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A Roma: Toghe rosso sangue

| Scritto da Redazione
A Roma: Toghe rosso sangue

TOGHE ROSSO SANGUE

compagnia Les Enfants Terribles
regia di Francesco Marino
scritto da Giacomo Carbone
ispirato da Paride Leporace [...]

Ogni sera, dopo la rappresentazione, è previsto un momento di dibattito con testimonianze e coinvolgimento del pubblico.

Simona Dalla Chiesa e Lorenzo Adinolfi ieri sera al debutto romano dello spettacolo Toghe Rosso Sangue, dedicato ai magistrati italiani uccisi dal 1969 al 1994: “Fare memoria significa fare tutti insieme la storia del nostro Paese. Lo Stato dimentica con grande facilità”

 

Sul palco anche la testimonianza del giornalista investigativo Gianni Lannes, che per le sue delicate inchieste, ha subito tre attentati e a cui, nonostante questo, è stata tolta la scorta.

 

Roma, 7 dicembre 2011 - “Fare memoria significa tutti insieme fare la storia del nostro Paese, dimenticare significa annullare la nostra identità”. Con queste parole Simona Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto, ucciso dalla mafia a Palermo nel 1982 insieme alla moglie e agli uomini della scorta, ha ringraziato la compagnia Les Enfants Terribles che ieri sera ha debuttato con grande successo a Roma, alla Casa delle Culture con lo spettacolo Toghe Rosso Sangue. “Il periodo del terrorismo è stato terribile e viene ricordato in maniera poco chiara. La lotta alla mafia, che ha visto tanti morti tra giudici e forze dell’ordine, ancora è lontana dalla fine. Lo Stato con grande facilità dimentica e non riporta alla luce il ricordo e l’esempio delle persone che hanno sacrificato la loro vita per la giustizia. Anche ricordare le pagine più dolorose significa trovare messaggi, forza e modelli per poter andare avanti, verso quel mondo più giusto che queste vittime volevano raggiungere”

Forte commozione nelle parole di Lorenzo Adinolfi, figlio del magistrato romano Paolo, scomparso misteriosamente a Roma il 2 luglio del 1994 e la cui storia è raccontata in scena da Francesco Marino, Sebastiano Gavasso, Emanuela Valiante e Diego Migeni, con la sceneggiatura di Giacomo Carbone. “Questo spettacolo, e prima ancora il libro di Paride Leporace da cui è tratto, hanno ridato lustro al ricordo di mio padre- ha detto Adinolfi - Un messaggio come il vostro riaccende la speranza che chi sa parli. Grazie a voi ci sentiamo meno soli e soprattutto speriamo di mettere una fine a un capitolo che è molto molto doloroso”.

Non solo i magistrati sono minacciati e uccisi dalla mafia e da altre forme di criminalità organizzata. Non solo i giudici sono lasciati soli nella loro lotta quotidiana e quasi sempre silenziosa contro la malavita. Le vittime sono anche tra i giornalisti che difendono la giustizia cercando e, soprattutto, raccontando la verità per informare. Come il giornalista investigativo Gianni Lannes, presente anche lui ieri sera alla Casa delle Culture.

Per le sue delicate inchieste (solo per citarne qualcuna quella sulle “navi dei veleni”) Lannes è stato minacciato e ha subito tre attentati nel 2009. Da allora vive e continua, “ostinatamente”, a lavorare in isolamento. “Il Bel Paese non ha memoria. Spesso chi racconta i fatti osceni dell’Italia vive isolato o, per meglio dire, sopravvive – ha detto Lannes - Lo stato è assente”. Gianni Lannes e la sua famiglia hanno avuto una scorta fino al 22 agosto scorso, quando la protezione di Stato è stata tolta dall’allora ministro dell’interno Maroni.

Le repliche di Toghe rosso sangue andranno avanti fino al 18 dicembre 2011. Ogni sera, dopo la rappresentazione, è previsto un momento di dibattito con testimonianze e coinvolgimento del pubblico.

 

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Casa delle Culture di Roma
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