Ribadiamo il No all’Autostrada Cremona -Mantova |F. Ghelfi e P. Bodini (art.Uno)
La domanda sorge spontanea: perché il PD cremonese (e anche lombardo) la pensano così diversamente su due opere (Pedemontana e Cremona-Mantova) che hanno caratteristiche del tutto simili?
Nel botta e risposta tra il consigliere Degli Angeli e l’onorevole Pizzetti vogliamo dire la nostra facendo alcune riflessioni, rafforzate dalle recenti rilevazioni che pongono Cremona tra le aree più inquinate d’Europa, in particolare da Pm2,5 e da Pm10, e dalla crescente attenzione delle stesse Istituzioni Europee e Organizzazioni internazionali verso infrastrutture più sostenibili e verso una mobilità più sostenibile.
Siamo favorevoli alla riqualificazione della già esistente Strada Statale 10 perché è lo scenario più concreto, fattibile e sostenibile, facendola diventare una strada extraurbana più scorrevole, con la carreggiata ampliata a 10,50 mt di larghezza, dal costo di 78 milioni di euro (130 milioni con le tangenziali mancanti), e con la realizzazione di circonvallazioni intorno ai maggiori centri abitati. E ovviamente siamo favorevoli al raddoppio ferroviario da Mantova a Milano.
Siamo invece contrari alla costruzione dell’autostrada Cremona-Mantova per le seguenti motivazioni.
*le previsioni dei flussi di traffico sono bassi e insufficienti per giustificare la realizzazione dell’autostrada;
*l’alta probabilità che il percorso della Ti-Bre autostradale non passerà per il territorio cremonese ma attraverserà solo l’Emilia Romagna, il che porterà un volume di traffico ancora minore con l’aggravante che i costi del tratto di 8,5 km non saranno in carico a Ti-Bre e ricadranno su Regione Lombardia e sui suoi cittadini;
*l’elevato costo complessivo dell’opera (ben oltre il miliardo di Euro) a cui si dovranno aggiungere gli 8,5 Km mancanti, con conseguente elevato costo del pedaggio; il rischio è che finisca come la Bre-Be-Mi, che ad oggi ha chiuso tutti i bilanci di gestione in grave perdita e questo senza trascurare la difficile bancabilità già adesso della stessa opera di costruzione della nuova autostrada tra Cremona e Mantova.
*L’elevatissimo consumo di suolo visto che il tracciato autostradale è completamente nuovo e cementificherà centinaia e centinaia di ettari di prezioso terreno agricolo. Si stenderebbero tonnellate e tonnellate di asfalto, con il rischio ulteriore di modificare in fasi successive la destinazione urbanistica delle aree adiacenti cambiandone la destinazione d’uso e rendendole edificabili ad uso commerciale o produttivo, impoverendo così gli attuali nuclei residenziali che andrebbero invece rigenerati e non svuotati; sostenere inoltre che il consumo di suolo è equivalente tra nuovo tracciato autostradale e riqualificazione di una strada esistente è negare l’evidenza dei dati;
*l’emergenza dei cambiamenti climatici chiede un drastico ripensamento sulla esigenza di un nuovo modello di sviluppo davvero sostenibile, prima che sia troppo tardi: è in atto, anche nei nostri territori, una rilevante maggiore siccità e un processo di desertificazione. Terre che oggi sono ad alta fertilità diventano a rischio. Per questo è importante, pensando ai prossimi decenni, non consumare suolo, ma mantenere i nostri terreni coltivati, soprattutto quelli della pianura padana, anzi tutelarne e aumentarne la fertilità;
*di fronte ai disastri ambientali cui quotidianamente assistiamo (pensiamo solo al recente ciclone in Sicilia) dobbiamo pensare che ogni euro a disposizione debba essere impiegato per la tutela del territorio e la manutenzione delle tante infrastrutture fragili, non per nuove opere sostanzialmente superflue;
*il passaggio alla mobilità elettrica di auto e camion va nella giusta direzione perché si ridurranno le emissioni inquinanti ma pensare che questo risolverà in tempi rapidi e definitivamente il problema emissioni è fuorviante: primo, perché il tasso di inquinamento e di emissione di Co2 e gas climalteranti va drasticamente diminuito del 55% entro il 2030, mentre il passaggio alla mobilità elettrica sarà molto più lento e graduale e purtroppo portato a compimento ben oltre il 2030; secondo, perché la stessa costruzione dell’autostrada, con l’enorme movimentazione di materiali, avrebbe un impatto negativo sull’ambiente e addirittura incrementerebbe le emissioni inquinanti nei prossimi anni: quelli più cruciali nella lotta ai cambiamenti climatici; terzo, la mobilità elettrica, che noi assolutamente sosteniamo, ci consegna il grande problema del reperimento di materie prime e di smaltimento delle batterie. Da qualsiasi punto la si guardi, la mobilità su gomma di persone e merci ha comunque un costo economico e ambientale eccessivo sotto l’aspetto della sostenibilità. La soluzione sta nella consapevolezza dei Governi, degli attori economici e sociali, degli stessi cittadini di utilizzare al meglio i processi di digitalizzazione intelligente in interi settori produttivi e lavorativi, di ridurre la mobilità individuale e favorire quella collettiva e pubblica con servizi più moderni e adeguati. Sì dunque alle ferrovie per persone e merci! Il fatto che il PNNR non preveda opere stradali, ma punti alla mobilità su ferro dovrebbe dire qualcosa a chi abbia minimamente a cuore l’Ambiente.
Su una nota più politica, recentemente -e con nostra soddisfazione- il PD regionale si è ufficialmente espresso contro la proposta della nuova autostrada pedemontana, definendolo un progetto vecchio e condannando il consumo di suolo. Ancora il Consigliere regionale Piloni ha presentato una meritoria proposta di legge per regolamentare le aree logistiche che stanno letteralmente invadendo la pianura padana. Il consumo di suolo è dunque questione prioritaria e vitale!
Francesco Ghelfi e Paolo Bodini
Articolo Uno Cremona
5 novembre 2021