Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 03.38

Agroalimentare: ‘Su 100 € di prodotti, solo 1,8 torna agli agricoltori’

Lo ha dichiarato Sofia Mannelli, Presidente di Chimica Verde Bionet, Associazione costituita da Legambiente per promuovere le attività legate alla chimica verde

| Scritto da Redazione
Agroalimentare: ‘Su 100 € di prodotti, solo 1,8 torna agli agricoltori’

«Su 100 euro incassati per i prodotti agroalimentari, solo 1,8 torna agli agricoltori. Oggi l'agricoltura, per trovare nuove fonti di reddito, deve guardare anche alle attività che vanno al di là della produzione di cibo»: lo ha dichiarato Sofia Mannelli, Presidente di Chimica Verde Bionet. Tali opportunità si possono trovare nella chimica verde, nella gestione e nel trattamento di sottoprodotti, nella produzione di energia. In una parola: nella bioeconomia.

Gli operatori del settore si preparano a confrontarsi a Cremona in occasione di tre appuntamenti in contemporanea: BioEnergy Italy, Green Chemistry Conference and Exhibition e Food Waste Management Conference (25-27 febbraio 2015).

«In Italia, negli ultimi 40 anni, sono andati perduti 50 milioni di ettari di terreno. Sarebbe sbagliato continuare a pensare che le aziende agricole potranno sopravvivere solo in funzione di una produzione destinata al cibo», prosegue Mannelli. «Il mondo delle bioraffinerie è un mondo ancora tutto da esplorare, ma si tratta di un’esplorazione in grado di riservare solo sorprese interessanti. Rispetto alle colture dedicate, sarebbe fuorviante fornire un freddo elenco che in pratica direbbe nulla. Ben diverso è considerare che esse vanno identificate in base al territorio dove le si intende produrre per poi utilizzare al meglio tutte le molecole che le compongono. Credo che un esempio molto semplice sia altrettanto eloquente. Nel nord della Sardegna è stata avviata una sperimentazione che ha interessato 50 ettari di terreno destinati alla coltivazione del cardo. Ebbene, quel tipo di coltura nel sud della stessa regione non troverebbe le medesime, favorevoli condizioni di crescita».

«L’Italia, parlando di bioraffinerie, non ha nulla da invidiare al resto del mondo. Dalle bioraffinerie nascono bioplastiche, fitofarmaci di nuova concezione, prodotti di biocosmesi, biolubrificanti a prezzi sempre più competitivi», continua Mannelli, con esempi sorprendenti. «A Bolzano è sorta una cooperativa di servizi che con il 70% di scarti delle mele realizza delle suole da scarpe e un tipo di pellame da utilizzare nell’abbigliamento; a San Benedetto del Tronto invece, a seguito della necessità di smaltire ogni anno una media di 1 milione di tonnellate di cassette in polistirolo usate per lo stoccaggio del pesce, grazie alle bioraffinerie sono state realizzate delle cassettine in materiale biodegradabile che una volta utilizzate vengono poi gettate nei cassonetti dell’umido».

Per i dettagli sugli appuntamenti in programma è possibile visitare il sito www.bioenergyitaly.com.

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