Martedì, 03 dicembre 2024 - ore 12.59

L’orma indelebile di Botero è nata per un puro caso

Paolo Battaglia La Terra Borgese

| Scritto da Redazione
L’orma indelebile di Botero è nata per un puro caso

Il Boterismo - spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese - parte da una posizione del tutto singolare nell’ambito dell’arte contemporanea

Il Boterismo nasce per un puro caso stilistico - svela Paolo Battaglia La Terra Borgese -. Esso, infatti, altro non è che un’evoluzione di un punto strategico - come vedremo più avanti - trasformata in un’arte del tutto personale nell'ambito delle espressioni contemporanee, cioè l’arte sviluppata per puro caso dal pittore e scultore colombiano Fernando Botero appena scomparso (Medellin, 19 aprile 1932 – Monaco, 15 settembre 2023); assai noto in campo internazionale e spesso ingiustamente criticato in malo modo.

Piero della Francesca, Tiziano e l’avanguardia francese

Ventunenne, Botero, si reca a Firenze per approfondire lo stile artistico italiano. Ad attirarlo sono soprattutto le opere di Piero della Francesca e quelle di Tiziano, il cui fascino influenzerà i suoi quadri che, tuttavia, non riscuoteranno il successo sperato “immeritatamente, ma questa è un’altra faccenda” - precisa Paolo Battaglia La Terra Borgese. Infatti quando Fernando, qualche tempo dopo, decide di tornare in Colombia, dove tiene un’esposizione che mostri chiaramente la sua influenza italiana, le sue opere non sono per nulla bene accolte; anche perché, giusto a quel tempo, gli ambienti artistici colombiani sono sotto l’influenza dell’avanguardia francese.

Botero va in Messico e - dal caso - nasce il Boterismo

Nel 1956 Fernando Botero - continua Paolo Battaglia La Terra Borgese - si reca a Città del Messico con la prima moglie Gloria Zea (collezionista d’arte e mecenate che per più di quattro decenni, fino al 2016, ha diretto il Museo de Arte Moderno di Bogotá). Lì incontra il movimento artistico del muralismo messicano, e s’interessa particolarmente all'uso esagerato del colore da parte dell'artista Rufino Tamayo. Epperò col tempo Botero si allontana dal muralismo, e ritorna alle sue influenze italiane. Ed è giusto a Città del Messico che avviene l’incredibile: inizia a creare le figure e gli esseri voluminosi che noi tutti conosciamo. È, infatti, mentre vive in quella capitale, che Botero dipinge un mandolino con una buca insolitamente piccola, permettendo allo strumento di assumere improvvisamente proporzioni esagerate. Da allora, il suo lavoro ruotò attorno al gioco dei volumi, partorendo il Boterismo.

Il linguaggio boteriano esordisce a New York

È in realtà da questa indagine - fa notare Paolo Battaglia La Terra Borgese - che Botero scopre il proprio linguaggio, evidente per la prima volta negli oggetti delle sue nature morte. Ed è in seguito, che inizia a creare personaggi umani che interagiscano con i suoi oggetti, cosa che lo porta ad esporre a New York.

Le polemiche sul lavoro di Botero e le chiacchiere, volume o grasso? - abbiamo chiesto a Paolo Battaglia La Terra Borgese -

Ciò che dipingeva il Botero è volume e la forma ne è la sensualità, come lui stesso affermava - risponde secco il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese -, bacchetto volentieri quegli autori, ahinoi, di testi scolastici, che nella loro totale ignoranza ignorantona intravedono nell’obesità dei soggetti boteriani una sarcastica critica alla moderna civiltà dei consumi statunitensi, caratterizzati da eccessi alimentari di cibo spazzatura.

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