)
-Programma monitoraggio che continuerà e Osservatorio Tamoil come luogo di unione tra i cittadini e le istituzioni in cui si decida come trasmettere i dati dei monitoraggi e l’andamento dell’iter amministrativo alla città tramite il sito internet del Comune.
Questo per  rendere reale una operazione di trasparenza.

PRINCIPIO DI PRECAUZIONE AMBIENTALE
L’ambiente non può dirsi tutelato solo con l’osservanza del principio “chi inquina paga” se non altro perché il ripristino ambientale non sempre è possibile, dovendosi invece impedire il degrado e l’inquinamento agendo ex ante.
Il D. Lgs. 152/06 stabilisce sul punto che l’azione ambientale debba essere “informata ai principi della precauzione, dell’azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente” oltre che al principio chi inquina paga (art. 3 ter D.Lgs. 150/06).
Il Codice ambientale non definisce tali principi, con il pericolo che essi rimangano inapplicati oppure invocati con l’unico fine di addossare responsabilità non ancorate ad effettive disposizioni normative.
Il principio di precauzione non impone di evitare tutte le attività solo perché potenzialmente pericolose, ma impone una preventiva “accurata e calcolata gestione del rischio” anche se, ed anzi soprattutto, laddove “i dati scientifici non ne consentono una preventiva e completa valutazione”.
 
Assessore Francesco Bordi
Consiglio Comunale aperto sul tema Tamoil
Cremona li 6 luglio 2012

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Intervento di Rino Ruggeri.
Mi chiamo Gino Ruggeri, sono un cittadino elettore del Comune di Cremona che dopo aver saputo dell’intenzione della Giunta comunale di non costituirsi parte civile nel processo TAMOIL, ha chiesto al Giudice Dott. Salvini  di sostituirsi al Comune ai sensi dell’art. 9 del D.Lgs. 267/2000 che consente a qualsiasi cittadino elettore di esercitare l’azione popolare in luogo del Comune quando questi sia inerte.
Il Giudice dott. Salvini ha accettato la mia richiesta il giorno 19 giugno 2012.
Pertanto da quel giorno il Comune di Cremona è parte civile nel processo TAMOIL. Ciò è un dato di fatto che piaccia o no. Eventuali risarcimenti saranno versati nelle casse del Comune di Cremona, non sul mio conto corrente.
Sarebbe sufficiente leggere l’ordinanza del Giudice: “…la legittimazione, che scaturisce dall’azione popolare prevista dall’articolo 9 del D. Lgs. 267/2000 in materia di Enti locali, non viene meno per il fatto che l’ente territoriale, una volta integrato il contraddittorio, abbia deciso di non costituirsi parte civile. Al contrario tale situazione trasforma l’originario interesse di cui è portatore il singolo cittadino in una piena facoltà che, se ne esistono le condizioni, può essere esercitata in via sostitutiva”.
Chi non è ancora convinto, si legga il verbale dell’udienza del 19 giugno 2012.
Dunque, e spero di ribadirlo per l’ultima volta, dal 19 giugno 2012 non si può dire che il Comune di Cremona non è costituito parte civile, si può solo dire che la Giunta del Comune di Cremona con l’avallo dei deputati Fontana e Pizzetti, non ha ritenuto utile proporre la costituzione. Punto.
Dispiace dover fare queste precisazioni sottraendo tempo al merito della questione, ma le dichiarazioni di diversi esponenti istituzionali ed anche commenti di improvvisati reporter lo hanno reso necessario.
Venendo al merito, dunque, l’ordinanza del Giudice dott. Salvini sconfessa in modo clamoroso le motivazione addotte dalla Giunta per la non costituzione:
innanzitutto l’accordo del 01.04.2011
 “…il ripristino dello stato dei luoghi non si sovrappone, essendo in senso proprio una “spesa” obbligata posta in capo al responsabile, e non coincide interamente con il danno patrimoniale che può essere stato cagionato dalla lesione al territorio, ben essenziale dell’ente territoriale. Né ha efficacia ostativa il fatto che il Comune di Cremona…affermi… che dalla condotta della Tamoil  non sarebbero derivati al comune di Cremona danni di natura patrimoniale diversi dal danno ambientale di esclusiva pertinenza del Ministero dell’Ambiente. Infatti da un lato tale valutazione è essenzialmente discrezionale e d’altro lato, pur dovendo essere l’individuazione e la quantificazione concreta di un possibile danno demandata al merito, è possibile intravvedere sin d’ora danni diversi dal danno ambientale…”.

