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Alle origini della nostra civiltà : una lettera del medico dell'Armata d'Italia di Napoleone Bonaparte (Fonte Christian Flammia)

Per la nostra rivista culturale "Alle origini della nostra civiltà" pubblichiamo il testo di una inedita lettera del medico dell'Armata d'Italia, scritta nel 1796 a Tortona e di seguito il commento dello storico Franco Bianchi.

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Alle origini della nostra civiltà : una lettera del medico dell'Armata d'Italia di Napoleone Bonaparte (Fonte Christian Flammia)

Alle origini della nostra civiltà : una lettera del medico dell'Armata d'Italia di Napoleone Bonaparte (Fonte Christian Flammia)     

Per la nostra rivista culturale "Alle origini della nostra civiltà" pubblichiamo il testo di una inedita lettera del medico dell'Armata d'Italia, scritta nel 1796 a Tortona e di seguito il commento dello storico Franco Bianchi.                                                                                                                   

Libertà – Uguaglianza Tortona 30 giugno 1796

(Calendario rivoluzionario:) 12 messidoro, anno 4 della repubblica francese una, indivisibile e trionfante

Il medico dell’Armata d’Italia Ceresole al suo amico Lorenzo Aicardi

Appena giunto in Tortona dodici giorni fa adempii alla promessa data al degno tuo Genitore con ragguagliarli i rapidi voli della Armata Repubblicana, non avendo finora avuto riscontro dubito che la mia lettera sia smarrita.

Mi preggio per ora notificarti che, dopo l’armistizio concluso con Napoli, e con S.P. (Stato Pontificio) il forte dell’armata si rivolge verso il Tirolo (e) che si batte vigorosamente al Castello di Milano e si cinge in buona forma Mantova … che fa tranquillità dei popoli, e la sicurezza dei viandanti è ristabilita, che la Repubblica Lombarda ha tutte le apparenze d’ergersi come un saldo piedistallo e costituire un imponente… formidabile ai tiranni, agli aristocratici e ai fanatici dell’Italia.

Non ti parlo dei tanti e benedetti Millioni che di quando in quando si spediscono a "Pariggi", per la via di Genova, mi limito a dirti che ora siamo nel paese dell’abbondanza e che i bravi difensori della Libertà non vanno più cenciosi mendicando di che sussistere.

Incombensato a riorganizzare gli ospedali di questa città (Tortona) e di Alessandria mi fermerò ancora qui per 15 o 20 giorni, laonde pregoti di venirmi a trovare e quindi andremo in giro per l’Italia in esultazione e in Libertà...                                                                                                                                                                      

Salute e Fratellanza.

Ceresole Medico. ,Medico dell’Armata Italiana                                                                                                                                                                                                                            

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Il commento di Franco Bianchi: "La lettera ci offre uno spaccato della realtà vissuta da un protagonista in relazione alla campagna d’Italia da parte dei francesi contro gli austriaci e contro il Regno di Sardegna. Dal punto di vista storico si ricorda che questa campagna, vittoriosa per i francesi è quella che aprirà le porte al dominio napoleonico. E’ la campagna d’Italia che consente a Napoleone di costruire il suo mito ed il suo potere.

Bisogna anche ricordare che la campagna d’Italia inizia all’apice del breve potere di Robespierre che, non a caso nel 1794 venne prima arrestato e poi messo a morte. Napoleone, sostenuto da Robespierre passo a sua volta diversi guai e fu a sua volta arrestato. La situazione bellica della Francia però impone al governo di Parigi di scarcerarlo e farlo ritornare alla guida delle operazioni militari. Siamo all’inizio del 1796 e qui comincia la saga di Napoleone che, grazie al suo genio militare, con una serie di brillanti operazioni riuscirà a sconfiggere gli Austriaci e a tenere a bada gli altri nemici della Francia.

La lettera ci restituisce un momento di gloria per l’Armata d’Italia che sta avanzando in tutte le direzioni verso il Tirolo e quindi verso Vienna dopo aver costretto il regno di Napoli e lo Stato Pontificio ad un armistizio. Stessa sorte è già stata riservata al Regno di Sardegna (armistizio di Cherasco 28 aprile 1796).

La lettera inoltre ci racconta la vita del medico Ceresole che segue l’armata e, intorno al 30 giugno del 1796 è impegnato a riorganizzare gli ospedali di Alessandria e Tortona.

Nel proseguo della lettera, sul piano personale, Ceresole, da atto che nel corso della campagna è stato ospite di diversi personaggi emergenti in quel di Pieve di Teco e Ceva. Di tutti ha un grato ricordo e, indirettamente, ci dice che le famiglie importanti di quei luoghi sono schierate con il nuovo vento rivoluzionario che proviene dalla Francia. Veniamo anche a sapere che vi è ormai, nell’Armata un diffuso senso di benessere dopo gli stenti iniziali e una forte convinzione di andare vero la vittoria finale. Notevole il passaggio in cui riferendosi ai ‘millioni’ evidentemente requisiti alle famiglie nobili, al clero e agli eserciti avversari, dice che questi soldi vanno, per il porto di Genova, ormai saldamente in mano a Napoleone, verso ‘Pariggi’. Ma, in realtà sembra che restino in parte anche nelle casse dell’Armata (e quindi di Napoleone) che li usa anche per il benessere delle truppe.

 Molti spunti e curiosità, dunque, in questa lettera il cui testo ci restituisce appunto lo spaccato di un momento cruciale dell’ascesa di Napoleone dal punto di vista di un convinto aderente alle tesi della Rivoluzione Francese.                                                            

Fonte Christian Flammia - 01 04 2018

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