Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 08.02

Ancora oggi esiste un disagio degli esuli istriano-dalmati di Igor Paulinich (Cremona)

Sono però amareggiato dal fatto di leggere sui giornali interventi che riconducono sempre la questione giuliano-dalmata ad una faccenda politica e mai, come credo sia più pesante, di nostalgia

| Scritto da Redazione
Ancora oggi esiste un disagio degli esuli istriano-dalmati di Igor Paulinich (Cremona)

Gentile direttore, vorrei esprimere qualche opinione sull’eterno caso di Fiume e l’Istria. Non già perché da me vissuto, in quanto nato ventisette anni dopo i fatti, ma perché vissuto e sempre ricordato dalla mia famiglia. Dopo aver riascoltato la bellissima canzone, che ha dato titolo anche ad uno spettacolo, ‘Magazzino 18’di Simone Cristicchi, penso di poter dire che sia il brano, scritto sul filo di un rasoio, che meglio rappresenta la condizione degli esuli istriano-dalmati, prevalentemente di etnia italiana, che non aderirono al fascismo. Inutile dire che numerose volte la canzone non fu dal pubblico compresa sul piano storico e l’autore fischiato ed apostrofato come ‘fascista’. Tutto lascia il tempo che trova. E’sempre cosa dolorosa lasciare la propria terra, ed immedesimandomi in chi l’ha fatto mi ritrovo travolto dall’enorme numero di domande che potrebbe essersi posto: cosa sarà adesso di noi? Che lavoro farò, visto che il mio studio è diventato una caserma? Che lingua dovrò parlare? Tornerò ancora allo stesso bar dove mi hanno arrestato? Che nuova gente conoscerò? Abiterò sempre allo stesso indirizzo? Con Tito sarà meglio o sarà peggio qui? Tornerà il fascismo? E se Fiume tornasse all’Italia per errore delle superpotenze? Sarà veramente finita la guerra? Tutte questioni che non credo fossero così facilmente intuibili nel momento in cui avvenivano i fatti.

La storia a posteriori resta, con una frase che pur poco condivido, una materia che basta solo studiare. Sono però amareggiato dal fatto di leggere sui giornali interventi che riconducono sempre la questione giuliano-dalmata ad una faccenda politica e mai, come credo sia più pesante, di nostalgia. «Fermati un momentino, soltanto un momento sopra le tombe del vecchio cimitero, e digli ai morti, digli, ti prego, che no dimentighemo».

Igor Paulinich (Cremona)

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