Insomma, detto in parole semplici, il Comune si è impropriamente sostituito alla magistratura assolvendo preventivamente TAMOIL.
Inconsistenti le valutazioni dei tecnici del Comune sulla titolarità o meno della legittimità ad agire, rimbalzando la palla al Ministero dell’ambiente peraltro senza sollecitarlo ad agire.

Ma veniamo all’accordo: mai pubblicato, mai ratificato da un organo istituzionale, senza impegni precisi e garanzie dal punto di vista ambientale.
Perché non è pubblico ? C’è forse ancora una  trattativa ?
I cittadini cremonesi hanno il diritto di sapere tutto di quell’accordo.

La non ratifica, inoltre, lo rende inesistente anche nel caso contenesse impegni e garanzie; come si potrebbe farlo valere in sede giurisdizionale ?
E comunque nel merito si tratta di un accordo debole senza impegni per TAMOIL, anzi un’autoassoluzione avallata da Comune e Provincia. Certo la TAMOIL lo sta rispettando, non è difficile, non ci sono impegni di sorta.
La costituzione di parte civile rappresentava, anzi, rappresenta la possibilità per il Comune di rimediare a quell’accordo così debole e di affrontare TAMOIL a testa alta, oltre a costituire un atto di prudenza per il futuro. Con la mia costituzione il Comune ha ora la possibilità di difendere i diritti dei propri cittadini affrontando la TAMOIL a viso aperto.
Si sottragga il Comune a quel ricatto occupazionale ed ambientale che già aleggiava in questa sala nel 1985 quando solo una consigliera comunale disse non al rinnovo della concessione senza garanzie.

C’è, quindi, ora la possibilità di riaprire il tavolo ridiscutendo la legittimità e la convenienza di quell’accordo.
Si creino le condizioni perché emergano le responsabilità anche politiche di chi doveva vigilare e controllare e non lo ha fatto.
Fortunatamente le dichiarazioni e le prese di posizione degli ultimi giorni hanno dimostrato che non c’è un blocco unico e che la politica si può riscattare ed assumere la responsabilità di trovare la via per fare luce sulla vicenda, altrimenti resta solo il fronte giudiziario che, però, non è giustizia sommaria.

Ringrazio
-Il deputato Maurizio Turco autore di numerose interrogazioni parlamentari
-L’Associazione radicale Piero Welby nella persona del suo Segretario Sergio Ravelli
-Gli avvocati Giuseppe Rossodivita ed Alessio Romanelli.
Gino Ruggeri
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Intervento di Sergio Ravelli
Una premessa: questo consiglio comunale doveva essere convocato un anno e mezzo fa, prima della firma dell'accordo Tamoil-parti sociali-istituzioni locali. Farlo allora aveva un senso, costituiva esercizio vero di democrazia rappresentativa e partecipata. Farlo oggi è solo una finzione, uno svilire le prerogative fondamentali dell'istituzione locale, attraverso la presa d'atto di scelte assunte in altre sedi.

Sig. sindaco, Lei sa che come radicali, supportati dall'iniziativa istituzionale costante del deputato Maurizio Turco (ricordo, 10 interrogazioni parlamentari sul caso Tamoil negli ultimi 4 anni), abbiamo fatto veramente di tutto per convincerla a tutelare concretamente gli interessi della comunità cremonese e del suo territorio.
Col precipitare degli eventi (la chiusura della raffineria prima, la guerra in Libia e la caduta del rais poi) abbiamo cercato in tutti i modi di convincerla ad agire in tempo utile perché Cremona rialzasse finalmente la testa nei confronti della multinazionale libica, perché Cremona non fosse ancora una volta soggetta a ricatti.
Le abbiamo ripetutamente chiesto di cautelarsi e di tutelare gli interessi della città, anche attraverso un'azione conservativa nei confronti dei beni Tamoil.
A pochi giorni dalla firma dell'accordo del 1° aprile 2011, vi abbiamo messo in guardia dalla sottoscrizione di accordi-capestro sprovvisti di qualsivoglia garanzia reale.
Mi consenta una battuta, sig. sindaco: ma chi gliela fatto fare di accettare l'inserimento nell'accordo della clausola che assolve preventivamente la Tamoil da ogni responsabilità nell'inquinamento ambientale?

