10 MARZO: AUSPICO CHE LA BANDIERA TIBETANA VENGA ESPOSTA NEL CORTILE FEDERICO II ALL'INGRESSO DEL PALAZZO COMUNALE.
Il 10 marzo del 1959, il risentimento del popolo tibetano, da ormai nove anni sotto il giogo della repressione del Governo comunista cinese, sfociò in una aperta rivolta popolare. L'esercito di Pechino stroncò la rivolta nel sangue: 87.000 civili tibetani furono uccisi e migliaia incarcerati. Il Dalai Lama fu costretto a lasciare il proprio paese, assieme ad oltre 120.000 tibetani, e chiedere asilo politico in India.
La rivolta di Lhasa del 1959 fu un coraggioso atto di lotta e di libertà ma segnò l'inizio di una violenta politica di repressione a livello culturale, sociale, e demografico, che il Governo di Pechino ha sempre chiamato “riforme democratiche”. A tutt'oggi, nonostante le numerose risoluzioni dell'ONU, del Parlamento europeo, del Congresso degli Stati Uniti e di molti Parlamenti internazionali, tra cui quello italiano, il Governo cinese rifiuta ogni impegno negoziale a risolvere pacificamente l'occupazione del Tibet.
Per condannare tutte le forme di violenza contro il popolo tibetano ed esortare il governo cinese ad avviare subito politiche di dialogo nei confronti delle autorità civili e religiose del Tibet che vivono in esilio, auspico che la bandiera tibetana venga esposta, anche quest'anno, nel cortile Federico II all'ingresso del Palazzo Comunale.
Accade dal 1997, da quando Comune e Provincia di Cremona aderirono alla campagna a sostegno della causa tibetana promossa dal Partito Radicale Transnazionale, esponendo per la prima volta la bandiera ancora oggi vietata in Tibet. Una campagna che si è rinnovata ogni anno e che ha avuto il proprio culmine il 20 aprile 2009 con il conferimento da parte del Consiglio comunale di Cremona della cittadinanza onoraria a Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet. Nel corso della cerimonia l'allora sindaco Gian Carlo Corada ebbe ad affermare che “il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama rappresenta il coronamento di oltre dieci anni di iniziative promosse dai radicali cremonesi, sempre accolte dalle istituzioni locali, per un Tibet autonomo e una Cina democratica, per la libertà religiosa ovunque nel mondo”.
Partito Radicale Transnazionale
Sergio Ravelli