Martedì, 23 aprile 2024 - ore 22.42

Zurpa (cgil), la pacchia è finita

| Scritto da Redazione
Zurpa (cgil), la pacchia è finita

La pacchia è finita. Se mai c’è stata. Trent’anni di crescita economica ininterrotta dal dopoguerra agli anni settanta. Le crisi susseguitesi negli anni ottanta, la globalizzazione neoliberista (cioè produrre dove costa meno e vendere dove si possono massimizzare i profitti), la New Economy che si era accreditata come il fiore all’occhiello del corso economico di fine millennio, crollata repentinamente nel 2000, la progressiva finanziarizzazione dell’economia e la crisi del 2008 (paragonabile solo alla crisi del ’29), dovrebbero indurre a pensare che forse questo sistema non è così efficiente, efficace e dispensatore di benessere. La mitica mano invisibile capace di distribuire la ricchezza sta invece tirando degli schiaffi, non alla cieca, sicuramente a chi vive di lavoro dipendente, atipico, precario e per chi è disoccupato. La precarizzazione del lavoro è lo specchio della destabilizzazione economica. Come è possibile garantire redditi continuativi quando non c’è stabilità? La ricetta di uscita dalla crisi che taluni prospettano, aumentare i consumi (cioè si prospetta come soluzione ciò che è causa della situazione in cui versiamo), sembrerebbe apparentemente funzionare se i redditi fossero sufficienti per potere acquistare di più. La realtà è che da un lato i salari perdono il loro valore e dall’altro quanti televisori, quante macchine, quante case dovremmo acquistare? Abbiamo bisogno di altri sistemi di pensiero, di altre capacità e di altre soluzioni. O da questo vicolo cieco ne usciremo a brandelli.

Stefano Zurpa
Nidil Cremona

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