Vincenzo Montuori Il corpo femminile : qualche sonetto del Petrarca , di Ungaretti e di Montuori
In genere i poeti uomini, quando parlano della bellezza femminile, tendono a parcellizzare quella dimensione per cui si concentrano su una sorta di geografia del corpo femminile da descrivere settore per settore.
Facciamo qualche esempio e cominciano con PETRARCA e con i suoi sonetti sulle mani di Laura ; è il caso di “Canzoniere” 199:
O bella man, che mi restringi ‘l core,
e ‘n poco spazio la mia vita chiudi;
man, ov’ogni arte e tutti i loro studi
poser Natura e ‘l Ciel per farsi onore;
di cinque perle oriental colore,
e sol ne le mie piaghe acerbi e crudi,
diti schietti soavi, a tempo ignudi
consente or voi, per arricchirne, Amore.
Candido, leggiadretto e caro guanto,
che copria netto avorio e fresche rose,
chi vide al mondo mai si’ dolci spoglie?
Così, avess’io del bel velo altrettanto!
O inconstanzia de l’umane cose!
Pur questo è furto, e vien chi me ne spoglie.
Continui con UNGARETTI di cui leggiamo questo frammento dal “Taccuino del vecchio” , intitolato “Il lampo della bocca”(1968):
Migliaia d’uomini prima di me,
Ed anche più di me carichi d’anni,
Mortalmente ferì
Il lampo d’una bocca.
Questo non è motivo
Che attenuerà il soffrire.
Ma se mi guardi con pietà,
E mi parli, si diffonde una musica,
Dimentico che brucia la ferita.
Continuiamo, si parva licet, con questi versi di MONTUORI:
QUESTO SORRISO
È un sorriso questo
a cui non si può resistere,
la lastra greve
dell’inverno dischiara.
Non è un sorriso questo
a cui si può rispondere;
la sfida gaia dagli occhi
atterra gli occhi altrui e li confonde.
Il malcapitato a sera nella stanza
sogna di morirne
e farneticano le mani
in un abbraccio vano.