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A Cividale del Friuli la cerimonia in memoria dei partigiani della Brigata Osoppo

| Scritto da Redazione
A Cividale del Friuli la cerimonia in memoria dei partigiani della Brigata Osoppo

Il 21 giugno 1945 si tennero a Cividale del Friuli i solenni funerali dei partigiani della Brigata Osoppo, presi prigionieri alle Malghe di Porzus il 7 febbraio e poi uccisi a piccoli gruppi nei giorni successivi nella zona del Bosco Romagno. Di questa insensata tragedia si resero responsabili i reparti dei GAP comandati da Mario Toffanin tristemente noto con il nome di “Giacca”.

Ogni anno, l’APO ricorda questi combattenti che si trovarono un inaspettato nemico: pensavano che il pericolo arrivasse dai tedeschi e dai fascisti, invece si trovarono sommariamente processati, condannati e uccisi da coloro che avrebbero dovuto condividere gli ideali di libertà e di democrazia.

È infatti con gli onori ai caduti e la deposizione di corone d’alloro al Cippo d’ingresso del parco del Bosco Romagno di Cividale del Friuli, in provincia di Udine, che lo scorso 27 giugno sono stati ricordati i partigiani della Brigata Osoppo uccisi.

La cerimonia, promossa dall’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli, in collaborazione con il Comune di Cividale del Friuli, si è tenuta in occasione del 76° anniversario dei funerali degli osovani, celebrati il 21 giugno 1945 a Cividale.

Tra i vari interventi che hanno scandito la Cerimonia, spiccano le parole della MOVM Paola Del Din, che ha insistito sull’importanza della libertà e della sua attenta salvaguardia, mentre il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, ha sottolineato come questa sia “una delle pagine più buie del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia. È necessario trasmettere il senso dell’importanza della vita per evocare le motivazioni profonde che hanno alimentato la rinascita del nostro popolo e che sono alla base della Costituzione. Il Paese guarda all’Associazione Osoppo con riconoscenza, perché avete tramandato la storia di un sacrificio”.

Sempre il sottosegretario ha parlato di “una strage che fu il risultato del più grave scontro interno al movimento dei partigiani italiani definito per barbarie e crudeltà un vero e proprio crimine di guerra che esclude ogni giustificazione di carattere ideologico, strategico, militare o umano [...] Il ricordo di questo eccidio come di altre barbarie deve essere, è più attuale che mai. Questo è il nostro compito, il compito delle istituzioni, della politica: tenere alto il senso della memoria affinché si possa ripetere anno dopo anno, alle nuove generazioni “MAI PIÙ”.

Mai più vittime innocenti in nome di un’ideologia, mai più stragi in nome di un Dio, o di una convenienza, o semplicemente, come nel caso del periodo nazista e fascista, in nome della follia”.

Il presidente dell’Apo, Roberto Volpetti, ha infine ricordato come i patrioti siano stati “rapiti e trucidati in un tragico crescendo di crudeltà e barbarie. È bello vedere che non siamo più i soli a ricordarli: il silenzio è stato rotto e la storia di questi martiri è diventata patrimonio di tutta la nazione. La Regione Friuli ci ha affidato il compito di valorizzare il monumento nazionale della Malghe di Porzûs, che gestiremo nell’interesse di tutti. La mia aspirazione è quella di poter issare, accanto alla bandiera dell’Italia, qui e a Porzûs, anche quella dell’Europa”.

“La mia proposta – ha concluso il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin – è di aggiungere anche quella del Friuli, perché sono proprio i valori espressi da queste genti a consentirci di guardare con fiducia al progresso e alle nuove generazioni”. (aise) 

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