Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 08.51

Chi ci tiene alla sinistra deve cercare di fare cose di sinistra di Gerelli Sante (Sinistra Italiana Gussola)

Gentile Direttore In questi giorni mi è capitato di leggere alcune lettere al giornale in merito a quello che accade a sinistra del PD.

| Scritto da Redazione
Chi ci tiene alla sinistra deve cercare di fare cose di sinistra di Gerelli Sante (Sinistra Italiana  Gussola)

Una di Evelino Abeni che entra nel merito delle difficoltà che sta attraversando la sinistra, derivanti dal fatto  di  essere in difficoltà a trovare la quadra su un programma per il paese e dare finalmente alle tante persone di sinistra che oggi votano in modo frastagliato  una prospettiva di sinistra ( anche se a mio avviso, la maggior parte rimane lontana dall’esprimere il voto, scegliendo l’astensione).

In questa lettera mi riconosco politicamente, mentre la lettera di Giorgio De Micheli cerca di addossare le responsabilità dell’attuale situazione interna al PD a compagni come ABENI e altri ( tra  i quali mi ci metto pure io, avendo fatto il percorso politico simile a quello di Abeni ).

De Micheli parla delle prossime elezioni politiche - che si paventa possano essere disastrose per il PD -cercando di addossare la responsabilità alla sinistra, non  accorgendosi  che , proprio in questi giorni, il Senato ha approvato  la nuova legge elettorale (il  Rosatellum) e lo fa con l’appoggio della destra e con il sostegno attivo di Verdini.

Non  solo . L’MDP di Bersani e Speranza in questi giorni ha fatto una proposta al PD per  modificare la legge elettorale ; passaggio questo  ineludibile per una collaborazione futura . Quale risposta hanno ricevuto? Sono stati derisi, dicendogli che – essendosi accorti ora   di raccogliere i voti da prefisso telefonico- vogliono tornare a casa.

Se la politica si è ridotta a questo linguaggio e a questi rapporti non è colpa certamente di cittadini  a cui si addebitano ogni responsabilità, ma è colpa di una volontà politica portata avanti da Renzi di cancellare la sinistra dalle sedi decisionali del paese.

In quanto a D’Alema , devo dire che -al di fuori del suo carattere spigoloso-è un politico preparato e l’aver dato le dimissioni da Presidente del Consiglio dopo la sconfitta alle regionali  del 2000 , dimostra la sua coerenza ( cosa rara oggi in politica).

Sull’amalgama mal riuscita nella formazione del PD , D’Alema ha visto lontano: oggi è sotto gli occhi di tutti la situazione all’interno di quel partito; si va dagli  abbandoni da parte di dirigenti con una storia politica importante  agli abbandoni di tanti iscritti e , soprattutto ,di tanti elettori  .

Non dovremmo dimenticare mai la percentuale dei cittadini che si sono recati alle urne per il rinnovo del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, il 37% degli aventi diritto al voto. E pensare che questa regione è sempre stata per la sinistra il fiore all’occhiello soprattutto a livello di partecipazione al voto, con percentuali che ironicamente venivano  chiamate  ( bulgare).

Più che andarsene sbattendo la  porta , questi  dirigenti sono stati accompagnati all’uscita in malo modo  dalle politiche portate avanti dal governo  Renzi, lontane dai valori della sinistra e più vicine ai programmi passati del centrodestra..

In un grande partito ci si sta quando si ha  la possibilità di incidere con le proprie  idee e le proprie sensibilità. Si  può  rimanere  minoranza , se sai però che il tuo spazio politico può generare ascolto e non come accade  oggi nel PD, dove se  dissenti , magari essendo componente di una commissione ( come è accaduto a Bersani) sei obbligato alle  dimissioni.

Come scrive De Micheli, il Sig. Abeni se ci tiene alla sinistra doveva restare nei DS , futuro PD,  e far valere

le proprie idee ,  Abeni – che come me è stato  nei DS  sino allo scioglimento-  ha sempre espresso le proprie idee ed assieme abbiamo cercato di dare il nostro contributo politico ,. Chi nelle istituzioni , chi a livello territoriale; eravamo minoranza , ma avevamo la possibilità con le nostre idee e le nostre sensibilità di incidere sul percorso politico di quel partito.

Non abbiamo mai aderito al PD, perché   eravamo convinti che si andasse alla formazione di partito neocentrista e avevamo intuito, come D’Alema ,  che  in questo passaggio si sarebbe realizzata una amalgama mal riuscita. Abbiamo   intrapreso la scelta di rimanere a sinistra, non per essere residuali, ma per dare un contributo, nel limite delle nostre possibilità, al fine che anche nel nostro paese rinasca una sinistra forte, unitaria e rappresentativa.

 Sperando poi , per quello che è il mio pensiero,  che questa sinistra incida profondamente a livello programmatico nel  confronto con altre realtà politiche  per governare il paese.

Gerelli Sante (Sinistra Italiana  Gussola)

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