Martedì, 23 aprile 2024 - ore 23.45

Trasporti, no al canale Milano-Cremona-Po: ‘Opera inutile, costosa e obsoleta’

“Un’opera inutile, costosa e obsoleta che stravolgerebbe il territorio”. Così Alessandro Rota, Presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza Brianza boccia senza appello l’idea di riportare in vita il canale navigabile tra Cremona e Milano.

| Scritto da Redazione
Trasporti, no al canale Milano-Cremona-Po: ‘Opera inutile, costosa e obsoleta’

Si tratta di un progetto che ha ormai più di un secolo e che, stando alle ultime stime, costerebbe circa un miliardo di euro. “Non mi pare proprio sia il caso, in questo periodo di vacche magre, di buttar via soldi in questa maniera – continua Rota – anche perché oltre ai costi di realizzazione, si farebbe scempio dei territori tra Lodi, Milano, Cremona, del reticolo irriguo, dei campi agricoli e delle zone protette del Parco Adda Sud. Non credo sarebbe un bel risultato”.

La storia del canale navigabile Milano-Cremona – spiega la Coldiretti Lombardia – è stata sempre travagliata, tanto che in oltre cento anni sono stati costruiti solo 14 chilometri, dal Po a Pizzighettone, sui 65 totali. “Ormai è un’idea anacronistica – afferma Alessandro Rota, Presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza Brianza – e la sua realizzazione sarebbe un ulteriore colpo a un territorio che ha già subito nell’ultimo decennio un forte consumo di suolo causato dalla costruzione di autostrade, tangenziali, capannoni, interventi residenziali, poli logistici”.

L’idea del canale navigabile risale agli inizi del Novecento: dopo la costruzione del primo tratto i lavori si sono fermati, mentre non hanno mai smesso di correre le spese per il mantenimento della struttura burocratica del Consorzio Canale Navigabile. Tanto che nel 2000 il ministero del Tesoro ci ha messo una pezza decretandone lo scioglimento per “mancato raggiungimento dello scopo”. Adesso – spiega la Coldiretti Lombardia – sembra che l’Unione Europea voglia riprendere in mano la questione della navigabilità da Milano all’Adriatico e l’Aipo (Agenzia Interregionale Fiume Po) ha chiesto per il tratto lombardo uno studio di fattibilità al Consorzio Muzza. “Dopo oltre un secolo siamo ancora qui a discutere se questo canale sia utile o meno – conclude Alessandro Rota – mentre dovremmo preoccuparci piuttosto di valorizzare un sistema agricolo come il nostro, che solo in Lombardia garantisce migliaia di posti di lavoro e che ha un ruolo strategico per le esportazioni italiane nel mondo”

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