CNA Lombardia: “Inaccettabile chiedere alle imprese lombarde di sottoscrivere un’assicurazione contro le calamità naturali.
Sì allo stop a ogni ipotesi di spesa per il Ponte sullo Stretto per far fronte alle reali priorità del Paese”
Giovanni Bozzini, presidente CNA Lombardia: “Così facendo il Governo rischia di scaricare oneri e responsabilità d’investimento proprio sul mondo produttivo”.
In Lombardia le imprese sono 819.959, di cui il 28% artigiane (234.412).
Una posizione netta e ferma quella di CNA Lombardia nei confronti della bozza della manovra 2024, in fase di definizione dal Governo, e in particolare dell’articolo 24 nel quale si chiarisce come le imprese italiane entro il 31 dicembre 2024 saranno chiamate obbligatoriamente a stipulare contratti assicurativi per coprire i danni causati da calamità naturali come terremoti, frane, alluvioni, inondazioni ed esondazioni.
“E’ assolutamente inaccettabile chiedere alle imprese italiane e lombarde di sottoscrivere, sottoponendosi a un nuovo e ulteriore balzello, un’assicurazione contro le calamità naturali - afferma il presidente di CNA Lombardia Giovanni Bozzini -. Da troppi anni ormai la nostra Confederazione chiede infatti un deciso intervento, non da ultimo quello di avvalersi delle risorse sul fronte del PNRR, per un importante e necessario riassetto idrogeologico e messa in sicurezza dell’intero Paese.”
In Lombardia, al 30 settembre 2023, il numero totale di imprese è a quota 819.959 imprese, di cui il 28% imprese artigiane per un numero di 234.412.
“In questo modo il Governo rischia di scaricare oneri e responsabilità d’investimento proprio sul mondo produttivo - sottolinea Bozzini -. Ben consapevoli dell’urgenza rappresentata dalle calamità naturali chiediamo quindi che venga accantonata ogni ipotesi di spesa relativa alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Le priorità in questo Paese sono ben altre”.
CNA Lombardia, sempre in merito alla manovra 2024 del Governo, chiede inoltre di concretizzare gli interventi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e della crescita di occupazione stabile. Si parte dalla riduzione del cuneo fiscale e della tassazione IRPEF per i redditi sino a 50.000 euro, alla deduzione “rafforzata” del costo del lavoro dei neoassunti, fino alla tassazione agevolata dei premi di produttività dei lavoratori e l’innalzamento del limite di esenzione per i fringe benefits.
In più la Confederazione sottolinea come sia necessario il rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette per i titolari di partita IVA con ricavi/compensi sino a 170.000 euro, mentre in materia di bonus edilizi, oltre alla conferma sino al 2024 degli interventi ordinari, chiede di procedere, da subito, a una loro riorganizzazione e razionalizzazione e, per evitare contenziosi fra cittadini e imprese e ‘corse’ per terminare i lavori, sollecita la proroga di almeno tre mesi per i cantieri presso i condomini che abbiano realizzato, al 31 dicembre 2023, almeno il 60% dell’intervento globale.