Qualche mese fa, centinaia di cittadini cremonesi Le hanno chiesto di esercitare, come concreta forma di tutela, la costituzione di parte civile nel processo a carico dei dirigenti Tamoil. Ma ancora una volta ci avete risposto NO, con motivazioni risibili e inconsistenti, come dimostra la puntuale ordinanza del giudice Guido Salvini.
Vi ritenete soddisfatti di un 'piatto di lenticchie', di una parziale bonifica, anzi diciamo meglio, di un ripristino ambientale di sole alcune delle aree esterne alla raffineria per un costo approssimativo di pochi milioni di euro, quando i più seri studi del settore indicano in 80/100 milioni di euro i costi per la bonifica integrale di aree omogenee a quelle di Cremona. Una cifra enorme, certo. Ma assolutamente alla portata della capofila della Tamoil, la Oilinvest, una holding (ovviamente con sede in un paradiso fiscale) di proprietà del governo libico, la cui liquidità finanziaria in Europa - e quindi a disposizione anche della holding petrolifera - era valutata fino a pochi mesi fa a circa 150 miliardi di dollari. Ripeto, 150 miliardi di dollari.

Sig. sindaco,
temo che oramai la frittata sia fatta e che purtroppo sia troppo tardi per porvi rimedio.
Una delle più belle aree verdi della città resterà in gran parte contaminata e sotto la spada di Damocle di un deposito che è quello di sempre, con la stessa vetusta rete sotterranea e con gli stessi serbatoi in larga parte gravemente ammalorati.
A noi cittadini non resta quindi che agire in giudizio, attraverso la costituzione di parte civile di Gino Ruggeri, che noi tutti dobbiamo ringraziare e che sostituirà in quella sede il Comune di Cremona, soggetto danneggiato. Se fossi nei suoi panni, sig. sindaco, mi sentirei parecchio a disagio. Ma tant'è.
Non ci facciamo illusioni. Conosciamo molto bene lo stato della Giustizia nel nostro paese, i suoi tempi biblici e i suoi riti spesso incomprensibili. Ma il nostro senso civico e il nostro attaccamento a questa città ci spingono, ancora una volta, a 'non mollare'.

Sergio Ravelli
Cremona, 6 luglio 2012 Consiglio Comunale aperto

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Maurizio On. Turco  risponde all’invito,giunto in ritardo, al Consiglio Comunale aperto sulla Tamoil
per: cinzia.vuoto 06/07/2012 11:07
Egregio Signor Sindaco,
in data 05/07/2012 alle ore 08:58 ho ricevuto un messaggio con cui mi si trasmette "l'invito relativo alla prossima seduta del Consiglio Comunale avente all'oggetto le problematiche Tamoil."
L'invito allegato è datato 25 giugno 2012 ed è rivolto a diverse persone ed organizzazioni nonché ad alcuni colleghi, dalla senatrice Fontana ai deputati Pizzetti, Comaroli e Torazzi. Il criterio con il quale ha formulato gli inviti è chiaramente quello della residenza in provincia di Cremona degli eletti nel collegio. Un rispettabile criterio burocratico.
Come Lei ben sa non abbiamo condiviso nulla di quanto fatto e non solo dalla maggioranza, dalla firma di quell'accordo, alla mancata costituzione di parte civile a cui comunque abbiamo posto rimedio nell'interesse della città.
Continuerò con i radicali residenti a Cremona a fare quello che abbiamo sempre fatto e continueremo ad investire tempo e denaro nel processo giudiziario formalmente intentato contro la Tamoil.
Comprenderà che, date le premesse, più che declinare l'invito mi limito a non accettare quella che non so se essere una beffa o una provocazione.
Spero davvero che nel futuro ci siano occasioni di collaborazione,
Distinti saluti
Maurizio Turco
*****
oggetto: invito
da : Cinzia Vuoto
per: turco_mrz
05/07/2012 08:58
Buon giorno, con la presente trasmetto l'invito relativo alla prossima seduta del Consiglio Comunale avente all'oggetto le problematiche Tamoil. Cordilmente Cinzia Vuoto.
- CONSIGLIO APERTO TAMOIL.doc

