La mostra, curata da Raffaella Barbierato, è stata organizzata in collaborazione con Nova Charta, la casa editrice fondata e diretta da Vittoria de Buzzaccarini, che con l’occasione presenterà la borsa di studio dedicata a Giovanni Francesco Picenardi, precettore di Ludovico il Moro (1452-1508), oltre che il restauro del Codice Sforza, il facsimile e il Quaderno di restauro dal titolo Pagine di Scuola, a cura di Giovanni Saccani.
Interverranno all’inaugurazione, in qualità di relatori, Francesco Maria Liborio, direttore della Biblioteca Statale di Cremona; Stefano Campagnolo, segretario regionale e direttore del Polo Museale del Molise, già direttore della biblioteca di Cremona; Giovanni Saccani, direttore della Biblioteca Reale di Torino; Gianfranco Malafarina, direttore di “Alumina – Pagine Miniate”, Vittoria de Buzzaccarini,Nova Charta, Mariarosa Cortesi, Università degli Studi di Pavia, Luca Di Palma, borsista della Fondazione di Studi dell'Arte Roberto Longhi, Marco D'Agostino, Università degli Studi di Pavia.
La mostra Le carte degli Sforza - documenti sforzeschi dai fondi della Statale, resterà aperta dal 17 al 24 maggio 2018.
Per la prima volta saranno esposte cinque pergamene miniate, quattro prodotte dalla corte sforzesca e una dal Consiglio Generale di Pavia. Di particolare interesse, tra le lettere ducali, quella con cui Ludovico Sforza annuncia ai cremonesi la morte del nipote Gian Galeazzo Maria, e la pergamena con sigillo in cera con cui Gian Galeazzo Maria Sforza conferisce e Jacopo Visconti la pretura di S.Stefano in Lunigiana.
Nella sezione incunaboli si segnala, tra gli altri, “il più pregevole incunabolo miniato della Biblioteca Statale”: l’esemplare dei Commentarii rerum gestarum Francisci Sfortiae di Giovanni Simonetta (1486), appartenuto al vescovo Cesare Speciano (1539-1607). Nella sezione manoscritti, non va dimenticato il Cifrario sforzesco (ms. Albertoni 97), ossia una raccolta di segni grafici e simboli che venivano impiegati per mantenere segreti i contenuti delle corrispondenze diplomatiche e militari. Un’opera che, fino a oggi, è rimasta conosciuta solo all’interno della biblioteca.