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Bologna.Dopo le primarie attenti ai saltatori

| Scritto da Redazione
Bologna.Dopo le primarie attenti ai saltatori

Il 28 gennaio è apparso sull'Unità di Bologna un mio articolo dal titolo:
"Dopo le primarie attenti ai saltatori". L'1 febbraio sullo stesso giornale
è uscita una risposta di Lamberto Cotti (ex consigliere regionale DS) dal
titolo: "Il PD stretto fra rottamatori e saltatori". Nei due o tre giorni
successivi, purtroppo, la mia controreplica non è riuscita a trovare spazio
nelle poche pagine a disposizione occupate da ben più importanti
avvenimenti. Ora potrebbe uscire ma con un ritardo non propriamente
giornalistico. Ve la mando comunque assieme ai due pezzi pubblicati.

Paolo Serra

Dopo le primarie attenti ai saltatori     28/01/11   Paolo Serra

L'inatteso esito delle primarie di domenica scorsa a Bologna ha fatto strame
sia dei timori di tanti  sostenitori del PD e della coalizione sia dei
vaticini,  al limite della catastrofe, dei più o meno interessati profeti di
sventure che hanno infestato i media locali nei mesi passati.  Confesso che
io stesso, dopo lo tsunami delboniano, avevo ricevuto parecchi dinieghi alla
richiesta di una nuova partecipazione da molti  componenti del mio piccolo
cerchio di ceti medi ad alta scolarizzazione. Il popolo di Bologna, al
contrario, ha, evidentemente, tratto nuova fiducia dalla tenace ed
intelligente resistenza ai canti delle tante sirene, grandi e piccole, che
si sono presentate all'orizzonte nei mesi passati da parte del segretario
del PD, Raffaele Donini e dalla ruvida ma coerente ed onesta presentazione
di se di Virginio Merola, che ci ha raccontato se stesso senza pretendere di
essere quella macedonia di pezzetti di Galileo, Einstein e Leonardo che,
secondo alcuni, è necessaria per diventare Sindaco di Bologna. E' da notare
che se i circa 10.000 voti della Frascaroli erano stati abbastanza
contabilizzati dalle previsioni, gli oltre 16.000 di Merola sono stati la
vera sorpresa, dispiace per Zacchiroli che non meritava certo il distacco
ottenuto. Il meccanismo attuale, si sa, non è perfetto e si potrebbe
affinare ulteriormente . E' certo che gli accaniti proponitori dell'auto
definito "governo dei migliori" per un po' se ne staranno, finalmente,
zitti. Forse.

Rimanendo pur sempre, però, quello di "salire sul carro dei vincitori" lo
sport preferito degli italiani, ancor più del calcio stesso, diceva Leo
Longanesi, resta ai nostri due eroi il compito di resistere ai capi e
capetti di correnti, aree, lobby di varia estrazione che, magari hanno, se
non osteggiato, quantomeno non agevolato il vincitore. La Giunta, il
Consiglio, e le varie cariche di secondo grado fanno venire l'acquolina in
bocca al sottobosco della politica la cui presenza invadente, infine, è la
componente determinante della disaffezione dei cittadini. Cari Donini e
Merola, non vi ci vorrà molto di diverso da quello che avete mostrato fino
adesso, ma le spinte che riceverete saranno molte di più e molto più forti.
Attenti ai deragliamenti, 28.380 cittadini aspettano che questo promettente
nuovo corso proceda. E non vedo come si possa dubitare che molti, molti di
più vi si uniranno fra aprile e maggio.

Il PD stretto fra rottamatori e saltatori  Lamberto Cotti  01/02/11

Leggo su "l'Unità" l'avvertimento di Paolo Serra a Merola e Donini:
«atten­ti ai saltatori»! e penso che in effetti l'allarme è sacrosan­to.

Può succedere infatti che siano tanti i cittadini elettori del
cen­tro-sinistra che a fronte del pro­dotto della spremitura delle pri­marie
si facciano tentare dal "saltare" il fosso, alla ricerca di un candidato
veramente nuovo e veramente civico.

Merola e Donini, ciascuno nel proprio ruolo, operino allora per compattare
il PD e la coalizione e per aprire l'uno e l'altra alle istanze e alle
disponibilità di un elettorato vasto che alle primarie non è andato a votare
ma che è pronto, nelle elezioni vere, a scommette­re su un credibile
progetto di ri­nascita della città portato avanti da persone credibili e
capaci.

Purtroppo ho preso un abbaglio! I saltatori da cui Donini e Me­rola si
dovranno guardare sono, secondo Serra, i capi e capetti di correnti ed aree
(immaginò del PD e degli altri partiti della coalizione) e le lobby di varia
estrazio­ne (immagino vicine al PD e agli altri partiti della coalizione),
un sottobosco attratto dai posti co­me l'orso dal miele.

Proprio così, un sottobosco da smantellare, e i suoi punti di riferimento da
punire; i bersanìani, i dalemiani, i lettiani, i bindiani, i veltroniani, i
fioroniani, i franceschiniani, i mariniani, gli ulivisti, i rottamatori e
poi, i cooperatori, gli artigiani associati, i sindacalisti di varia
estrazione, le più di­verse associazioni polìtico-cultu­rali, e poi ancora i
commercianti di sinistra, i magistrati democratici, i docenti antigelmini, i
preca­ri del nidil...

Facciamo un bel regolamento di conti e una bella pulizia dentro, a
cominciare da quelli che «hanno se non osteggiato, quantomeno non agevolato
il vincito­re».

Cari Merola e Donini, augu­ri!


Risposta a Cotti  (non pubblicata in tempi giornalistici)

Caro Cotti,

dopo tanti decenni di attività politica ed amministrativa a Bologna, che ti
ha visto militante dal Psi al PD concedendoti l'onore e l'onere di
importanti cariche in Provincia, Regione ed ora alla Reti e Mobilità Spa,
comprendo bene che ci si possa ritenere soddisfatti di ritenere la politica
il risultato della concorrenza fra capi, capetti, aree, lobby,
organizzazioni etc. E' un sano principio di realtà che sconsiglierebbe di
allontanarsi dal solco degli usi e costumi cittadini che ha consentito alla
città tanti lusinghieri risultati almeno fino agli anni ottanta. Non si può
dire, però,  che il metodo abbia funzionato altrettanto bene negli ultimi
trent'anni, forse perché prima era affiancato da una spinta ideale ora
parecchio indebolita. Era un metodo, appunto, non un fine, non il fine.
Bologna, sotto gli occhi di tutti,  è invecchiata non solo anagraficamente
ma anche metodologicamente, appare frenata, restia all'innovazione. E
l'esistenza di quella miriade di piccole, medie e grandi rendite di
posizione non ha avuto un effetto secondario sulla frenata. Forse un pizzico
di politica intesa come cura della polis, dell'interesse comune, che non
sempre è il risultato della somma degli interessi individuali e settoriali,
ci avrebbe evitato scelte non del tutto meditate. Forse, chissà, per esempio
avremmo una rete funzionale di tram in superficie invece di sotterranee
sognate ed un numero di tipologie diversificate di sistemi di trasporto da
rasentare la satira, forse avremmo un Servizio Ferroviario, cofinanziato
dagli enti locali, degno delle altre regioni europee, forse avremmo una
città più vivibile e meno inquinata che attirerebbe investimenti di alta ed
altissima qualità e da dove i residenti smetterebbero di fuggire. Chissà.

Tuo

Paolo Serra

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