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Perri il buonista !!!
Il sindaco Perri fa il buonista, ma non ha ottenuto risultati: la Tamoil non fa beneficenza (0)
Per il sindaco Oreste Perri, da quanto si rimedia sul Web, qua e là, non senza allungar l’occhio sul pregevole consiglio comunale live di Cremonaoggi, va tutto bene. Ancora reticenza e incertezza e un infondato ottimismo dalle sue parole: le bonifiche sono partite, guardiamo alle cose positive (?!?), tutti possiamo sbagliare ma mettendo avanti il ...

Per leggere tutto clicca qui:
http://cremonademocratica.org/2012/07/06/il-sindaco-perri-fa-il-buonista-ma-non-ha-ottenuto-risultati-la-tamoil-non-fa-beneficenza/

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Ruggeri: troppi problemi aperti!!!
Tamoil, Maura Ruggeri (Pd): troppi i problemi ancora aperti, si dia un segnale che si vuol applicare un nuovo metodo di dialogo

Con la decisione della società Tamoil di dismettere la raffinazione a Cremona, si è chiuso un pezzo di storia di questa città, si è chiuso nella consapevolezza diffusa che un certo tipo di sviluppo industriale ha definitivamente esaurito il proprio ciclo, ma che tuttavia diventa sempre più urgente dare risposte in termini di occupazione e di sviluppo sostenibile ad un territorio che si sta impoverendo e subisce i colpi della crisi..
Per leggere tutto clicca qui:
http://cremonademocratica.org/2012/07/06/tamoil-maura-ruggeri-pd-troppi-i-problemi-ancora-aperti-si-dia-un-segnale-che-si-vuol-applicare-un-nuovo-metodo-di-dialogo/

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Sintesi intervento del Sindaco Oreste Perri
Ho ascoltato tutti gli interventi con molta attenzione ed interesse e
ringrazio per gli interessanti spunti di riflessione offerti. Voglio
innanzitutto ribadire che, con l’accordo sottoscritto a Roma il 2 aprile
del 2011, dopo un faticoso lavoro di confronto tra le parti, ha prevalso
l’unità d’intenti di tutte le forze politiche e sociali, di tutte le
persone di buon senso alle quali alle quali sta a cuore il futuro della
nostra città.
Spiace ora vedere che si punta il dito contro chi ha lavorato per
contribuire a porre le basi per la soluzione di un problema che, tra
l’altro, questa Amministrazione ha ereditato.
Nei vari incontri e confronti ai quali ho partecipato, si è pensato al
lavoro ed anche alla salute. L’accordo, più unico che raro, sottoscritto
a Roma sulla Tamoil, ha rappresentato e rappresenta il punto di partenza
che permette di ridare vita all’area occupata dalla raffineria. Perché
avremmo allora dovuto demolirlo?
Non si tratta di una partita chiusa, ed infatti vigileremo attentamente,
con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, perché quanto
concordato venga rispettato ed eseguito nel migliore dei modi. Abbiamo
ottenuto che si partisse con la bonifica, per citare solo un esempio, e
non si tratta certo di un risultato da poco. Lo ribadisco con forza:
quell'accordo è stato una conquista che intendiamo portare avanti
vigilando che tutto venga eseguito in maniera corretta.
Personalmente non voglio guardare al passato, bensì al futuro. Per
questo dico che certi giochi della politica non pagano più: la novità
che cerco di portare ogni giorno con la mia azione sta nel rispetto
dell’avversario e nel non temere a mettersi tutti insieme per
raggiungere un risultato che comporti il bene della nostra città.
Giustamente è stato rilevato come un tempo non vi fosse quella
sensibilità ambientale che ora invece è molto forte. Ebbene,
nell’accordo sulla Tamoil, che considero come il migliore che si potesse
raggiungere, si è tenuto conto di tutti gli aspetti: tutela dei
lavoratori, salute ed ambiente.
Ora è necessario ristabilire un clima di serenità e non di
contrapposizione per affrontare tutti assieme il problema vero e grande
che ci troviamo, il problema del lavoro in senso generale: su questo ci
si deve confrontare, senza pregiudizi, senza distinzione alcuna.

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