Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 09.39

A Cremona La dura polemica sui migranti continua. Gabriele Cervi risponde al Ettore Manes

Cervi : ‘se vuole possiamo andare a trovarli alla Caritas per conoscerli e conoscere le loro storie certamente non allegre..’ Manes: ‘nel nostro Paese, ormai al record della povertà assoluta, non c’è più spazio per altri immigrati, mentre oggi ne sono arrivati ancora migliaia’

| Scritto da Redazione
A Cremona La dura polemica sui migranti continua. Gabriele Cervi risponde al Ettore Manes A Cremona La dura polemica sui migranti continua. Gabriele Cervi risponde al Ettore Manes

Risposta di Gabriele Cervi (Cremona) Caro direttore, mi permetta di rispondere alla lettera del signor Ettore Manes per precisare alcune sue affermazioni che da lui stesso con lettera del 7 agosto sono state ridimensionate. Alcuni fatti citati dal signor Manes sono ormai saputi e risaputi.. Tra l’altro io stesso avevo menzionato nel mio ricorso europeo il business che si fa sui migranti da parte di certe cooperative (senza fare di tutta l’erba un fascio in quanto molte cooperative operano rispettando le leggi) citando come esempio Roma mafia capitale.. Io non mi arrogo il diritto di essere imparziale, ma il mio fare è improntato verso il bene comune, collettivo al di sopra delle parti.. .e in Italia è un’impresa visto che tutti tirano l’acqua solo al proprio mulino…. In poche parole non sono di parte.. come taluni (...). Vede la mia battuta non era certamente volta ad istigare per vendetta gli immigranti a venire a casa sua... queste sono sue parole che io non ho mai scritto... La mia visita di cortesia era caso mai per parlare dello loro storie personali che lei non conosce ma che però giudica e si arroga il diritto di dare a loro dei vigliacchi Lei ha enfatizzato e interpretato a modo suo una mia battuta che è scaturita in contrapposizione alla sua. dando pubblicamente dei vigliacchi ai migranti che lei ha confermato nella sua lettera del 7 agosto. Allora mi chiedo e le chiedo, per dissipare chiamiamole le sue certezze, perché non mi viene a trovare in cascina dove sarò onorato di conoscerla e di spiegarle personalmente cosa sto facendo per dare voce a questi migranti che non hanno voce e diritti…. Poi se vuole possiamo andare a trovarli alla Caritas per conoscerli e conoscere le loro storie certamente non allegre.. Credo che sia una opportunità per tutti noi per capire e comprendere toccando con mano e non per sentito dire, il fenomeno immigrazione. Che ne pensa?

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La lettere di Ettore Manes (Cremona) :Gentile direttore chiedo spazio per alcune precisazioni alla lettera di Gabriele Cervi, dirigente di comunità del quale ho apprezzato il tono con il quale ha motivato il tema degli immigrati che, da operatore in campo, dimostra certa parziale sensibilità. Non permetto a Cervi di usare strumentalmente e scorrettamente quanto ho scritto in una precedente nota. Non ho dato del vigliacco agli ospiti della casa della accoglienza. Nel contesto generale del problema ho scritto che tanti giovani e forti, non tutti, ‘probabilmente e vigliaccamente’ abbandonano ad un terribile destino i familiari più deboli. Ne sono convinto. Per me la difesa dei propri cari è un principio ineludibile. Come si fa a sapere chi sono i veri profughi? Quelli che arrivano con i barconi sono quasi sempre senza documenti. Chi approda in Italia dice di non averlo mai avuto o di averlo perso in Libia. In Nigeria falsificare documenti e cambiare più volte identità una cosa normale. Fanno lo stesso durante le fasi di riconoscimento, addirittura spacciandosi per minorenni a maggior tutela. Apprezzo chi in Italia, come Cervi, si occupa di immigrazione, lui stesso riconosce che in un contesto di crisi diventa difficile. Non sicuramente per quelle cooperative deviate che degli immigrati ne fanno un business in combutta con politici. Come non ricordare il dialogo registrato tra i due delinquenti Buzzi e Carminati che dicevano che con gli immigrati si fanno più soldi che con la droga! A livello nazionale non esiste organizzazione e non c’è niente da lodare. Inoltre nel nostro Paese, ormai al record della povertà assoluta, non c’è più spazio per altri immigrati, mentre oggi ne sono arrivati ancora migliaia. Sono sempre del parere di aiutare prima gli italiani. Ritornando agli ospiti della Casa dell’accoglienza, ritengo che sarebbe più utile, nobile e decoroso fargli fare qualche lavoro socialmente utile al posto di lasciarli per strada. Per quanto riguarda invece la disgustosa e non tanto velata istigazione di mandarmeli a casa per vendetta, mi riservo nei confronti del sig. Cervi iniziative personali a tutela.

 

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