Allevare bachi da seta in casa è stata una tradizione cremonese per almeno due secoli.
Il “padrone” della cascina consentiva ai sui contadini di allevare i bachi da seta dando loro la possibilità di raccogliere la foglia delle piante di gelso ( quelle che fanno le gustose more) in cambio di una percentuale sulla produzione ( non mi ricordo quale) ma non doveva essere leggera a ricordo delle imprecazioni del nonno quando doveva la parte.
I filari di gelso erano immensi piantati ai lati degli scoli dell’acqua che tagliavano i campi.
In sostanza avveniva che si acquistavano le larve , che si mettevano a dimora, letteralmente in casa, su delle strutture chiamare “ arelle” o in verticale o in piano a cui si dava da mangiare la “ foglia” fresca di gelso ogni giorno.
Quindi tutti i giorni , nella tarda primavera, tutti nella famiglia andavano a “fare la foglia” per i bachi i quali crescevano , lasciando nelle stanze odori caratteristici, fino a divenire bozzoli. I contadini vendevano i bozzoli avendo in cambio soldi o seta. Una magnifica seta gialla.
Il lavoro di accudimento dei bachi ( e come poteva essere diversamente) era affidato alle donne di case, madre e figle che avevano il compito di gestire tutte le fasi.
Però vi erano anche dolci storie fra adolescenti che si incontravano sotto i gelsi durante il lavoro di raccolta.
Personalmente ho visto allevare i bachi da seta fino negli anni ’60 nella cascina Incrociatello di Cremona . Ora quella cascina non esiste più. Al suo posto l’omonimo quartiere in via Milano di fronte alla fabbrica Sperlari.
Le foto sono dell’epoca (anni ’50) e ritraggono donne del tempo.
Annibale ( Cremona)
Nella foto da sinistra:Rina,Barbara,Luigina