Secondo un recente sondaggio realizzato dall’istituto Tarki, quasi la metà degli ungheresi vive in famiglie caratterizzate da condizioni di povertà, disoccupazione e privazione di diritti sociali. Secondo il Tarki nel 2012 il 17,7% degli ungheresi ha vissuto entro la soglia di povertà corrispondente alla condizione di chi guadagna al mese il 60% del salario medio. Il dato rilevato relativamente al 2012 sarebbe quello più alto dalla caduta del regime. L’istituto sostiene che il 19,1% degli ungheresi appartiene alla fascia dei working poor e che il 36,7% vive in condizioni caratterizzate da privazioni importanti ossia in un contesto nel quale vengono a mancare quattro dei nove indici di benessere che comprendono per esempio la possibilità di beneficiare di un adeguato impianto di riscaldamento, il possesso di una macchina o la possibilità di fare vacanze annuali. Tarki ha calcolato che circa il 47% degli ungheresi vive in famiglie che rientrano in almeno una delle tre casistiche precedentemente menzionate e che l’8,1% dei nuclei familiari magiari sperimenta tutte e tre le condizioni. L’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) ha ottenuto un tasso di povertà del 32% per il 2011, quello medio dell’Unione europea è stato del 24%. Cifre peggiori di quelle dell’Ungheria sono state ottenute in paesi quali la Bulgaria (48%), la Lettonia e la Romania (40%), la Croazia e la Lituania (33%).
2013-11-01